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McCollum trascina Portland in finale a Ovest, Denver battuta in casa in gara-7

NBA

Gara-7 è nervosa e a tratti tutt’altro che bella ma regala grande intensità e si decide solo all’ultimo possesso: senza i migliori Damian Lillard e Jamal Murray, a prendersi il palcoscenico è un immenso C.J. McCollum da 37 punti, ma i Blazers trovano contributi fondamentali anche da Zach Collins e Evan Turner. Non bastano a Denver i 29 punti e 13 rimbalzi di Nikola Jokic

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Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 96-100

Primo tempo

Le impronte di uno dei giocatori più attesi – Nikola Jokic – sono ben visibili sulla gara fin dal suo avvio: sono infatti del serbo dei Nuggets 8 dei primi 12 punti di Denver (con 3/3 al tiro), con i padroni di casa che partono fortissimo e si prendono 5 punti di vantaggio su Portland. I Blazers sembrano accusare il colpo ma reagiscono grazie ai punti di C.J. McCollum, che segna 3 dei primi 4 tiri della sua partita, evitando ai suoi un tracollo iniziale. L’ondata dei Nuggets però non si ferma: gli uomini di coach Michael Malone vanno al ferro con troppa facilità, trovano punti facili con tutti i loro uomini migliori (7 a testa anche per Jamal Murray e Gary Harris, 6 per Paul Millsap) e chiudono il primo quarto con percentuali vicinissime al 50% e un vantaggio già in doppia cifra, 29-17, sfruttando anche le mani fredde dell’attacco di Portland, che sbaglia a ripetizione. La panchina degli ospiti – già positiva nel corso della serie – prova a dare una scossa, ma Rodney Hood sbaglia i primi quattro tiri della sua gara e Zach Collins fa poco meglio, ma quello che manca più di tutto ai Blazers è l’apporto di Damian Lillard, ancora a zero punti dopo i primi 16 minuti di gioco (0/6). Proprio una sua disastrosa palla persa regala due punti facili a Monte Morris che danno ai Nuggets il massimo vantaggio della serata (+17) sul 39-22, costringendo Stotts al time-out. Sono 11 i punti di McCollum (con 5/9), 11 anche quelli di tutto il resto del roster di Portland, che tira 4/25. A metà del secondo quarto arriva finalmente il primo canestro di Lillard, mandato poi in lunetta per quattro liberi che riportano il deficit dei suoi in singola cifra (39-31, 8-0 di parziale). A interrompere il break degli ospiti ci pensa ancora una volta Jokic, che raggiunge la doppia cifra personale, ma il n°0 di Portland prova ad accendersi e Portland si aggrappa disperatamente a lui – dopo gli eroismi di McCollum, che ha già 15 punti all’intervallo – per restare in partita. Gli ospiti però tirano il 30% dal campo nel primo tempo, un tragico 1/14 da tre punti (0/4 il bilancio per Lillard) e segnano solo 39 punti: i Nuggets da par loro mancano un paio di volte il colpo del ko (fredde anche le loro mani da fuori, 2/10 dall’arco) e così chiudono davanti il primo tempo ma solo di 9 punti, 48-39, guidati dai 13 di Jokic (con 5 rimbalzi ma senza assist).

Secondo tempo

L'avvio della seconda metà di gara vede Portland provare ad avvicinarsi ancora, sfruttando i punti di un McCollum immenso: 8 dei primi 12 dei Blazers portano la sua firma, che si porta a quota 23, ma è con 4 punti consecutivi di Enes Kanter gli ospiti si riportano addirittura a -3, sul 55-58. Entrano nell’equazione di una drammatica gara-7 anche gli infortuni: una botta su un blocco cieco toglie dai giochi Rodney Hood da una parte, mentre dall’altra è Torrey Craig ad avere grossi problemi a un dito della sua mano di tiro. Gli ospiti hanno la palla del pareggio verso la fine del terzo quarto con McCollum ma il suo errore è punito al canestro opposto da due canestri di Harris e Murray, e i Nuggets tornano a respirare. Quando mancano soltanto dodici minuti alla sirena finale di una sfida senza domani mancano sempre due grandi protagonisti: all’1/11 di Lillard da una parte, risponde Jamal Murray con 3/15 dall’altra e così è ancora McCollum a siglare il primo vantaggio dei Blazers nella partita sul penultimo possesso del quarto, che termina sul 72-71 per i padroni di casa. Il n°3 di Portland sfiora già i 30 punti (29 con 13/21 al tiro), Jokic la doppia doppia (21 con 9 rimbalzi) ma continuano a essere disastrose le percentuali da tre punti di entrambe le squadre: 1/19 per gli ospiti, 2/13 per i padroni di casa, fatte pari (40%) quelle dal campo. Stotts rischia più di Malone anche in avvio di quarto quarto, tenendo Lillard e McCollum in campo assieme fin dall’inizio, con anche Evan Turner e soprattutto continuando a dare fiducia a Collins, che pur con 5 falli lo ripaga con una tripla, due liberi a segno, un assist e due stupende giocate difensive. La prima tripla di Lillard dopo 7 errori costringe Denver al time-out, sotto di 5: al rientro Jokic firma 5 punti in fila per non far scappare gli avversari, ma ora Portland sembra averne un po’ di più, trovando giocate importanti anche da Turner, che tocca la doppia cifra. Le guardie dei Blazers allungano le loro mani sulla partita con il loro contributo a 360° gradi: dette delle percentuali insufficienti di Lillard (che però mette la tripla del +7 a poco più di tre minuti dalla fine), il n°0 sfiora la tripla doppia mentre McCollum aggiunge alla sua splendida serata offensiva anche la bellezza di 9 rimbalzi. I padroni di casa però non mollano, si giocano tutto nel finale e stringendo le maglie in difesa ritornano a -1 a meno di 30 secondi dalla fine, con un raro canestro di Murray. L’ultimo possesso dei Blazers è anche l’ultimo capolavoro della serata di McCollum, che in isolamento batte Craig e segna il 37° punto della sua serata per il +3, che lascia 11 secondi ai Nuggets per poter pareggiare. Portland invece fa fallo, Jokic in lunetta fa solo 1/2, mentre Evan Tuner fa 2/2 dall’altra parte, porta a +4 i suoi a 8 secondi dalla fine e poi cattura il rimbalzo sull’errore finale di Jokic. Vince Portland, che sbanca Denver grazie ai 37 punti di C.J. McCollum, ma coach Stotts ne ha anche 14 con 7 rimbalzi inaspettati da Evan Turner, 13 con 10 rimbalzi e 8 assist da Lillard e una doppia doppia (12+13) da Enes Kanter. Ai Nuggets - traditi da un Murray da 4/18 al tiro per 17 punti e dal 3/13 di un Millsap mai determinante – non basta uno Jokic da 29 con 26 tiri cui aggiunge anche 13 rimbalzi ma soli 2 assist, frutto del piano partita di Stotts, che lo marca in copertura singola, senza raddoppi.