Durante la trattativa con New Orleans per concludere la trade Anthony Davis, la dirigenza gialloviola non ha mai fatto riferimento alle tempistiche e a un paio di clausole che complicano non poco la possibilità di mettere sotto contratto una terza stella
L’obiettivo dell’estate dei gialloviola era uno soltanto: riuscire a concludere (con mesi di ritardo) la trade per Anthony Davis. Il pensiero primario di una franchigia che da febbraio ha mancato l’accesso ai playoff e salutato Magic Johnson. Rob Pelinka, ritrovatosi così a capo delle operazioni, è tornato da subito forte alla carica nella trattativa con New Orleans, felice che la sorte nel frattempo avesse sorriso ai Lakers riservando ai losangelini la quarta scelta assoluta al prossimo Draft. Quella è stata la chiave di volta che ha dato l’accelerazione definitiva alla trattativa, durante la quale però non si è tenuto conto di aspetti fondamentali per la faccenda. I Lakers infatti, per garantirsi spazio sufficiente per mettere sotto contratto un terzo All-Star via free agency dal prossimo 1 luglio, dovranno lavorare di fino sfruttando tutte le ramificazioni messe a disposizione dal complesso sistema salariale NBA. Considerazioni sfuggite anche allo stesso Pelinka, che stando alle ricostruzioni, non avrebbe mai posto la questione “temporale” sul piatto nei primi incontri con New Orleans, salvo poi tornare sui suoi passi e contattare i Pelicans rendendosi conto che firmare un giocatore ad agosto è ben diverso che farlo il prossimo 6 luglio. A questo si aggiungono poi i mancati riferimento alla questione del trade kicker previsto dal contratto di Anthony Davis: 4 milioni di dollari, soldi extra che un giocatore riceve nel momento in cui viene scambiato e di cui i Lakers non hanno mai parlato con la prima scelta assoluta del Draft 2012. Minuzie che potrebbero costare care alla squadra di L.A., che a questo punto potrebbe ritrovarsi nelle prossime settimane senza i teorici 32 milioni di dollari a disposizione su cui erano convinti di fare affidamento. Leggerezze paradossali, a cui soltanto un complicato incastro di date - e di tardive richieste - dovrà porre rimedio.