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NBA, maledizione Warriors: si fa male (all'indice) anche Draymond Green

NBA

L'ala degli Warriors si presenta nel dopo gara con dito della mano sinistra e polso fasciati: "Fa male, non avevo presa sul pallone, non riuscivo a controllarlo: è qualcosa che ha a che fare con il legamento", dice. L'ennesima tegola su una stagione iniziata davvero sotto una cattiva stella per i vice campioni NBA

Piove sul bagnato. E non è un bel piovere. Costretti già a dover fare a meno di Klay Thompson e Steph Curry, l’ultima sfida contro San Antonio lascia in eredità qualche guaio fisico anche per Draymond Green, l’ultimo (contando anche Kevin Durant in convalescenza a Brooklyn) dei grandi veterani Warriors ancora in campo. Un colpo ricevuto durante la gara all’indice della mano sinistra ha fatto sì che l’ala di Golden State si presentasse nel post partita con una visibile fasciatura a ricoprire tanto il dito che il polso sinistro: “Un qualcosa che ha a che fare con il legamento”, ha fatto sapere Green, anche se il comunicato ufficiale della squadra parla semplicemente di una leggera distorsione all’indice della mano. “Al momento fa abbastanza male, non riuscivo a controllare il pallone almeno dal secondo quarto, che è il motivo per cui mi avete visto fare un sacco di passaggi a una mano soltanto, sempre con la destra, e perché palleggiavo di mano destra anche quando andavo a sinistra”. Resta da valutare l’entità dell’infortunio, ma intanto sembra a rischio la presenza in back-to-back — nella gara di sabato notte contro Charlotte — dell’ala n°23: “Vedremo, ora non so dirlo, spero che il dolore si plachi e vada meglio, ma chi lo sa?”, le sue parole. In campo comunque 34 minuti nella sconfitta contro gli Spurs — e autore di 6 punti, 8 rimbalzi e 7 assist — pur acciaccato Green non ha evitato a fine gara una breve riflessione su qualche vuoto di troppo visto tra gli spalti del nuovissimo Chase Center. “Ce lo si può aspettare, quando non si vince ogni sera succede. L’atmosfera era diversa, questo è poco ma sicuro. Uno vorrebbe che i propri tifosi rimanessero sempre presenti, sia quando le cose vanno bene che quando vanno meno bene ma al giorno d’oggi, nel mondo in cui viviamo, sappiamo che non è così. Poco male: all’interno dello spogliatoio noi siamo tutti sulla stessa barca e assieme affronteremo ogni avventura, è tutto quello che mi importa”.

Kerr lo elogia: “L’ultimo sopravvissuto”, “un vero leader”

Intanto, parole di grande ammirazione per quello che lui stesso ha definito “l’ultimo sopravvissuto” sono arrivate da coach Steve Kerr: “Draymond è stato fantastico fin qui: sa che i ragazzi più giovani guardano a lui, ha assunto un vero ruolo da leader, è presente con tutti, è vocale a ogni nostro meeting. In più è uno dei giocatori che ama di più la competizione che io abbia mai visto”, ha dichiarato Kerr, prima di avvisare però che — se sarà necessario — spetterà proprio a lui tirare il freno per evitare che Green voglia strafare: “Non possiamo permetterci di usarlo troppo, dobbiamo essere saggi sia con i suoi minuti che con il suo calendario di riposi. Se non è a posto fisicamente voglio che i trainer si prendano cura di lui. I 34 minuti che ha giocato stasera devono essere più o meno il suo limite, non voglio che diventino 40. E per quanto riguarda i back-to-back vedremo di volta in volta”.