Il centro dei Portland Trail Blazers ha peggiorato la situazione della sua spalla nel primo overtime della gara con Denver, rimanendo stoicamente in campo per 56 minuti nonostante la lussazione. "Ho dovuto mettere il braccio nella maglietta, ma non potevo lasciare i miei compagni"
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Gara-3 tra Portland e Denver è stata una maratona, ma per Enes Kanter è stata più che altro una via crucis. Già alle prese con un infortunio alla spalla, il centro turco dei Nuggets teme di aver peggiorato la situazione nel corso del primo supplementare aggravando la lussazione con cui sta cercando di convivere. “Nel primo supplementare temo si sia lussata ancora di più” ha detto dopo la partita. “Ho dovuto infilare il braccio nella maglietta perché non riuscivo a tenere su il braccio. Sono contento di aver portato a casa la vittoria. A qualsiasi costo. Bisogna sacrificare tutto. Sono orgoglioso dei miei compagni”. Kanter ha retto sorprendentemente bene per un giocatore alle prese con un infortunio così male, pur venendo puntato ad ogni singola azione dagli avversari e senza riuscire ad alzare il braccio sinistro. In particolare, ha mosso benissimo i piedi contro Jamal Murray sull’ultima azione del terzo supplementare, costringendo il canadese a un difficile tiro da 9 metri che ha mandato le squadre al quarto overtime. Kanter ha finito per giocare 56 minuti e 28 secondi, il terzo più utilizzato della squadra dietro a C.J. McCollum (60:01) e Damian Lillard (57:59), chiudendo con 18 punti e 15 rimbalzi con 8/16 al tiro e anche una tripla a segno nel corso del terzo quarto. Non a caso però nei supplementari ha sbagliato 4 dei 5 tiri tentati, dando l’impressione di fare fatica ad alzare le braccia con i soliti tempi. In difesa, però, ha dato tutto quello che aveva – ed è ciò che serviva ai Blazers per andare sul 2-1 nella serie. “Tutto il pubblico era in piedi a incitarci” ha ricordato Kanter, protagonista nei giorni pre-partita dell’ennesima polemica con la sua madre patria. “Dame [Lillard] è venuto da me e mi ha detto ‘Ehi, solo un supplementare in più’. Me lo ha dovuto dire tre volte. ‘Un altro overtime, giochiamo duro’. Non volevo lasciare da soli i miei compagni. A volte bisogna sacrificarsi per poter vincere”. Il suo status per gara-4, in programma nella notte tra domenica e lunedì, è però in dubbio: “Prenderò degli antidolorifici e spero di essere in condizione di giocare. Ma conto di esserci”.