Guidati dai 18 punti di LaMarcus Aldridge, ai San Antonio Spurs basta giocare bene un quarto per avere ragione dei Cleveland Cavaliers. Marco Belinelli torna in campo nel secondo tempo e chiude con 0 punti in 14 minuti
Cleveland Cavaliers-San Antonio Spurs 90-112
Dopo il successo a Washington, ai San Antonio Spurs basta accelerare giusto un quarto per avere ragione dei Cleveland Cavaliers. Il quarto di riferimento, in particolare, è il secondo, nel quale i neroargento segnano 38 punti contro i 22 degli avversari, creando quel solco che li porterà poi a guidare anche di 27 lunghezze nel corso della partita. Una sfida che va talmente bene che coach Popovich a un certo punto decide anche di rimettere in campo Marco Belinelli nel corso del secondo tempo, dopo che un problema all’anca lo aveva tenuto fuori dalla partita a Washington e nello stesso primo tempo. Per la seconda volta in fila dopo la gara di Denver, però, l’italiano chiude senza punti a referto in una “sgambata” di 14 minuti. Non che ce ne fosse particolarmente bisogno: guidati dai 18 punti e 13 rimbalzi di LaMarcus Aldridge, San Antonio ha avuto giusto la necessità di altri quattro giocatori in doppia cifra (DeRozan, Mills e Bertans a 14, Forbes a 13) per avere ragione degli avversari. La resistenza di Cleveland, per la verità, è poca cosa: con Channing Frye titolare “ad honorem” in una delle sue ultime partite in carriera, a chiudere in doppia cifra sono i suoi quattro compagni, con Collin Sexton e Brandon Knight a quota 16, Cedi Osman a 12 e Larry Nance a 11+10. Dalla panchina solamente Ante Zizic ha le forze di segnarne 14, mentre pure Kevin Love si ferma solo a 5 con 2/4 al tiro in meno di 13 minuti.