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NBA, Chris Paul e l’addio a sorpresa a Houston: “Non ho più sentito James Harden”

NBA
©Getty

Senza una squadra in grado di conquistare il titolo a fine anno, la carriera di CP3 si avvicina alla conclusione e l’anello NBA resta sempre più un miraggio. “Colpa” della scelta estiva dei Rockets di scaricarlo senza avviso: “Non sapevo nulla, sono rimasto scioccato. Poi ho capito che l’importante per me è giocare a pallacanestro”

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Niente titolo ai Thunder in questa stagione NBA, una sentenza già chiara nella mente di Chris Paul prima che venisse alzata la prima palla a due della stagione. OKC non compete per la vittoria finale, ma si è impegnata in un rebuilding che in questa regular season sta muovendo i primi passi. Per la prima volta in carriera dopo 15 anni CP3 gioca lontano dalla moglie e dai suoi figli – rimasti a Los Angeles per garantire stabilità e continuità scolastica ai piccoli – rendendo così più complicato un ambientamento a OKC che va a gonfie vele: “Mi piace troppo giocare a pallacanestro, nella mia testa mi ripeto che, fino a quando siamo sul parquet, c’è sempre una possibilità di portare a casa il successo. Sono sempre grato di essere un giocatore di pallacanestro, poteva andarmi decisamente peggio”. La delusione per l’improvviso passaggio ai Thunder però non è stata ancora digerita del tutto: Daryl Morey infatti gli aveva detto che sarebbe tornato a Houston, anche perché nel pieno del super contratto firmato con i Rockets difficilmente avrebbe trovato degli acquirenti: “La mia reazione iniziale alla notizia? – racconta in un’intervista a The Undefeated - Ero scioccato, non posso negarlo. Sono andato da Morey un paio di giorni prima della trade e lui mi aveva detto che non sarei stato scambiato con i Thunder. È divertente perché il mio telefono è esploso di messaggi, dato che nessuno si aspettava una cosa del genere. “Cosa diavolo è successo”, ho detto soltanto questo”. Morey non ha commentato le sue parole, mentre alcuni componenti dello staff Rockets hanno raccontato che a CP3 fosse stato detto che c’erano delle “minime possibilità” e lui non ha compreso il messaggio.

La mancata trade con gli Heat e il rapporto difficile con Harden

La speranza della dirigenza dei Rockets era quella che OKC aggiungesse una terza squadra alla trade, ma Miami – la principale indiziata – non ha preso parte allo scambio, lasciando così Paul con le spalle al muro e costretto a vivere almeno una stagione di rebuilding. Quella di CP3 a Houston è stata un’esperienza positiva, nonostante la doppia delusione playoff contro Golden State, ma non era un mistero che lo scorso anno i suoi rapporti con Harden fossero diventati molto tesi. Mesi passati a evitarsi fuori dal parquet e mantenendo minimi i contatti anche in campo: non il clima ideale, soprattutto in una squadra in cui è il Barba a dettare legge. Paul non parla delle incomprensioni della passata stagione, ma non nasconde il fatto che Harden non si sia fatto sentire in alcun modo dopo lo scambio.  “È la vita, succede. Non ho nulla contro di lui, gli auguro il meglio per il resto della sua carriera”. Magari non un titolo NBA: quello CP3 vorrebbe tanto portarlo a casa lui prima di ritirarsi.