Boston domina, si addormenta, si complica la vita e vince nel finale una partita da conquistare a ogni costo: Irving sfiora la tripla doppia da 30 punti, mentre Smart è decisivo su entrambi i lati del campo. Agli Hawks non bastano invece i 46 punti del duo Young-Collins
Boston Celtics-Atlanta Hawks 129-120
Boston batte Atlanta per la quarta volta in questa regular season e si prende un successo che avvicina i Celtics al quarto posto a Est. Basta questo, in una gara in cui i padroni di casa segnano 73 punti nel solo primo tempo, rischiando però di peggiorare il record di vittorie da 60-1 raccolto nella storia della franchigia ogni volta che prima dell’intervallo lungo si erano messi insieme così tanti canestri. Kyrie Irving è il principale artefice dell’ottima resa offensiva, anima di una squadra che tocca il +25 a metà terzo quarto e già pronto a gustare il meritato riposo nell’ultima frazione. Boston però si complica la vita contro un Trae Young perfetto in attacco per tre quarti e un John Collins che chiude con 20 punti, sei assist e una caterva di rimbalzi d’attacco che riportano a contatto gli Hawks. Vince Carter gioca una partita sontuosa in uscita dalla panchina - 16 punti in 20 minuti, con percentuali semi-perfette sporcate nel finale - e a Boston tocca vincerla di nuovo. Serve una scarica d’energia (soprattutto in difesa) e a rispondere presente come al solito è Marcus Smart - il miglior giocatore del match. La sua difesa su Young è da manuale e porta a ben cinque recuperi in una partita per lui da 16 punti e nove assist, ma soprattutto risveglia lo spirito dei compagni che troppo spesso tendono ad addormentarsi nel corso del match. A mettere la ciliegina sulla torta è Irving, che stoppa l’ultimo tentativo utile a 40 secondi dal termine di Collins, ma non trova il decimo assist che gli avrebbe regalato la terza tripla doppia in carriera (e la seconda in fila) al termine di un match da 30 punti e 11 rimbalzi. Boston funziona meglio con Aron Baynes sul parquet (+18 di plus/minus) e raccoglie ben 23 punti da un sempre più ispirato Jaylen Brown. Una rotazione ridotta da sfruttare a gara in corso, visto che Gordon Hayward dura meno di un minuto sul parquet prima di beccare in pieno volto un brutto colpo contro la spalla sinistra di Collins. Il primo responso parla di stiramento al collo, la sfortuna invece non vuole saperne di lasciarlo in pace.
Il racconto del primo periodo
La voglia di difendere a mezzogiorno è sempre molto poca, come dimostra la sbadata pressione messa sul pallone dagli Hawks - che non fanno nulla per invertire la tendenza che li vede essere la peggior difesa NBA per punti concessi nei primi 12 minuti. La buona notizia per Atlanta e per la partita è che gli ospiti fanno canestro e rispondono colpo su colpo. Il talento agli Hawks non manca, come dimostra una sequenza che ben riassume la stagione di Atlanta: Trae Young segna una tripla fuori equilibrio dopo un fallo, ma il gioco da quattro punti non viene concesso e resta soltanto una rimessa di battere. Dopo quella, John Collins sbaglia una schiacciata, prima di farsi perdonare stoppando in recupero in maniera impressionante Marcus Morris. La sfida si accende poco prima del primo timeout quando Young e Irving realizzano un paio di canestri a testa, cercando il testa a testa uno contro l’altro. Il rookie degli Hawks a quel punto cerca il colpo grosso con la tripla da dieci metri, ma si ferma soltanto sul ferro. A rispondere è Irving, che scappa in contropiede, rinuncia al lay-up da sotto e si prende i tre punti dall’angolo, quasi a spiegare a Young che la strada da percorrere è ancora tanta prima di eguagliare i livelli del n°11 dei Celtics. I ragazzi venuti dalla Georgia però non vogliono recitare la parte delle vittime sacrificali - come accaduto in due dei tre precedenti, tutti conclusi con una sconfitta dagli Hawks - stringendo un paio di viti in difesa e conquistando rapidamente il +5 che costringe coach Stevens al timeout. La seconda metà del primo quarto però è caratterizzata soprattutto dal dominio dei Celtics, che chiudono la prima frazione con ben 43 punti a segno. Dodici portano la firma di Irving, in una frazione da 61% dal campo e 55.6% dall’arco per i padroni di casa. L’unico dato che non torna è il +7 sul tabellone: poco margine per un primo quarto dominato in questo modo.
Il racconto del secondo periodo
La dolce luna di miele offensiva però non dura a lungo e i Celtics iniziano un minimo a rallentare, galleggiando a un paio di possessi di vantaggio su Atlanta, che tira fuori Young e affida le chiavi del quintetto a Collins. Tutto ruota attorno a lui - e gli otto rimbalzi di squadra dopo 16 minuti sono lì a dimostrarlo - anche se il n°20 degli Hawks non riesce a incidere come vorrebbe (un paio di triple con enorme spazio sbagliate avrebbero riportato in parità la sfida). Dall’altra parte a tenere avanti i Celtics ci pensa l’intensità delle giocate di Smart, come al solito il metronomo emotivo della squadra. Dopo il timeout, torna a posto la mira di Boston a cui basta letteralmente fare canestro in tre possessi in fila per prendere 14 lunghezze di vantaggio. La differenza di forza e motivazione appare evidente, al netto dell’impegno profuso da entrambe le parti. Un’altra interruzione del gioco non cambia l’inerzia, con Smart che mangia il pallone a Young dopo aver compiuto alla perfezione lo scivolamento difensivo e portando i Celtics sul +16. Un passivo reso meno pesante soltanto dall’enorme talento del rookie di Atlanta, che trova i tre punti ben oltre gli otto metri di distanza. Uno svantaggio che torna anche in singola cifra quando Collins supera i dieci punti segnati, ma il brivido dura poco e viene scacciato via da una super schiacciata di Jaylen Brown. L’highlights del primo tempo arrivato in extremis, in una partita da +12 all’intervallo lungo per Boston.
Il racconto del terzo periodo
Il riposo negli spogliatoi non cambia l’inerzia della sfida, anche perché le motivazioni e il tasso tecnico continua a essere chiaramente a favore dei Celtics. Irving segna e fa segnare, armando la mano di un preciso Smart e poi mettendosi in proprio con la tripla: il +19 fissa il nuovo massimo vantaggio nel match dei Celtics e costringe Atlanta a chiamare di nuovo timeout. Young inventa da distanza siderale un paio di canestri di puro talento, ma agli Hawks manca tutto il resto: sulla seconda tripla del quarto firmata dal rookie, la regia fatica a stare dietro al canestro dei Celtics, che lanciano il contropiede con Smart per Tatum che appoggia indisturbato contro una difesa che si dimentica di corrergli dietro. Così è complicato immaginare una risalita dal -18 a un quarto e mezzo dalla sirena. In una partita che appare indirizzata nel risultato, menzione d’onore va fatta per Vince Carter che alla veneranda età di 42 anni continua a fare il suo, in doppia cifra senza troppa fatica già a metà terzo quarto. Sforzo vano contro Boston che supera i 100 punti sul tabellone con 15 minuti ancora da giocare: è il risultato di un 14-3 di parziale guidato da Irving che vuole guadagnarsi un intero quarto periodo di riposo, anche se la risposta di Atlanta in parte arriva e costringe coach Stevens a chiamare timeout. L’inerzia prosegue in favore degli ospiti, che chiudono in crescendo il quarto sul 105-92.
Il racconto del quarto periodo
Tatum più le riserve fanno una fatica bestiale a fare canestro e così, un passettino alla volta, gli Hawks si riportano in singola cifra di svantaggio, costringendo i titolari come Smart dopo meno di tre minuti a togliersi di nuovo la tuta. Atlanta tocca anche il -7 dopo un lungo inseguimento, prima di riportare sul parquet anche Irving. Boston però tira 1/10 per aprire il quarto periodo e Young non fa in tempo a rimettere piede in campo che mette in fila i cinque punti che lasciano un solo possesso di distanza tra le squadre, confermando il momento di grazia che il rookie degli Hawks sta vivendo nelle ultime settimane. La partita diventa molto fisica e la difesa dei padroni di casa spesso ingenuamente regala liberi agli avversari, che trovano la parità sul 112-112 dopo essere stati sotto di 25 punti neanche 15 minuti prima. Serve carica, serve difesa e il recupero più importante della partita lo mette a referto Smart, convertito poi in cinque punti di vantaggio in favore dei Celtics. Due liberi di Morris e poi un’altra rubata pazzesca per tempi ed efficacia da parte di Smart. Punti che sono ossigeno allo stato puro per i biancoverdi. Due liberi di Morris e poi un’altra rubata pazzesca per tempi ed efficacia da parte di Smart. Punti che sono ossigeno allo stato puro per i biancoverdi. Anche senza Gordon Hayward - fuori dopo un solo minuto di gioco per un colpo al volto che gli ha causato uno stiramento al collo - Boston va avanti di nuovo in doppia cifra nel finale grazie al solito asse: Smart in difesa ruba palla, Irving segna la tripla che lo porta a quota 30. I padroni di casa fanno di tutto per complicarsi la vita e alla fine la giocata decisiva la piazza sempre il n°11 dei Celtics in difesa, stoppando Collins sul possesso che rimette otto punti di distanza tra le squadre a 16 secondi dalla sirena. Finisce così: 129-120 in favore dei Celtics.