La superstar dei canadesi rischia di vincere quasi da solo gara-5 mettendo a segno 10 punti in fila e portando i suoi sul +6 a 3 minuti dalla fine. Poi però "passa" l'ultimo tiro e si attira qualche critica, prontamente rispedita al mittente dal n°2 dei Raptors
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TORONTO — C’è stato un momento di gara-5 in cui il finale stava per essere scritto in maniera differente. Con cinque minuti e mezzo ancora da giocare e Toronto sotto di 2 punti, 93-95, Kawhi Leonard è sembrato prendere pieno ed esclusivo possesso della gara, marchiando a fuoco il finale dei suoi Raptors e mettendo una seria ipoteca sul destino della gara. Lo ha fatto con 10 punti consecutivi, una tripla seguita da un canestro da due e poi — dopo due punti messi a segno da Draymond Green dall’altra parte — da un altro canestro da tre punti a sua volta seguito dagli ultimi due punti, buoni per fissare il punteggio sul 103-97 per Toronto, un vantaggio di sei punti con soli tre minuti da giocare. E fa niente che Nick Nurse nel post-partita riconosca come “sei punti in tre minuti nella NBA di oggi sono un vantaggio da niente” — soprattutto se dall’altra parte ci sono Steph Curry e Klay Thompson — ma con 180 secondi da giocare, davanti al pubblico di casa in delirio, con sei punti di scarto e gli avversari a leccarsi le ferite rimaste aperte dopo l’uscita dal campo di Kevin Durant, la sensazione era che Kawhi Leonard avesse appena messo il suggello sul suo secondo titolo NBA accompagnato anche dal secondo titolo di MVP delle Finals, come successo già in maglia Spurs nel 2014. Invece — racconta — “loro hanno segnato 9 punti in un minuto, mandando a segno due triple consecutive: hanno avuto a disposizione alcuni tiri smarcati, Klay per due volte è rimasto completamente libero, Steph sfruttando un blocco ha segnato anche lui da tre. Sopra di tre abbiamo perso un brutto pallone, quando Lowry ha cercato Gasol in punta senza trovarlo. Loro hanno continuato a segnare, noi non siamo più stati capaci di farlo”, dice Leonard. Che sembra aver già chiari i motivi del mancato successo dei Raptors, un primo match point sprecato di pochissimo che in Canada sperano di non dover rimpiangere: “Nel primo quarto avremmo dovuto giocare meglio in difesa, perché abbiamo concessi troppi tiri smarcati, però abbiamo segnato 28 punti pur affrettando troppo alcune conclusioni”, l’analisi del n°2 dei canadesi. “Loro all’inizio tenevano il ritmo alto, cercando canestri in transizione. Poi ovviamente la differenza l’hanno fatta anche le 20 triple segnate, tra cui quelle pesanti nel finale di Klay e Steph. Hanno giocato molto bene anche negli ultimi tre quarti, dopo l’infortunio a Durant”.
Leonard: “A Oakland dobbiamo aggredire, non essere aggrediti”
Sta continuando a giocare bene anche lui, un soffio sotto i 30 punti di media dall’inizio della serie, con più di 10 rimbalzi e mezzo e il 38% da tre punti. In gara-5 le sue percentuali al tiro sono state a lungo insufficienti, prima della sfuriata offensiva nei minuti finali che a molti è sembrata l’acuto finale del grande tenore, quello con cui meritarsi gli applausi di tutto il teatro. Un acuto che — pur non regalando la vittoria ai Raptors — ha per l’ennesima volta dimostrato la strapotenza di Leonard in determinati frangenti di gioco, la sua capacità di decidere una partita e anche la cattiveria di voler azzannare alla giugolare l’avversario nel momento caldo di una gara. Tornano alla mante le parole pronunciate nel prepartita di gara-5 dal suo allenatore, Nick Nurse, ricordando la scena in spogliatoio dopo la sconfitta in gara-2 alla Scotiabank Arena solo una settimana fa. “Stavo dicendo ai ragazzi che tutto quello che avremmo dovuto fare era andare a Oakland per provare a vincerne una, compito non impossibile. Kawhi mi ha interrotto subito: ‘F**k that, andiamo a vincerle tutte e due’. E così è stato”. Ecco il killer che stava per uccidere anche la serie con quei 10 punti consecutivi messi a segno nel finale, finale in cui alcuni avrebbero voluto fosse lui — e non Kyle Lowry, con la tripla dall’angolo deviata da Draymond Green — a prendersi l’ultimo tiro della partita: “Perché non l’ho fatto? Perché sono stato raddoppiato — risponde lasciandosi andare a una rarissima risata — e onestamente non penso che sarei neppure riuscito a prendermi un tiro. Se hai due uomini addosso devi cercare di fare la giocata giusta, che per noi era quel tiro dall’angolo, solo che il pallone non è arrivato abbastanza velocemente a Kyle [Lowry]”. E così, con l’ultimo tiro che si infrange sul lato del tabellone, si infrangono anche le speranze di Leonard e dei Raptors di assestare il colpo del ko agli Warriors, rimandato gioco forza a una gara-6 da giocare fuori casa, davanti a un pubblico caldissimo che metterà i canadesi di fronte a un ambiente non certo facile: “Dobbiamo rispondere all’impatto emozionale che troveremo tornando a Oakland — dice Leonard — restare concentrati, limitare gli errori e cercare di essere noi gli aggressori e non gli aggrediti. Non sarà facile, questo lo sappiamo, ma se giochiamo 48 minuti intensi siamo fiduciosi di poter vincere”.