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NBA, Andre Iguodala: "Curry secondo solo a Magic tra le point guard, è sottovalutato"

NBA

Un enorme attestato di stima per il n°30 degli Warriors, protagonista nel successo contro Philadelphia e sempre più unico nel suo genere: "Lui e Magic erano diversi, è il migliore nel suo genere. E la Lega e i tifosi non sembrano averlo capito"

CURRY&DURANT TRASCINANO GOLDEN STATE, PHILADELPHIA KO

Due premi di MVP e tre titoli NBA da protagonista non rendono del tutto la grandezza di Steph Curry. O almeno non hanno portato il resto della Lega a riconoscergli il giusto merito per le imprese che il n°30 di Golden State continua sistematicamente a compiere ogni volta che scende in campo. Andre Iguodala, ormai da un lustro al fianco di Curry, è convinto che il suo compagno di squadra sia secondo soltanto a Magic Johnson nella storia delle point-guard della NBA: “Ancora non gli viene riconosciuto il giusto merito, non ha il rispetto che meriterebbe d’avere. Ci sono quelli che pensano che sia solo uno che sa correre sui blocchi e altri che lo vedono un giocatore da attaccare in difesa, ma in realtà è un grosso problema per chiunque lo affronti. Le persone non capiscono invece quale sia il contributo che la sua presenza porta in campo, soprattutto in attacco”. In molti non sembrano capire a fondo la sua grandezza: “Non lo capiranno mai: se ci si ferma a pensare e a discutere seriamente, capisci che è la seconda miglior point guard della storia NBA dopo Magic Johnson”. Un enorme attestato di stima, che tuttavia non cambia la natura di Curry, che risponde scherzando: “Ogni giorno mi scrive un messaggio dicendomi queste cose: io mi sveglio e mi dico che ho ancora del lavoro da fare per cercare di diventare il numero uno”. Un’occasione per promuovere il tour “underrated” che porta il nome del n°30 degli Warriors: l’essere stato sottovalutato in fondo è sempre stata una costante della sua carriera, sin da quando in pochi avrebbero immaginato che sarebbe diventato un giocatore in grado di cambiare nel profondo la Lega. Curry al momento non pensa (giustamente) alla legacy, ma a vincere ancora, mentre anche Draymond Green è dello stesso parere di Iguodala: “Magic è un grande, ma sono due tipologie di point guard totalmente diverse. Nel suo genere Steph è in assoluto il migliore, soprattutto rapportato allo stile di gioco del 2019. Sta continuando a migliore, è pazzesco. Come dice Andre, non gli viene reso il giusto merito”.

E Curry si gode l'ennesima regular season da record

A guardare le cifre messe assieme da Curry in effetti, il fatto che tutto passi spesso e volentieri in cavalleria rende bene l’idea di quanto bene ci abbia abituato il n°30. Le cinque partite con almeno dieci triple a segno nella stessa regular season erano un record incredibile da immaginare soltanto qualche anno fa, diventato invece la normalità in una stagione in cui Curry non è mai stato coinvolto nelle discussioni per il premio di MVP. Il n°30 degli Warriors viaggia a 28.4 punti di media, tirando con il 43.5% dall’arco su 12 tentativi. Sì, vuol dire più di cinque triple a segno a partita: senza le gare saltate causa infortunio sarebbero 426 triple in 82 match, nuovo record NBA che batterebbe ovviamente il suo (402, meglio del 324 sempre firmato da lui un anno dopo). Cifre fuori dal mondo anche per una squadra che così bene ci ha abituato negli ultimi anni: il nuovo quintetto, l’aggiunta di DeMarcus Cousins da oltre un mese, una distribuzione di responsabilità che in parte limita l’impatto di tutti. Non il suo, ai massimi da tre anni a questa parte e seconda miglior stagione a livello realizzativo della sua carriera. “Ricordo quando qualche tempo fa, Mark Jackson disse che Steph stava rovinando il gioco – prosegue Green – eravamo tutti arrabbiati per quelle parole senza senso. “Di cosa diavolo sta parlando?”, ci chiedevamo. Sono andato a vedere nelle high school e ho visto quello che intende: non è Steph che rovina il basket, ma il resto delle persone che non capiscono la sua grandezza e pensano di poterlo imitare. Per quello lui è unico nel suo genere, bisognerebbe riconoscerglielo”.