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NBA, Portland chiede il challenge e batte Dallas grazie al replay

NBA

La nuova regola NBA che permette agli allenatori di chiedere la revisione di una decisione di gioco è risultata decisiva per la prima volta in questa stagione: i Blazers, sopra di un punto nel finale, hanno così cancellato due liberi in favore dei Mavs, convertendo un fallo in una palla a due a meno di dieci secondi dal termine

Un fallo fischiato a 8.4 secondi dalla sirena contro Portland, Blazers sul +1 ma con il rischio che i liberi di Dorian Finney-Smith cambino in maniera definitiva il risultato. Damian Lillard – il colpevole secondo gli arbitri – non ci sta e inizia a chiedere a gran voce al suo allenatore di sfruttare il challenge previsto dal nuovo regolamento. Un’opzione che da quest’anno permette una volta a partita di chiedere agli arbitri di ritornare su una decisione e rivedere quanto accaduto sul parquet. Per farlo, bisogna prima chiamare timeout. Coach Stotts tentenna, poi decide di fidarsi del suo All-Star. I tre direttori di gara a quel punto sono andati al tavolo, hanno rivisto quanto successo e modificato la loro decisione: niente più tentativi a cronometro fermo per Dallas, ma una palla a due a metà campo, catturata in maniera provvidenziale da Bazemore dopo il tocco di Porzingis. Il modo migliore per chiudere i conti e sfruttare al meglio una delle novità regolamentari introdotte da quest’anno. “Se Damian non avesse insistito così tanto, probabilmente non avrei chiamato il challenge – sottolinea coach Stotts, dando il giusto credito alle richieste del suo All-Star – ne abbiamo parlato in spogliatoio e ho detto a tutti i giocatori: “Se vi chiedo qualcosa riguardo la chiamata arbitrale, dovete essere sinceri perché nella maggior parte dei casi penserete sempre di non aver commesso fallo”. Hanno una responsabilità fondamentale sotto questo punto di vista e io crederò sempre a ciò che mi viene detto”. In seguito è invece arrivata la spiegazione da parte degli arbitri: “Nel momento in cui Portland ha chiesto di rivedere l’azione e ci sono state fornite le immagini, abbiamo avuto la chiara e conclusiva evidenza che Damian Lillard aveva deviato legalmente la palla dalle mani di Dorian Finney-Smith. Dopo il tocco il possesso è stato perso nel momento in cui si è sentito il fischio. Alla fine abbiamo deciso di ripartire con una palla a due a centrocampo tra due giocatori qualsiasi”.

Il rischio di perdere il timeout e le lamentele di Mark Cuban

La nuova regola inoltre prevede che, qualora la revisione dell’azione non porti al cambio di decisione, la squadra che ha chiamato il challenge perde il timeout sfruttato per permettere agli arbitri di rivedere il replay. Nel caso di Portland la richiesta è andata a buon fine, ma quello è stato il nodo cruciale che ha posto diversi dubbi a Stotts: “Ero certo al 100% di non aver commesso fallo – racconta Lillard - di essere intervenuto in tempo e di aver colpito il pallone. Ho sentito distintamente il rumore della mia mano sulla sfera. Ho detto questo al coach: “Mi devi credere. Ho preso la palla”, e lui mi ha risposto: “Abbiamo soltanto un timeout a disposizione”, e io sono tornato a ripetergli che non avevo commesso fallo. Dopo la fine della partita, mentre rientravamo nello spogliatoio gli ho fatto capire che può fidarsi di me. Che non mentirò mai”. Un episodio che coach Carlisle non ha voluto commentare, a differenza del proprietario Mark Cuban che via Twitter ha tuonato: “Sono a favore di questa nuova regola, ma se la giocata è analizzata di nuovo dagli arbitri e non viene mostrato il replay che giustifica e spiega il cambio di decisione, la scelta può diventare davvero un problema”. Un commento seguito da un altro messaggio sui social nella stessa direzione: “I tifosi all’interno della nostra arena non avevano idea del perché il fallo fosse stato tolto. Questo non è il modo in cui le cose devono funzionare”. Luka Doncic invece, nonostante l’ennesima tripla doppia sfiorata (29 punti, 12 rimbalzi e nove assist), non ha cercato nell’ultima decisione arbitrale la scusa per giustificare il ko: “È colpa mia se abbiamo perso, ho avuto una pessima selezione di tiro (2/11 dall’arco, ndr). Loro sono stati a lungo in bonus, avrei dovuto attaccare il canestro più spesso”.