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NBA, D'Angelo Russell non ha dubbi: "Sono io il giocatore più migliorato”

NBA

In lotta per un posto ai playoff (con la sesta testa di serie a Est?), appena convocato al suo primo All-Star Game, ai massimi in carriera per punti, assist e percentuali al tiro, la point guard dei Nets mette nel mirino uno dei premi stagionali NBA

"D'ANGEROUS TIMES": LA RINASCITA DI RUSSELL A BROOKLYN

C’è chi dice De’Aaron Fox, a Sacramento (o il suo compagno Buddy Hield). Chi dice Zach LaVine ai Bulls. Chi è convinto che alla fine vincerà Pascal Siakam a Toronto, e chi vorrebbe premiare il ritorno ad alti livelli di Derrick Rose, a Minnesota. D’Angelo Russell i nomi dei principali candidati al premio di giocatore più migliorato li ha sentiti tutti, ma resta convinto delle sue possibilità: “Lo vinco io. Vedrete. Scrivetelo, registrate le mie parole. Non mi importa degli altri nomi sulla lista dei candidati: alla fine vincerò io”. Motivi ce ne sarebbero: Russell segna 5 punti in più di media rispetto alla prima annata in maglia Nets e sta viaggiando ai massimi di carriera per punti (sopra i 20 a sera) e assist (quasi 5), oltre che per ogni percentuale al tiro, dal campo (il 43.6%), da tre (il 36.6%) e ai liberi (83.3%), tanto da meritarsi la sua prima convocazione all’All-Star Game. Notte e giorno rispetto al suo complicato addio a Los Angeles, segnato dalle polemiche in spogliatoio con il compagno Nick Young da una parte e dalle parole di Magic Johnson dall’altra. “Sono un leader”, afferma lui oggi quasi a voler smentire proprio l’ex n°32 dello Showtime targato Lakers. “Quel ragazzo che è arrivato nelle vene col ghiaccio nelle vene sono io, lo sono sempre stato. Fa parte del giocatore che voglio essere, uno su cui si può contare quando il punteggio è in equilibrio e la partita si deve decidere”. Se a L.A. i suoi primi due anni nella lega non sono stati facili, anche a Brooklyn all’inizio ci sono stati momenti complicati, soprattutto quando coach Atkinson sembrava togliere sistematicamente dal campo Russell proprio nei finali di partita che oggi invece ha imparato a dominare. “Spesso gli venivano preferiti Caris [LeVert] o Spencere [Dinwiddie] e per lui non dev’essere stato facile da accettare – commenta il veterano dello spogliatoio Nets Jared Dudley – ma bisogna riconoscere che è stato bravissimo a non mollare. È sempre tra i più attivi in sala video, fa tutte quelle piccole cose che servono: oggi ci sta guidando ai playoff, con la sesta testa di serie, segnando i canestri più importanti”. Russell ha una spiegazione per questa metamorfosi: “È tutto un processo mentale. Le cose più importanti sono quelle che la gente non vede da fuori: l’alimentazione e altri dettagli del genere. Quando sono arrivato qui scendevo in campo, giocavo e facevo poca attenzione a tutto il resto. Qui ho imparato a curare ogni minimo dettaglio. La fiducia non mi è mai mancata, ma non ho mai creduto in me così tanto come oggi”. 

I consigli di LeBron James e Dwyane Wade

Merito forse anche dei consigli chiesti – e ricevuti – ad alcune grandi superstar della lega. In primis proprio LeBron James, che forse oggi lo rimpiange ai Lakers. “I media hanno gonfiato tutta la faccenda. Gli ho solo chiesto quali fossero i suoi segreti per mantenere un rendimento sempre così costante al livello più alto e anche come facesse a non farsi distrarre da tutto quello che gira attorno al basket. Mi ha parlato dell’aspetto mentale del gioco, mi ha detto che la sfida di giocare nella lega è proprio questa, andare incontro a ognuna delle 82 partite stagionali senza mollare mai. Gli sono grato per le sue parole”. Poi all’ultimo All-Star Game è stato il turno di Dwyane Wade, catturato anche dalle telecamere mentre indottrinava il giovane Russell. “Sembrava tutto organizzato a tavolino, vero?”, dice, riferendosi alle parole sentite dal pubblico di tutta America (“Sei uno dei più forti dell’intera lega”). “Invece no – assicura Russell – era tutto spontaneo, così come è vero tutto quello che vedete che mi riguarda, non sono uno che finge davanti alle telecamere. Quella conversazione con D-Wade era reale, un incoraggiamento del genere da uno come lui fa davvero piacere: ‘Qualsiasi cosa tu abbia fatto per arrivare a questo livello, continua a farla’, mi ha detto”. C’è il caso, se riuscirà a farlo, che il premio di giocatore più migliorato per la stagione 2018-19 finisca per essere realmente suo.