OKC non ha urgenza né necessità di scambiarlo subito per ragioni salariali, mentre CP3 potrebbe acquistare valore con il passare dei mesi agli occhi delle altre franchigie: una situazione complicata, con Miami (e non solo) che continua a monitorare con interesse
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LE REAZIONI DEL MONDO NBA ALLO SCAMBIO
Il lavoro di profonda rivoluzione a Oklahoma City non è ancora terminato. Con Paul George intenzionato a raggiungere Leonard ai Clippers e Russell Westbrook che aveva chiesto di andare via già dopo l’eliminazione playoff al primo turno contro Portland, i Thunder hanno dovuto fare i salti mortali per far tornare i conti. E per pianificare un futuro in cui al momento resta soltanto un tassello fuori posto: Chris Paul e il suo maxi contratto. Nonostante non ci sia urgenza da parte dei Thunder di liberarsi di CP3 per ragioni salariali (si può tranquillamente scendere sotto la soglia della tassa di lusso seguendo altre strade), il suo accordo per le prossime tre stagioni a 124 milioni di dollari complessivi resta un controsenso di cui OKC vorrebbe liberarsi volentieri nei prossimi mesi. Nella mente di molti nelle ultime ore è balenata l’idea Lakers, ma i gialloviola al momento non hanno spazio, né la predisposizione a sacrificare pezzi pregiati per aggiungere al roster un amico di LeBron (e una point guard che sarebbe ideale per i losangelini). L’intenzione dei Thunder infatti, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski, era quella di mettere in piedi una trade a tre per liberarsi subito di Paul. Il prossimo anno infatti OKC avrà a disposizione la scelta al Draft dei Nuggets – proiettati verso il vertice della Western Conference, lontani dalla lottery – oltre alla propria: rinunciare a CP3 sarebbe dunque una garanzia ulteriore di scivolare ancora più giù nella classifica a Ovest, aumentando le possibilità di successo alla Lottery 2020. Discorsi che per anni sono rimasti lontani dalla mente della dirigenza dei Thunder e ritornati prepotentemente d’attualità a Oklahoma City.
Il valore di Chris Paul: cosa ottenere dalla sua cessione
Il punto interrogativo legato a un eventuale scambio per Paul è capire quale può essere il suo valore: se i Thunder avessero avuto urgenza di liberarsene, sarebbero riusciti senza troppo affanno a convincere altre squadre a sobbarcarsi quel contratto rinunciando a qualcuno delle decine di asset raccolti in prospettiva futura (15 prime scelte al Draft nei prossimi sette anni). Adesso però la situazione è ribaltata e OKC ha il tempo per chiedersi: “Cosa posso ricavare da una trade che coinvolge CP3?”. Squadre nel pieno del rebuilding che vanno a caccia di una point guard di livello hanno già dimostrato di non avere grande interesse nel sacrificare molto per arrivare a Westbrook, che con i suoi tre anni e mezzo in meno sul groppone era un All-Star ben più appetibile. Una situazione che potrebbe cambiare il prossimo 15 dicembre, quando i Lakers di questo mondo potrebbero ritrovarsi ad avere urgenze diverse e soprattutto in grado di usare nelle trade anche i contratti dei giocatori firmati in questi ultimi giorni. Fino a quel momento però i 140 giocatori che hanno firmato nuovi accordi nelle ultime due settimane scarse sono tagliati fuori da possibili trade, restringendo lo spazio di manovra di OKC. Per questo immaginare che i Thunder restino in attesa nel futuro prossimo è un’ipotesi da tenere in conto.
Il possibile scambio con Miami: pro e contro di una trade complicata da chiudere
La squadra favorita nella corsa a Westbrook – secondo bookmaker e voci poi spesso smentite in questa pazza off-season – era Miami, che sul piatto aveva messo Goran Dragic e poco altro per arrivare al n°0. Il contratto dello sloveno è in scadenza – aspetto non secondario per OKC, che libererebbe il cap da giugno 2020 – ma oltre a quello i Thunder sperano di ottenere altri asset. Gli Heat hanno già dimostrato di non voler rinunciare a cuor leggero a Justise Winslow e Bam Adebayo; due giocatori da affiancare a Jimmy Butler e all’eventuale nuovo arrivato per rilanciare le ambizioni della squadra della Florida. Tolti loro, resta ben poco in mano agli Heat per convincere i Thunder a cedere CP3, anche perché le scelte al Draft 2021 e 2023 fanno già parte del bottino raccolto dalla squadra dell’Oklahoma. A quel punto il dubbio per la dirigenza sorge spontaneo: conviene cedere Paul a Miami, migliorando il roster degli Heat che a quel punto diventerebbero una squadra da playoff, rendendo meno prezioso un asset come una chiamata al Draft? Incastri e considerazioni che non fanno altro che complicare il quadro, senza tenere conto del fatto che Miami eventualmente avrebbe bisogno di una terza squadra per mettere a punto la trade. Oltre agli Heat, l’elenco delle pretendenti resta simile a quello stilato quando da scambiare c’era il contratto di Westbrook: Minnesota, Detroit, New York, eventualmente Orlando. Pensavate che questa folle sessione di mercato fosse finita? Potrebbero invece esserci ancora delle sorprese.