Il n°23 di New Orleans è uno dei giocatori più ricercati all'All-Star Game, tra i più chiacchierati delle ultime settimane per ragioni di mercato: "Guardo a tutte le 29 altre squadre, non mi interessa la dimensione della franchigia ma penserà soltanto a trovare un contesto vincente"
Era il giocatore più atteso tra quelli presenti alle conferenze stampa che hanno preceduto il sabato dell’All-Star Game, di certo non perché a molti interessasse sapere se la sua presenza sul parquet fosse o meno confermata dopo l’infortunio nell’ultimo match contro Oklahoma City. Anthony Davis è l’argomento di discussione nella Lega nelle ultime due settimane, dopo che il giocatore ha reso nota la sua intenzione di andare via da New Orleans. Il dubbio che ronzava nella testa dei cronisti era lo stesso di milioni di appassionati: davvero i Boston Celtics, naturali “favoriti” adesso che la deadline è ormai alle spalle, sono fuori dal ristretto gruppo di squadre alle quali il n°23 dei Pelicans guarda per il suo futuro? “Loro sono nella mia lista”, è stata la stringata quanto rumorosa risposta di Davis, certamente il passaggio più interessante dei 24 minuti di domande a cui si è sottoposto. I Celtics infatti restano la squadra che al momento dispone delle migliori carte per convincere New Orleans con un’offerta fatta di scelte al Draft e giovani talenti. Nessuno sembra essere in grado di pareggiarla e Davis ci tiene a raccontare la sua versione dei fatti: “Non ho mai detto che Boston non fosse tra le squadre alle quali ero interessato”, ripete tre volte, prima di aggiungere un politicamente corretto “tutte e 29 le franchigie NBA sono potenzialmente di mio interesse. Non guardo al fatto se facciano parte di un grande o di un piccolo mercato, non è quello che conta. Io penso soltanto a vincere in questo momento della mia carriera. Comunque vadano le cose, voglio far parte di un gruppo che mi permetta di puntare al successo”. E i Knicks fanno parte della selezione? “Sono una grande franchigia, è ovvio che giocare in quella città, in quell’arena… tutto ha un sapore particolare. Ma anche Milwaukee è una squadra alla quale guardo, per rendere l’idea del fatto che non mi importa di puntare a un grande bacino di appassionati. Al momento però faccio parte dei Pelicans, non faccio la scansione delle altre franchigie facendo il calcolo di come sarebbero se io giocassi per loro. Arriverà il momento in cui fare queste considerazioni. Il mio lavoro adesso è concludere le 20 partite che mancano con New Orleans, scendere in campo e giocare nel miglior modo possibile fino al termine della stagione”.