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NBA, Harden accoglie Westbrook a Houston: "Un vero killer, non un compagno ma un fratello"

NBA

"Sono felicissimo di poter andare in guerra ai playoff con un giocatore come Russ", dice "Il Barba", che punta senza mezzi termini al titolo NBA: "Non voglio che diventi un'ossessione, ma ne ho bisogno per essere ricordato come i vari Kobe, Jordan e Wade"

COSTANO CARI I PARTY ESTIVI DI JAMES HARDEN

Nella nuova NBA, che tra poco più di un mese prende il via, la curiosità attorno agli Houston Rockets è alta come non mai. Il motivo è semplice: si chiama Russell Westbrook, è arrivato a sostituire Chris Paul ed è chiamato a formare la nuova coppia delle meraviglie insieme a James Harden. Sulla difficile compatibilità dei due – Harden primo in tutta la lega per usage rate, Westbrook decimo – si è già scritto molto, ma lo stesso era stato fatto della coppia Harden-Paul, che invece ha portato ai Rockets vittorie e successi. Per questo motivo Harden sembra tutt’altro che preoccupato, e anzi, super carico nell’accogliere in città il suo nuovo compagno di squadra: “Ci saranno un sacco di alti e bassi durante la stagione regolare, ma sono felicissimo di poter andare in guerra, nei playoff, con un giocatore del genere, un vero killer, sul serio”, dice “il Barba” quando viene chiamato a dare un parere su Westbrook in un’intervista al sito Bleacher Report. “Russ non è solo un mio vecchio compagno di squadra dai tempi di OKC [i due hanno disputato insieme una finale NBA nel 2012, ndr], per me è un fratello da quando avevo 10 anni. Il nostro modo di comunicare è diverso, il modo in cui ci parliamo è unico”. Anche per questo – come sostiene il general manager della squadra Daryl Morey – “il feeling è che quest’anno abbiamo la nostra chance migliore”, forse perché gli Warriors non sono più imbattibili e forse perché se la coppia Harden-Westbrook funziona parlare di titolo NBA non è assolutamente fuori luogo. “Sono a mio agio con quanto ho fatto finora nella mia carriera – afferma Harden – ma ovviamente mi manca ancora qualcosa, direi almeno il 50% di quelli che sono i miei obiettivi. Voglio vincere diversi titoli NBA, voglio essere uno di quei giocatori che non vengono mai dimenticati – e tutti ricordano i Kobe, i Jordan, gli Wade: voglio essere nominato insieme a loro, come loro voglio vincere più anelli ed essere considerato una delle migliori guardie di sempre”. Il titolo NBA quindi come pensiero fisso: “Certo che ci tengo. Ci sto pensando molto nell’ultimo anno e mezzo/due anni, e penso di essere sulla strada giusta. Non puoi pensare di vincere subito, qualcuno magari ci riesce ma altri no, il timing dev’essere perfetto. Devo restare paziente, continuare a lavorare tanto, essere un ottimo leader, un gran compagno di squadra e contornarmi di giocatori e di talento con la mia stessa voglia di vincere. Penso che oggi i Rockets abbiano tutto questo”, dice “Il Barba”, quasi in contrasto con le ultime avventure ai playoff, quando ad Harden non sono mancate anche le critiche: “James si è nascosto? Nascosto?!?”, chiede stupito. “James ha viaggiato a 31 punti, 7 rimbalzi e 7 assist negli ultimi playoff [31.6, 6.8, 6.6 per la precisione, ndr]: semplicemente non avevamo abbastanza talento attorno a me, ma non criticherò mai i miei compagni di squadra”. 

Harden: “Voglio finire la mia carriera ai Rockets”

Un rispetto per compagni e organizzazione che torna anche in altre dichiarazioni del n°13 di Houston: “Avrei potuto scegliere altre destinazioni, avrei potuto fare in maniera diversa – dice – e forse con ogni probabilità oggi avrei già un titolo. Ma mi sta bene essere a Houston e trovare qui il modo di farcela. Ce la farò, almeno uno – ma non voglio che diventi un’ossessione che mi mangia vivo. Ho fiducia nel nostro front office, voglio finire la mia carriera con la maglia degli Houston Rockets e poi dedicarmi ad altre sfide, nel mondo degli affari, per trovare sempre un modo per avere impatto sul mondo attorno a me”. Progetti futuri, che oggi però devono attendere perché prima c’è la sua undicesima stagione NBA da iniziare. E magari poi finire (a giugno) come mai prima.