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NBA, Ettore Messina "Kawhi Leonard campione NBA? Contento per lui, ma il rammarico c'è"

NBA

Nel presentarsi come nuovo allenatore e presidente dell'Olimpia Milano, l'ex assistente degli Spurs parla dei suoi due rammarichi targati USA: "Avrei voluto una panchina mia, ci sono andato vicino ma non ce l'ho fatta. E vedere Kawhi Leonard campione a Toronto..."

ETTORE MESSINA SI PRESENTA A MILANO

In occasione della conferenza stampa di presentazione di Ettore Messina come nuovo allenatore e presidente dell’A|X Armani Exchange Milano, l’ex assistente allenatore di Gregg Popovich a San Antonio ha avuto modo di tornare spesso e volentieri sulla sua esperienza NBA all’ombra dell’Alamo. “Cinque anni fa ho scelto San Antonio perché lì vedevo le persone giuste – Gregg Popovich, RC Buford, Manu Ginobili… - e l’organizzazione giusta per quello che era il mio modo di lavorare”. Non rimpiange niente della scelta fatta: “Ho avuto la fortuna e l’onore di lavorare per 5 anni con il più bravo di tutti, Gregg Popovich: un uomo dalla grande capacità di relazionarsi con tutti, dalla grande capacità empatica e con un’intelligenza emotiva straordinarie. Coach Pop sa valutare quando bisogna spingere e quando occorre frenare e mollare un po’: credo di aver appreso molto, da questo punto di vista, per gestire al meglio il carico fisico ed emotivo della mia squadra”, dice Messina. Ma c’è anche dell’altro: “Sono sempre stato uno ossessionato dal risultato, che guardava con grande invidia a quelli che saggiamente ripetono come a essere importante sia il percorso prima ancora del risultato finale. Pop da questo punto di vista è un maestro, bravissimo nel mettere nella giusta prospettiva il risultato sportivo. Anche in questo mi piacerebbe essere migliorato stando al suo fianco”. Un’esperienza sicuramente arricchente ma che ovviamente non è stata soltanto rose&fiori: “Perché quando al capo quando andava giù la catena, andava giù la catena sul serio – dice Messina parlando di coach Pop – anche se poi c’era la capacità di recuperare ogni rapporto”. Anche dal punto di vista delle soddisfazioni professionali Messina è il primo ad ammettere sinceramente un piccolo senso di incompiuto: “Tutti sanno che avrei voluto raggiungere una panchina NBA e non ci sono riuscito. Mi avrebbe fatto piacere – e non lo nascondo – ma voglio assolutamente eliminare l’idea che io sia qui perché sono rimasto male dalla mancata panchina NBA e allora ho scelto Milano. No, non è così”, racconta.

“Leonard campione? Ah, se fosse rimasto con noi…”

Strappa poi una pagina dal manuale di Popovich quando gli viene chiesto del rapporto andato a male tra Kawhi Leonard e la franchigia del Texas, una crisi che ha portato alla richiesta di cessione del giocatore e allo scambio che lo ha mandato (insieme a Danny Green) a Toronto, in quei Raptors con cui ha appena vinto il titolo NBA: “Cosa è andato storto con Kawhi? Family business, avrebbe risposto Pop. Faccio lo stesso”, dice ridendo. E poi ammette: “Sul piano umano sono stato contento per la vittoria di Kawhi e di Danny, contento per loro. Sul piano sportivo ovviamente resta un rammarico: ‘Ah, se fosse rimasto con noi forse avremmo potuto giocarcela fino in fondo’. Ma è normale”. Rimpianti a parte, dal suo quinquennio agli Spurs Messina ammette di aver imparato tanto, come uomo e come allenatore: “I princìpi che regolano la vita a San Antonio sono quelli di una equità nei comportamenti che si applica tanto a Tim Duncan quanto all’ultimo dei coordinatori video. E poi lì la regola è: più bravo sei, più responsabilità hai – e non più licenze puoi prenderti”. Un insegnamento importante, come quelli ricevuti osservando da vicino RC Buford e Gregg Popovich: “Affascinato dal vedere il rapporto tra loro due. Anzi, in queste ultime settimane in Texas ne ho parlato molto con RC, proprio per cercare di capire bene le dinamiche tra loro. Chiunque di noi a San Antonio – RC per primo – si svegliava ogni mattina con pensiero in testa: cosa posso fare per aiutare Pop a lavorare al meglio? Questo spirito di collaborazione è fondamentale per il loro successo”. E magari anche per la prossima Olimpia Milano targato Ettore Messina.