Ennesima polemica tra il n°0 dei Rockets e il giocatore dei Clippers - nemici ormai da anni e sempre pronti a scontrarsi a parole e sul parquet. La super prestazione del Barba ha fornito un assist a Westbrook che ha messo in discussione le qualità di Beverley. I dati però sembrano raccontare una storia diversa
La buona reputazione non sempre è meritata o confermata dai fatti, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate da Russell Westbrook nei confronti del suo acerrimo nemico Patrick Beverley al termine dell’ennesimo scontro sul parquet I 47 punti realizzati da James Harden nel successo contro i Clippers infatti, secondo il n°0 dei Rockets, rappresentano una prova ulteriore della pessima predisposizione difensiva del giocatore di L.A.: “Pat è uno che inganna tutti, facendo credere che lui è in grado di tenere duro in difesa. In realtà non può marcare nessuno, corre in giro per il campo ma non fa nulla. Fa tutto quel casino per poi beccarsi 47 punti in faccia”. Una provocazione che Beverley ha rispedito al mittente, senza alimentare inutili polemiche: “Non iniziamo, vi prego. Non mi preoccupo di queste frasi, non voglio commentare”, ha chiosato, ritornando poi su ciò che più lo aveva fatto innervosire - l’uscita dal campo per raggiunto limite di falli: “Ho soltanto guardato in direzione degli arbitri più a lungo del solito, ma loro hanno deciso di fischiarmi un tecnico. Ora sono in grossa difficoltà: non so se posso o meno guardare chi mi circonda sul parquet o rischio di essere sbattuto fuori di nuovo”. Un commento amaro nei confronti di una decisione che ha determinato il risultato della gara.
I dati danno ragione a Beverley: Harden ha fatto fatica contro di lui
Dieci dei 17 punti totali segnati da Harden nel quarto periodo infatti sono arrivati dopo l’uscita di Beverley. Nelle fasi finali della sfida il Barba ha capitalizzato al massimo ben sette viaggi in lunetta, aggiungendo anche una tripla che ha ridato ai Rockets il margine necessario per vincere il match. Soltanto una parte dei 47 complessivi messi a referto - la seconda miglior prestazione stagionale per il n°13 di Houston, che tuttavia contro Beverley non è riuscito ad avere vita facile anche in una serata chiusa con così tanti punti. Contrariamente rispetto a quanto ipotizzato da Westbrook, la difesa dei Clippers è stata molto efficace quando ha coinvolto il n°21 in marcatura sul Barba: in quelle occasioni Harden ha tirato 0/6 dal campo, senza riuscire neanche a conquistare molti viaggi in lunetta. “Gli sono stato di continuo attaccato al sedere”, il commento eloquente del diretto interessato, che ha preferito così rispondere in maniera indiretta all’ex giocatore dei Thunder.
I precedenti tra i due: il grave infortunio di Westbrook nel 2013
Di certo non la prima volta che Westbrook e Beverley si ritrovano coinvolti in uno scontro verbale (o fisico), visto che la rivalità tra i due risale alla serie tra Oklahoma e Houston del 2013. In quell’occasione era Beverley a vestire la maglia dei Rockets e giocare al fianco di Harden, in una gara-2 di playoff rimasta impressa nella mente di Westbrook a causa dell’infortunio subito al ginocchio a seguito di un duro intervento da parte del giocatore dei Clippers. Un colpo alla gamba incassato pochi istanti dopo che i Thunder avevano chiamato timeout, un gesto gratuito a gioco fermo che ha costretto Westbrook all’operazione e a un faticoso recupero della condizione. L’inizio di una tensione che si è sempre manifestata negli anni seguenti, anche se nell’ultima sfida i due non si sono mai incrociati sul parquet. L’unica provocazione è arrivata nel finale, quando Beverley ha preso la via della panchina a causa dei sei falli commessi. Un “traguardo” celebrato da Westbrook esultando e mettendo in evidenza la sua uscita dal parquet. Scaramucce rispetto agli episodi del passato, di certo non le ultime in quella che si conferma una delle più accese rivalità dell’intera NBA.