Please select your default edition
Your default site has been set

NBA, i New York Knicks e il no a Anthony Davis: avrebbe rovinato il piano a lungo termine

NBA
©Getty

Il brutto avvio di stagione dei New York Knicks ha fatto riemergere tutti gli errori sul mercato della dirigenza guidata da Steve Mills e Scott Perry. Tra i tanti, ESPN riporta che i due avrebbero rinunciato a scambiare per Anthony Davis lo scorso anno per non rovinare il loro piano di ricostruzione a lungo termine, nonostante l’interesse della stella ad andare a New York

Non è un grandissimo momento per i New York Knicks, per usare un eufemismo. La vittoria in volata contro i Dallas Mavericks di Kristaps Porzingis ha probabilmente salvato la panchina di David Fizdale (almeno per il momento), ma negli ultimi giorni tutta l’attenzione della NBA si è concentrata sulla disfunzionalità della franchigia della Grande Mela. Tra i tanti articoli che sono usciti sui tumulti all’interno della franchigia, uno di ESPN firmato da Brian Windhorst ha tirato fuori un retroscena che fa fare davvero una brutta figura alla dirigenza guidata da Steve Mills e Scott Perry. Secondo quanto scritto, Anthony Davis avrebbe espresso lo scorso anno l’interesse a giocare per i New York Knicks alla pari di quello per andare ai Los Angeles Lakers, ma Mills e Perry hanno detto di aver rinunciato alla possibilità di prenderlo per l’alto prezzo richiesto dai New Orleans Pelicans. A differenza di quanto poi fatto dai Lakers — che per lui hanno ceduto Lonzo Ball, Brandon Ingram, Josh Hart e tre prime scelte al Draft —, i Knicks non hanno voluto cedere i loro giovani e le loro scelte, nonostante ne avessero diverse a disposizione dopo aver ceduto Porzingis ai Mavericks a febbraio. Secondo quanto riportato, uno scambio del genere avrebbe “rovinato il loro piano di ricostruzione a lungo termine”, che si basava sulle scelte al Draft e lo sviluppo dei giovani scelti da far diventare stelle nel tempo.

La scelta dei Knicks e la posizione pericolante di Mills e Perry

Quella dei Knicks è una scelta legittima, se solo il piano a lungo termine fosse un po’ più promettente rispetto a quello che sta andando in scena in questo inizio di regular season (e se solo non avessero mancato tutti gli obiettivi in free agency, a partire da Kevin Durant e Kyrie Irving finiti peraltro a Brooklyn). RJ Barrett ha cominciato bene il suo anno da rookie mostrando qualche lampo del giocatore che può diventare, Mitchell Robinson ha le possibilità di essere un centro titolare in NBA se riuscisse a sistemare i problemi di falli, Kevin Knox e Frank Ntilikina possono quantomeno diventare giocatori di rotazione. Ma nessuno di questi sembra poter diventare un giocatore del calibro di Davis, un perenne candidato al premio di MVP peraltro di soli 26 anni, dando ai Knicks lo “star power” per ricostruire una squadra attorno a lui che manca dai tempi del miglior Carmelo Anthony. Bisogna pur sempre considerare che Davis ha sempre mantenuto ferra la volontà di diventare free agent nell’estate del 2020 — posizione che ha ribadito anche ai Lakers in tempi non sospetti — e quindi era forte il rischio di sacrificare tutto quello che è stato raccolto negli anni per una sola stagione di Davis, peraltro senza potergli mettere immediatamente attorno un roster da titolo. Ma non sapremo mai come sarebbero cambiate le cose sul mercato dei free agent con una stella come AD in un mercato come New York, in grado di attrarre praticamente tutti i giocatori della NBA. I Knicks hanno optato per la ricostruzione a lungo termine, ma chissà se Mills e Perry saranno ancora alla guida della squadra per portarla a termine.