Il comportamento a bordocampo del rapper canadese ha generato le reazioni di coach Budenholzer e dei tifosi di Milwaukee. La NBA osserva pronta a intervenire, ma Drake sui social non fa nessun passo indietro
I regolamenti NBA in materia – c’è un codice di comportamento per i tifosi – parlano chiaro: “La lega si impegna ad assicurare a tutti (i propri fan) un’esperienza divertente, sicura e piacevole”. Poi però ci sono fan speciali, i cosiddetti VIP e un VIP ancora più speciale, perché Drake dal 2013 ricopre anche un ruolo – quello di “ambasciatore globale” all’interno dei Toronto Raptors. Così i suoi recenti comportamenti a bordocampo durante gara-3 e gara-4 della serie che vede i canadesi impegnati contro Milwaukee, per alcuni decisamente sopra le righe, stanno scatenando un vero e proprio polverone attorno alla sfida. L’antagonista scelto dal rapper canadese è sempre Giannis Antetokounmpo, la superstar avversaria: prima c’è stato il plateale saluto rivolto a distanza – volto immobile, distacco quasi regale – dopo la sconfitta al termine di due tempi supplementari in gara-3; quindi, durante gara-4, in occasione di un errore del greco in lunetta, l’esplosione in una risata di scherno a favore di telecamera. A impreziosire il tutto, sempre nell’ultima partita disputata a Toronto, anche un breve massaggio alle spalle di coach Nick Nurse durante l’ultimo quarto. Per molti, a Milwaukee e in giro per il mondo, un po’ troppo: “Non vedo nessuno – che non sia un giocatore o un allenatore – avere quel tipo di accesso al campo”, il primo commento di coach Mike Budenholzer. Che aggiunge: “Non ho idea di quanto tempo passi in campo, sono concentrato sulla gara ovviamente, ma mi sembra di capire che sia più di quanto possa immaginare. Ci sono regole e confini da rispettare per i tifosi in questa lega – anche per Drake, qualsiasi sia il suo ruolo ai Raptors – e di solito la lega sa come far rispettare certi regolamenti”. Un messaggio che l’allenatore dei Bucks ha voluto mandare anche a protezione della sua superstar, che invece – in tono con il personaggio – non ha rilasciato nessun tipo di commento rivolto all’artista canadese. Lo ha fatto invece un dirigente di quella che era la sua agenzia, Octagon, al tempo in cui Antetokounmpo giocava in Europa, Georgios Dimitropoulos, con un tweet poi cancellato: “Immaginatevi un concerto e un atleta – seduto in un posto da VIP, al fianco della band – che si alzi per invadere il palco e mettersi in mostra durante il concerto stesso, sapendo che le telecamere sono su di lui, magari massaggiando il cantante a un certo punto. Il tutto con il beneplacito della sicurezza e dello stesso allenatore. Non ho mai visto nulla di più irrispettoso di un comportamento del genere…”.
I precedenti con Drake
Non tutti vedono in maniera completamente negativi i comportamenti tenuti da un tifoso (seppur speciale) come Drake. Reggie Miller, ai microfoni di TNT durante la telecronaca, lo ha definito “lo Spike Lee 2.0”, facendo riferimento al famoso regista tifosissimo dei Knicks che proprio con Miller ha inscenato teatrini diventati leggendari dal suo posto in prima fila al Madison Square Garden. Addirittura sul New York Times è comparso un articolo di difesa – e anzi, di divertita ammirazione – verso il trasporto con cui Drake segue la sua squadra, che definisce il rapper “la personificazione da sogno di quello che oggi è la lega stessa – giovane (Drake ha 32 anni), internazionale e credibile tra i giocatori”. Nella NBA del 2019, si legge ancora sul quotidiano newyorchese, “quello che conta davvero è dare un’idea di strapotenza, occupare più spazio (mediatico) possibile. Avere Drake come faccia dei Raptors e, per estensione, della lega stessa è una situazione ideale ed esclusiva, solo la NBA può vantare”. Il primo a non vedere come offensivi o sopra le righe i comportamenti di Drake è… Drake stesso, che ha reagito su Instagram alle critiche piovutegli addosso dopo gara-3 e gara-4: “I giornalisti sportivi devono semplicemente accettare quello che – dopo l’affermazione dei Miami Hurricanes [leggendaria squadra di football NCAA famosa per la sua arroganza in campo e fuori, ndr] negli anni ’80 – è diventata legge: se non vuoi che la squadra avversaria balli, rida, scherzi e celebri i propri successi, l’unico modo è impedirle di segnare, di vincere o di raggiungere il proprio obiettivo. Fatevene una ragione”.
La radio di Milwaukee che non trasmette più Drake
A non essere però del tutto d’accordo con questo atteggiamento di sfida verso tutto e tutti è la NBA stessa, che già un anno fa – dopo gara-1 di semifinale di conference tra Toronto e Cleveland – aveva espressamente richiesto ai Raptors di fare in modo che Drake “controllasse maggiormente toni e atteggiamenti a bordocampo”, dopo che il rapper era arrivato quasi alle mani con Kendrick Perkins. Ovviamente anche a Milwaukee il rapper canadese non è tra gli artisti più amati al momento, anzi. Una radio cittadina – 103.7 Kiss FM – ha scelto di escludere le hit di Drake da quelle in rotazione sulle proprie frequenze per tutto il periodo della sfida tra Bucks e Raptors. Il primo brano a farne le spese è “In my feelings”, solitamente in rotazione nella programmazione mattutina di Kiss FM. “Ci prendiamo una pausa da te – hanno fatto sapere – ma hold on, resisti, you’re going home, te ne stati tornando a casa”, citando il singolo del rapper che nel 2013 ha impazzato (Hold on, we’re going home). Insomma, di Drake si sta parlando tanto, ma non sempre in maniera positiva o gentile: forse aveva ragione Complex – uno dei siti più seguiti tra i fan anche NBA – che incoronava l’artista canadese come “la celebrità-tifoso più fastidiosa in assoluto”.