Il dato "grezzo" racconta che delle 9 gare in cui quest'anno Westbrook ha tirato 15 o meno volte, i Thunder ne hanno vinte 7 (46-9 il bilancio da quando a OKC non c'è più Durant). Molto più complesso però stabilire il giusto equilibrio tra i suoi tiri e i passaggi per il bene di OKC
È un dibattito non certo nuovo, un argomento sollevato da più parti già diverse volte, riconosciuto e affrontato anche dallo stesso Russell Westbrook, ad esempio durante i playoff 2016 (dopo una sua gara-3 da 10/31 al tiro – e sconfitta – contro i San Antonio Spurs): “Ho tirato troppo. In tutta onestà penso di dover far meglio nel procurare buoni tiri ai miei compagni, coinvolgendoli di più. Colpa mia”, aveva detto al tempo. Un’accusa che il prodotto di UCLA ha sentito tante volte, e che è tornato di attualità anche quest’anno nonostante Westbrook stia guidando tutta la lega per media assist, con oltre 10 a sera. È successo quando è emerso il dato – grezzo e che come tale va approfondito – per cui nelle 9 partite in cui finora ha tirato 15 o meno volte i Thunder sono usciti vincenti dal campo 7 volte. Il campione statistico ovviamente è minimo, ma si può ampliare facilmente alle ultime tre stagioni, quelle disputate da Westbrook senza più Kevin Durant al suo fianco. Nelle precedenti annate – dal suo ingresso nella lega nel 2008-09 fino al 2015-16 – soltanto una volta il n°0 di OKC aveva chiuso il campionato tentando più di 20 tiri a sera (22 nella stagione 2014-15), dato invece regolarmente superato nelle ultime tre stagioni (quest’anno sta viaggiando a 20.3 tiri a sera). In questo arco temporale di tre anni, nelle gare chiuse da Westbrook con 15 o meno tiri tentati il record resta un ottimo 47-9 (83.9%), perché il bilancio è di 13 vinte e 2 perse lo scorso anno e di 25 vinte a fronte di sole 5 sconfitte nel 2016-17. Dopo il primo anno in solitaria, senza Durant – quello concluso con il titolo di MVP e con le storiche 42 triple doppie in stagione – il rapporto tra tiri tentati e passaggi di Russell Westbrook è calato e si è assestato su un valore (0.34) che parla approssimativamente di un tiro ogni tre passaggi (quest’anno la point guard dei Thunder manda a referto 59 passaggi a fronte di poco più di 20 tiri). Lo stesso valore nella stagione 2016-17 era di 0.417, a testimoniare lo sbilanciamento (eccessivo?) di un gioco di squadra troppo incentrato sulle conclusioni in prima persona di Westbrook.
Westbrook (anche) passatore: i numeri parlano per lui
Difficile però dare dell’egoista a un giocatore che guida tutta la NBA sia per punti creati da suoi assist (le 10.3 assistenze di media che lo piazzano al primo posto nella lega producono 25.4 punti a sera per i suoi Oklahoma City Thunder) che per il dato totale che somma assist, assist secondari e passaggi che portano in lunetta i propri compagni (11.5, più di uno in più rispetto a Kyle Lowry, secondo nella lega). Un giocatore che, negli ultimi tre anni, guida la lega anche per percentuale di assist (la percentuale dei canestri di squadra derivanti da suoi passaggi, quando è in campo) e che quest’anno insegue solo James Harden nella statistica che registra il numero di possessi conclusi in proprio sommato a quello degli assist nel corso di una gara: se sono 37.6 quelli di Westbrook, assommano a 41.5 per il leader dei Rockets ma la percentuale di tali possessi conclusa con un assist del leader dei Thunder è del 27% abbondante contro il 18% scarso di Harden, molto più orientato alla conclusione individuale. Unendo le indicazioni fornite dai dati del Westbrook passatore a quelli relativi alle sue partite con un numero contenuto di conclusioni – e pensando alla presenza, già lo scorso anno ma ancora di più questo, di una potenziale prima opzione offensiva come Paul George – viene naturale chiedersi cosa potrebbe succedere se Westbrook accettasse un ruolo maggiormente di facilitatore all’interno dei Thunder (di cui oggi invece continua a essere il giocatore più utilizzato, con oltre il 30% di usage rate, contro il 28.6% di George). Dopo un periodo molto positivo a cavallo tra metà gennaio e metà febbraio, l’ultimo mese di OKC ha lasciato tante, troppe perplessità, con 14 sconfitte nelle ultime 20 gare disputate. Forse è il momento di cambiare qualcosa negli equilibri interni dei Thunder, e forse un diverso ruolo di Westbrook potrebbe giovare alla squadra di coach Billy Donovan.