Il n°34 di Milwaukee - MVP con enormi margini di crescita ("Sono al 60% del mio potenziale") - sarà uno dei giocatori più ambiti delle prossime sessioni di mercato: "Se con i Bucks posso vincere, resto qui e divento come Curry, Nowitzki e Duncan"
Il nuovo volto della NBA, il migliore di tutti in regular season, un personaggio trasversale che ha saputo conquistare in un lustro o poco più un mondo a lui totalmente sconosciuto. Giannis Antetokounmpo però vuole ripartire dalla finale di Conference, quelle in cui i Raptors e Kawhi Leonard hanno dimostrato con poche sapienti mosse di rendere molto meno incisivo il n°34 dei Bucks. Una presa di coscienza che ne ha mostrato i limiti, quelli su cui lui stesso ha raccontato nelle scorse ore di voler lavorare. Aver trascinato Milwaukee fino a diventare la miglior squadra della regular season, vincendo senza grossi problemi i primi due turni playoff è troppo poco per chi vuole dimostrare di essere il migliore di tutti: “Ci sono tanti aspetti del gioco che devo ancora implementare: prima di tutto, devo guardare a me stesso prima di pretendere qualcosa dagli altri. Provare a dimostrare di poter migliorare nonostante i tanti passi avanti fatti. Sono tanti gli aspetti su cui dover lavorare, in molti continuano a ripetermi: ‘Sei l’MVP, sei uno dei migliori giocatori della lega, sei così dominante’. Ma penso di poter fare meglio. Credo di aver raggiunto il 60% del mio potenziale, c’è ancora un bel po’ di margine e la mia intenzione è soltanto quella di diventare migliore di ieri. Se dovessi ritrovarmi nella stessa situazione nella finale di Conference, voglio dimostrare di saper reagire meglio, giocare in maniera più intelligente, eseguire con correttezza gli schemi”. Ogni riferimento al tiro dalla lunga distanza non è puramente casuale insomma, per un MVP che può fare ancora così tanti passi in avanti.
Antetokounmpo, il quinquennale da 250 milioni potrebbe non bastare
Il grande punto di domande è poi quello relativo al suo futuro: in una lega in cui tutti gli All-Star sono pronti a cambiare maglia, a scegliere in funzione dei propri interessi, è pensabile che Antetokounmpo resti ancora a lungo in un piccolo mercato come quello di Milwaukee? “Sto per iniziare la mia settima stagione NBA, è pazzesco soltanto a pensarci. Il mio obiettivo è quello di restare sempre lo stesso, migliorando sotto l’aspetto tecnico giorno dopo giorno, cercando di conquistare un titolo. Fino a quando saremo tutti focalizzati, concentrati nell’inseguire lo stesso traguardo, perché mai non dovrei giocare ai Bucks per 20 anni, perché non 25? E a quel punto immaginare di restare qui a far parte dello staff tecnico o diventare un membro del front-office. Basta restare tutti ben concentrati sugli stessi principi, senza perdere mai di vista l’idea di conquistare un titolo. Voglio far parte di una squadra vincente: fino a quando a Milwaukee le cose saranno così, con queste intenzioni e questo approccio, non c’è nessuna ragione per non diventare un altro Steph Curry, Dirk Nowitzki o Tim Duncan”. Un uomo franchigia, disposto per molti anni a mantenere ad alto livello i Bucks. Abile anche a parole a mettere le cose in chiaro senza calcare la mano, ma lanciando dei segnali chiari: “Al giorno d’oggi se un giocatore chiede una trade e dice: ‘Voglio andare lì’, alla fine ottiene inevitabilmente quanto richiesto. È così che funzionano le cose in NBA: penso che sia corretto lasciare agli All-Star il pieno controllo del loro destino e della loro carriera”. I Bucks sono avvisati: la prossima estate l’estensione da cinque anni a 248 milioni complessivi che partirebbe dal 2021 potrebbe non bastare. Bisognerà continuare a mantenere una squadra vincente, soltanto così Giannis continuerebbe a vestire la maglia dei Bucks.