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NBA Finals 2019, Siakam 32 punti e una dedica speciale: "A mio padre e all’Africa"

NBA

Mauro Bevacqua

L'assoluta protagonista di gara-1 ammette che avrebbe dato "del pazzo" a chiunque gli avesse previsto una serata come questa solo qualche anno fa. Ma Draymond Green fa autocritica: "Giù il cappello davanti a lui, ma è colpa mia"

SIAKAM, I NUMERI DI UNA GARA INCREDIBILE

TORONTO SORPRENDE GOLDEN STATE, È 1-0

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TORONTO — Nella conferenza stampa dopo gara-1 si parla soltanto di un ragazzo di 25 anni, alla sua prima partita di sempre in finale NBA, capace di prendersi di prepotenza un palcoscenico che dovrebbe appartenere agli Steph Curry o ai Kawhi Leonard, ai Klay Thompson o ai Marc Gasol. Invece l’MVP indiscusso della prima partita di finale 2019 è Pascal Siakam. “Non è incredibile?”, viene chiesto al suo allenatore, Nick Nurse. “Lo è, vero?”, la sua conferma. E poi regala un aneddoto, per provare a spiegare qualcosa di veramente difficile da spiegare: “Credo fosse due anni, il giorno dopo la nostra eliminazione dai playoff: Pascal era già in palestra, voleva a tutti i costi ‘imparare a tirare, perché ho capito che se voglio restare in campo nei playoff devo essere pericoloso al tiro’. Ha cambiato la sua meccanica, ci ha lavorato ogni giorno per tutta l’estate, anche due-tre volte al giorno. Ama lavorare duro, ha questa grande determinazione che lo ha spinto a trovare un ruolo in questa lega, migliorando giorno dopo giorno. E quando la gente quest’anno gli chiedeva se fosse sorpreso dei suoi miglioramenti, lui era il primo a dire di no, perché questo tipo di progressi erano esattamente quelli per cui ha lavorato e che si aspettava da se stesso. Si tratta di un’affermazione importante: è stato il primo a credere in sé e ha lavorato per centrare i suoi obiettivi”. “Il mio percorso è qualcosa di straordinario — ammette lui — e dimostra che se lavori puoi farcela. So che sembra un cliché, ma io non ho fatto altro che lavorare giorno dopo giorno, sapendo che avrei dovuto migliorare molto. Volevo farlo,  sentivo di potercela fare e quando ho capito che avrei potuto avere una chance di avverare i miei sogni ho fatto di tutto per ottenere il massimo. Certo, se a 18 anni se mi avessero detto che avrei segnato 32 punti alla mia prima partita di finale NBA avrei dato del pazzo a chiunque, perché non mi sarei mai potuto immaginare una gara del genere. Mi piacerebbe che fosse un esempio per tutti i ragazzi del Camerun e dell’Africa intera, perché possano pensare che una cosa così è possibile”. Siakam (che gioca con il n°43 per ricordare i 4 uomini della sua famiglia, suo padre e i suoi tre fratelli, e le 3 donne, sua madre e le due sorelle) proprio al padre — morto in un incidente stradale nel 2014 — ha voluto dedicare questa incredibile gara-1: “Ogni giorno mi chiedo cosa penserebbe di me mio padre, ogni volta che scendo in campo ho una motivazione che va al di là della pallacanestro stessa, che è più grande di me: gioco per ricordare e onorare mio padre”, dice. E non solo: “La mia crescita è il simbolo della crescita di tutta la pallacanestro africana: è stupendo rappresentare un intero continente”.

Le parole di avversari e compagni 

“Ha giocato con grande disciplina, è stato paziente, è andato a occupare le aree del campo dove rende di più, ma allo stesso tempo ha sfruttato la sua rapidità per aver la meglio dei suoi avversari quando ne ha avuta l’occasione”. Troppo spesso, secondo i suoi avversari. “Ha giocato una partita stupenda, è stato molto bravo in transizione — dice Draymond Green, spesso il suo marcatore principale — ma io l’ho lasciato entrare in ritmo troppo facilmente nel primo tempo. Devo fare meglio contro di lui e lo farò: colpa mia”. “Il suo motor non si ferma mai”, l’opinione di Steph Curry — e anche se pensi di correre al suo ritmo lui ha sempre un’altra marcia in più da ingranare. Quando mette la palla per terra sa cosa vuol fare, è bravo a finire vicino a canestro e stasera ha anche segnato due triple. Non dobbiamo concedergli troppi tagli facili a canestro, o tiri smarcati: stasera ha giocato alla grande, dobbiamo fare qualcosa per fermarlo domenica”. I suoi punti in transizione sono stati la chiave (9 dei suoi 32 arrivano dal contropiede) e lui lo spiega così: “Se posso correre e andare in transizione, ottenendo canestri facili, questo mi facilità: cerco di approfittare di qualsiasi cosa la difesa avversaria mi conceda ma nei playoff non sempre sono riuscito a segnare in transizione con questa efficacia”. “Ha giocato la partita di playoff della sua vita — dichiara Klay Thompson — ma domenica dobbiamo levargli le opportunità in transizione, che stasera sono state le chiavi della sua grande prestazione. Per me è uno dei migliori finalizzatori della lega, è lungo e atletico, è giusto rendergli merito”. D’accordo anche Draymond Green, non solo per quanto fatto da Siakam nei 48 minuti di gara-1 ma più in generale: “Bisogna levarsi il cappello di fronte a quello che è stato capace di fare da quando è arrivato nella lega. Ha lavorato tantissimo, ha tutto il mio rispetto, ma come ho detto stasera avrei dovuto far meglio io. La responsabilità è mia”. Una dichiarazione che è già una sfida in vista di gara-2: quando Siakam sarà chiamato a confermarsi, stavolta con gli occhi di tutto il mondo addosso.