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NBA, Russell Westbrook contro tifosi Jazz: "Vi rompo il c***". Ricevuto insulti razzisti?

NBA

È di nuovo scontro tra il n°0 dei Thunder e il pubblico di Salt Lake City: in un video si sente chiaramente Westbrook attaccare e offendere un fan dei Jazz e la moglie, colpevoli di aver pronunciato insulti razzisti e "ammoniti" dalla NBA: "Così non si può andare avanti"

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Era già successo lo scorso aprile, a margine della serie playoff persa da OKC in quel di Salt Lake City. E anche questa volta Westbrook è caduto di nuovo nella provocazione dei tifosi mormoni, assiepati a bordocampo e sempre molto rumorosi. Uno pubblico caldo, a volte ben oltre il consentito, con cui il n°0 è arrivato allo scontro verbale davanti agli smartphone puntati contro di lui mentre in piedi vicino la panchina ha iniziato a rispondere alle offese provenienti dal pubblico nelle prime file. A far discutere è stato soprattutto il riferimento fatto da Westbrook alla moglie del tifoso che lo aveva provocato, a cui ha risposto con il ghigno cattivo: “Tu pensi che io stia giocando, ma giuro su Dio che io ti rompo il c***. A te e a tue moglie, vi rompo il c***”. Frasi catturate da Eric Woodyard, un giornalista del Deseret News che ha subito pubblicato il video su Twitter, scatenando un mare di polemiche. Sempre secondo il report fatto dal quotidiano locale dello Utah, a margine dell’incidente e del battibecco con il n°0 dei Thunder, cinque tifosi hanno ricevuto un “cartellino di richiamo”, senza tuttavia essere allontanati dai loro posti. Come si legge sul cartoncino distribuito a tutti, si parla di un avviso perché “i tuoi commenti, gesti o comportamenti diretti verso giocatori, allenatori e arbitri sono stati eccessivi, in violazione del codice di condotta” previsto dalla NBA rispetto ai tifosi che popolano le arena americane. “Questo è il primo e l’unico avvertimento che riceverai. Se dopo questo proseguirai con i tuoi comportamenti, verrai immediatamente allontanato dal tuo posto”, si legge sul cartoncino prontamente fotografato neanche fosse una medaglia da appuntare sul petto dei tifosi segnalati. A margine di tutto il caos fuori dal campo, Westbrook è riuscito lo stesso a mettere a segno 23 punti, conditi con 11 rimbalzi e otto assist nell'importante successo dei Thunder. Una vittoria passata inevitabilmente in secondo piano a causa delle polemiche.

Westbrook: “Ho ricevuto insulti razzisti, non accetto più queste offese”

Tutti si sono immediatamente posti il problema: ma cosa diavolo avranno urlato in faccia al n°0 di OKC per fargli perdere le staffe in questo modo? È la domanda che i reporter non vedevano l’ora di porre al diretto interessato una volta fuori dallo spogliatoio: “Ovviamente tutti parlano delle immagini dello stesso video – racconta Westbrook, a cui è bastato dare una scrollata alla sua home sui social per capire di cosa si stesse discutendo – il modo in cui è partito il tutto però non si vede. Un giovane ragazzo e sua moglie seduti a bordocampo mi hanno detto di “starmene inginocchiato come sono abituato a fare”. Dal mio punto di vista, questo è un commento che contiene una dose di disprezzo e di razzismo che sono inappropriate per il contesto in cui sono state pronunciate. Non c’è alcun tipo di protezione per i giocatori [concetto già ripetuto con forza dopo le polemiche di aprile, sempre a margine della gara con i Jazz ai playoff, ndr]. Nello Utah ci sono tantissimi tifosi molto appassionati che vengono alla partita e si divertono. E poi ce ne sono altri, che invece arrivano qui solo per offendere in maniera volgare me e la mia famiglia. Per molti anni ho fatto tutte le cose per bene, senza scontrarmi mai con nessuno. Sono sempre stato lontano dai problemi, non mi sono scontrato con i tifosi nei miei 11 anni in NBA. Ho incassato critiche da qualsiasi parte arrivassero, ma non sono intenzionato ad accettare insulti personali e pieni di disprezzo e odio. Quello che voi avete visto è soltanto un video, ma durante tutta la partita, sin da quando ho messo piede qui, non hanno mai smesso di lanciarmi addosso qualsiasi tipo di offesa. E io non sono più disposto ad accettare questo comportamento. Credo che bisogna intervenire, fare qualcosa di concreto contro questa deriva e far si che le persone che si comportano così abbiano poi delle sanzioni, vedano che ci sono delle conseguenze. Continuare così non penso sia giusto nei confronti dei giocatori. Se mi ritroverò nella stessa situazione, non esiterò a rifare e dire le stesse identiche cose”. Chi si aspettava un pentimento in sostanza, è rimasto deluso.

Le parole del tifoso coinvolto: “Non gli ho detto nulla”

E proprio perché non vogliamo farci mancare nulla (e gli americani sono dei maestri in questo), ben prima che arrivassero i commenti e le dichiarazioni di Westbrook, a parlare e “giustificare” il suo comportamento ci aveva già pensato il tifoso coinvolto. Shane Keisel, che si così goduto il suo minuto di celebrità, ha raccontato che in realtà da parte sua non c’è stata nessuna provocazione, né offesa. A detta del tifoso lo scontro è nato dal fatto che Westbrook avesse posto delle borse d’acqua calda sulle sue gambe – che ricordavano in realtà quelle che di solito contengono il ghiaccio - spiegando al fan che erano calde. Keisel a quel punto dice di aver replicato con un “Ne avrai bisogno”, che ha fatto infuriare il n°0 dei Thunder. Una versione ritenuta poco credibile da molti, che subito hanno ripescato su Twitter messaggi di offese che dello scontro a margine dei playoff aveva scritto frasi molto dispregiative nei suoi confronti. Non gli unici insulti online rivolti verso il giocatore dei Thunder (il tifoso è un fervente sostenitore del presidente Donald Trump), mentre per quelli scanditi ad alta voce c’è anche la testimonianza di Patrick Patterson, seduto lì vicino mentre lo scontro è avvenuto: “Le persone possono continuare a urlarci contro qualsiasi cosa. Se iniziano a dire ‘Mettiti in ginocchio come sei abituato a fare’, come essere umano, quale pensi che sia la mia reazione? Starmene zitto e continuare a palleggiare [citando la famosa frase pronunciata dalla giornalisti di Fox News contro LeBron James e Kevin Durant lo scorso anno, ndr]? I tifosi sono protetti in ogni modo possibile, non di certo noi giocatori”.

Il comunicato ufficiale degli Utah Jazz

A margine di una polemica che non si placherà di certo nelle prossime ore, gli addetti stampa degli Utah Jazz hanno diramato un comunicato spiegando quale sia la posizione della squadra rispetto alla presenza di provocatori all’interno della Vivint Smart Home Arena: “Stiamo continuando a investigare sullo spiacevole scontro tra Russell Westbrook e alcuni tifosi. Abbiamo distribuito diversi cartellini di ammonimento nei confronti di quelli che sono stati individuati come i principali responsabili dell’accaduto. I giocatori e i tifosi devono condividere tra loro la responsabilità di creare un ambiente rispettoso e sicuro. Se invece il comportamento di qualcuno viola il codice di condotta richiesto dala NBA, verranno prese senza esitazioni delle misure adeguate per porre rimedio al problema”. A far discutere resta soprattutto la presa di posizione del n°0 dei Thunder contro una donna, tirata in mezzo all’interno del suo sfogo senza alcun riguardo. Ma Westbrook è intervenuto anche a proposito di questo: “Non andrei mai allo scontro con una donna, non alzerei mai e poi mai le mani contro di lei, ma nel momento in cui suo marito ha iniziato a offendermi in maniera personale, lei non ha fatto altro che replicare le sue parole. Da quel momento è partito lo scontro”. Per OKC questa era l'ultima partita di regular season da giocare a Salt Lake City, con i Thunder che tallonano i Rockets terzi, mentre i Jazz sono scivolati all'ottavo posto a Ovest. Dovessero ritrovarsi - di nuovo - rispettivamente a occupare la terza e la sesta piazza a fine regular season, quella tra OKC e Utah diventerebbe di diritto la serie più interessante del primo turno playoff.