La prima scelta assoluta del Draft 2017, a un anno e mezzo di distanza dal suo ingresso nella Lega, viene "sacrificata" dai Sixers dopo mesi tormentati dagli infortuni, che allungano la rotazione inserendo un giocatore atletico come il n°17 di Orlando e portando a casa una prima e una seconda scelta
In molti lo avevano preannunciato nelle scorse ore, sottolineando come fosse chiara l’intenzione da parte di Philadelphia di sistemare il roster dopo l’arrivo di Tobias Harris. E il nome rimasto a disposizione del GM Elton Brand da poter sacrificare per allungare la rotazione era uno solo: Markelle Fultz. Una delle prima scelte assolute al Draft più controverse degli ultimi anni, sfortunato sin dalla pre-season 2017 e da mesi alle prese con i problemi alla spalla, che ne ha condizionato la meccanica di tiro e l'impatto sulla Lega. Il talento dei Sixers saluta così la Pennsylvania direzione Orlando. I Magic in cambio permettono a Philadelphia di allungare la panchina con l’innesto di Jonathon Simmons - giocatore d’esperienza già “plasmato” da coach Popovich a San Antonio - e racimolando ben due scelta: quella al primo giro dei Thunder del Draft 2020 protetta (non ci sono ancora i dettagli) e una al secondo giro dei Cleveland Cavaliers. Finisce così l’avventura di Fultz a Philadelphia, la pedina che doveva permettere ai Sixers di fare il definitivo salto di qualità e completare il "Processo", che invece è servita soltanto a rimpinguare il numero di riserve in un quintetto di cui non è mai riuscito a fare parte. A distanza di pochi mesi dalla scelta, i Sixers possono dire che non sono arrivati i frutti sperati. A margine della trattativa, il presidente dei Magic Jeff Weltman e il GM John Hammons hanno sottolineato che considerano l’acquisizione di Fultz come un’operazione a basso rischio, ma con enorme potenzialità. Per Orlando sarà l’occasione per progettare sul lungo periodo, cercando di recuperare un talento che credono sia stato dissipato, ma non è certo scomparso. Inoltre i Magic sono stimolati dall’opportunità di mettere nelle mani di un coach esperto come Clifford un prospetto in grado di diventare il centro nevralgico della franchigia. Una manovra costata non eccessivamente, un rischio da correre per provare a recuperare e godersi una prima scelta assoluta.