Dopo una settimana decisamente movimentata, David Griffin ha parlato con la stampa della scelta di Zion Williamson, cercando di calmare le grandi aspettative attorno a lui: "Questa è la squadra di Jrue Holiday, Zion deve imparare a vincere ad alto livello. Verrà qui per unirsi alla nostra famiglia, non per salvarla"
Mentre Zion Williamson si commuoveva a New York per la sua grande serata, a circa 2.000 chilometri di distanza si stappava lo champagne buono. Certo, tutti sapevano che i New Orleans Pelicans avrebbero chiamato il fenomeno da Duke, ma questo non significa che non dovessero festeggiare un momento in grado di cambiare la storia della franchigia stessa. “Vincere quella Lottery è stato un momento spartiacque per la nostra organizzazione” ha spiegato il nuovo capo della dirigenza David Griffin, che dopo il Draft si è seduto davanti ai giornalisti per commentare quella che è stata “una settimana piuttosto movimentata”. Pochi giorni dopo l’addio ad Anthony Davis (che verrà ratificato solo il prossimo 6 luglio e per questo non è stato commentato, così come le altre trade di serata), i Pelicans sono pronti a voltare pagina con un entusiasmo rinnovato, ma Griffin ha voluto in qualche modo gettare acqua sulla spasmodica attesa che si è creata attorno a Williamson. “Questa è la squadra di Jrue Holiday” ci ha tenuto a specificare Griffin. “Zion deve ancora imparare come vincere ad alto livello. A un certo punto, se arriverà un momento in cui il testimone verrà passato di mano su chi dovrà trascinarsi alla vittoria, succederà. Ma non è questo il momento. Zion deve essere lasciato stare: non scrivete di lui come se fosse il salvatore di questa franchigia. Non lo è. Verrà qui per unirsi alla nostra famiglia”.
Il grande lavoro con gli scambi di David Griffin e il futuro di NOLA
Griffin ha anche raccontato che una delle prime cose che ha chiesto al suo staff è stata quella di “vendergli” l’idea di prendere Zion alla 1: “Pensavano che stessi scherzano, ma io ero serio: convincetemi a prenderlo alla 1. Ci è voluto un po’ per formulare le parole giuste. È quasi difficile esprimere che giocatore sia”. Quello che è certo, però, è che Griffin non si è adagiato sugli allori: forte della scelta numero 4 ottenuta nello scambio per Anthony Davis, i Pelicans hanno trovato un accordo con gli Atlanta Hawks ricevendo in campo la numero 8 (usata per il lungo Jaxson Hayes), la numero 17 (utilizzata per chiamare il canadese Nickel Alexander-Walker) e la 35 (con cui è arrivato il brasiliano Marcos Louzada Silva), cedendo nel contempo il contratto scomodo di Solomon Hill. Uno scambio accolto come un altro colpo da maestro da parte dei tifosi dei Pelicans, tanto che il nome di Griffin è entrato nei trending topic dell’area di New Orleans – e solo per i tantissimi elogi. I Pelicans ora non solo hanno un nucleo giovane e futuribile (oltre a Williamson e Holiday ci sono anche Lonzo Ball, Brandon Ingram e Josh Hart), ma anche ben 31 milioni di spazio salariale da poter investire sul mercato dei free agent senza avere nessun chiaro buco nel roster da dover colmare. Una situazione invidiabile e del tutto imprevedibile solo pochi mesi fa, quando la telenovela legata ad Anthony Davis aveva dato vita a mesi tormentati. Ora su New Orleans splende il sole sotto forma del sorriso di Zion Williamson, e il futuro non è mai apparso così luminoso.