I Golden State Warriors vincono anche gara-4 dopo un supplementare e staccano il biglietto per le quinte Finali consecutive. Decisivi Steph Curry e Draymond Green, prima coppia di compagni entrambi in tripla doppia nella stessa partita di playoff nella storia della NBA. Ai Blazers non bastano gli 86 punti del trio Lillard-McCollum-Leonard
Per compiere un’impresa che non è riuscita a nessuno negli ultimi 53 anni serviva una prestazione mai vista prima. Ma se c’è una cosa a cui questi Golden State Warriors ci hanno abituati dopo cinque anni di successi è che riscrivere la storia è un po’ la loro missione. Nessuna coppia di compagni era mai riuscita a chiudere una tripla doppia contemporaneamente nella stessa partita, almeno fino a stanotte quando ci sono riusciti Steph Curry e Draymond Green. Sono loro due i volti in copertina del quarto successo su quattro ai danni dei Portland Trail Blazers, che si sono dovuti arrendere anche in gara-4 dopo un supplementare davanti ai 37 punti, 13 rimbalzi e 11 assist di Curry e i 18 con 14 rimbalzi e 11 passaggi vincenti di Green. Loro due hanno anche confezionato la giocata decisiva della partita nell’ultimo minuto dell’overtime: quando Curry si è visto raddoppiato in punta dalla difesa di Portland, ha scaricato a Green sull’arco che si è preso la responsabilità del tiro più pesante delle finali di conference, mandando a segno la sua unica tripla di serata per il +4 a 39 secondi dalla fine. Un colpo da cui i Blazers non si sono più ripresi, pur accorciando le lunghezze con un sottomano di Damian Lillard a 32 secondi dalla fine e avendo la possibilità di un ultimo tiro a 2.5 secondi dal termine. La tripla dall’angolo di Lillard è stata però contestata alla perfezione da Klay Thompson, suggellando così l’ennesima vittoria in rimonta di Golden State che era finita sotto anche di 17 sul finire del terzo quarto. E le rimonte sono state una costante di tutta la serie, con i campioni NBA in carica capaci di recuperare da -17 anche in gara-2 e addiritttura da -18 in gara-3. In tutta la serie Golden State è stata sotto nel punteggio per più minuti (101) di quanti invece abbia condotto (83) e il parziale combinato dei primi tempi dice un +23 Blazers che si ribalta però in un +61 Warriors tra secondi tempi e overtime. L'ultima impresa degli Warriors in gara-4 nasce con un parziale di 12-0 che accorcia le distanza all'inizio del quarto quarto, mentre è un canestro di Draymond Green a portare davanti i californiani con 3'30" ancora da giocare. Da quel momento in poi la gara resta in equilibrio, trascinandosi ai supplementari, ma la maggior esperienza di Curry e compagni ha finito ancora una volta per avere la meglio: "Siamo già stati in queste situazioni, abbiamo già vissuto questo tipo di esperienze", ammette il n°30 degli Warriors.
Una rimonta storica
La serata non inizia bene per Golden State, costretta a rinunciare – oltre agli infortunati cronici DeMarcus Cousins e Kevin Durant – anche ad Andre Iguodala. Senza tre membri del quintetto base, a partire titolari per coach Kerr ci sono quindi Alfonzo McKinnie e Jordan Bell ma ciò nonostante gli Warriors reggono bene nel primo quarto, concluso avanti di un punto, 36-35. La coperta però è corta, così come le rotazioni dei californiani, e nel secondo quarto si vede: Portland mette la testa avanti sfruttando il clamoroso primo tempo di Meyers Leonard, già a quota 25 punti con 10/12 al tiro, e chiude il primo tempo sopra di quattro, 69-65. Per la terza volta consecutiva nella serie Golden State insegue all’intervallo e per la terza volta in fila riuscirà a spuntarla, un’impresa che non accadeva dai tempi degli Houston Rockets (contro i Phoenix Suns) nella finale della Western Conference del 1975. Il merito è soprattutto della coppia magica Curry-Green, che nei secondi 24 minuti firmano entrambi 12 punti e 8 rimbalzi, aggiungendoci 6 assist il primo e 3 con anche 3 recuperi il secondo. La loro storica tripla doppia in contemporanea – che Green impreziosisce con la tripla decisiva del +4 a 39 secondi dalla fine – regala agli Warriors la quinta apparizione consecutiva in finale di conference, un record per qualsiasi squadra della Western Conference e un’impresa riuscita soltanto ai Boston Celtics a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, quando i biancoverdi furono capaci di giocarsi il titolo NBA per 10 stagioni consecutive. Per i californiani ci sono 17 punti anche da Klay Thompson, autore di ottime difese nel finale di gara, e una importante doppia doppia di Kevon Looney in uscita dalla panchina, capace di contribuire con 12 punti e 14 rimbalzi. Per Portland il migliore di serata è un sorprendente Meyers Leonard, al suo massimo in carriera con 30 punti cui aggiunge anche 12 rimbalzi. Si ferma solo due punti più sotto Damian Lillard, a quota 28 con 12 assist: a lui i Blazers affidano con 3 secondi sul cronometro l’ultimo tiro da tre – dall’angolo, fuori equilibrio – per provare a vincere in overtime ma il pallone si spegne sul primo ferro. Il suo 11/24 al tiro è simile al 10/22 confezionato da C.J. McCollum, ma di tutti gli altri Blazers solo Zach Collins raggiunge la doppia cifra, a quota 10 in 11 minuti. Pur terminando con percentuali di tiro migliori (soprattutto da tre punti, il 39% contro il 31% scarso degli Warriors), Portland paga dazio a rimbalzo, dove viene travolta 56-38. Sono 15 quelli catturati da Green e compagni in attacco, che portano ad altrettanti punti da seconde opportunità, contro i soli 7 dei padroni di casa. Che per il secondo anno vengono eliminati dai playoff con un cappotto, 4-0, ma la lucidità di Lillard nel dopo-partita riassume al meglio la sconfitta: “Un conto è finire fuori al primo turno, come l’anno scorso [contro New Orleans, ndr], un conto farlo in finale di conference”.