Tre passi e mezzo con la palla ferma sulla sua mano sinistra prima di metterla nuovamente a terra. Nessun vantaggio acquisito, ma una distrazione notata da tutta l'arena a Salt Lake City. Un'infrazione di passi che gli arbitri non hanno sanzionato e che il n°23 dei Lakers ha commentato a fine gara: "Non mi sono reso conto di quanto successo fino a quando un allenatore non me l'ha fatto notare. Mi spiace anche per gli arbitri"
Era dal dicembre 2010 che LeBron James non vinceva una partita sul parquet di Salt Lake City – una delle trasferte da sempre più ostiche per il Re – ma a fare notizia non è soltanto l’ennesimo successo dei suoi Lakers in questo avvio di stagione, ma anche un’azione molto contestata nel primo quarto. Interrompendo il palleggio pur senza pressione addosso, James ha portato avanti il pallone per quasi quattro passi senza ricevere alcuna sanzione dagli arbitri. Nessun vantaggio acquisito, visto che la sua passeggiata davanti agli occhi di un incredulo Bojan Bogdanovic non ha creato superiorità numerica per i gialloviola, ma secondo alcuni il simbolo dell’impunità arbitrale nei confronti del n°23: “Una delle cose peggiori che ho fatto nella mia carriera – sottolinea James a fine partita con chi gli chiede conto dell’accaduto – non me ne sono reso conto fino all’intervallo lungo. Uno degli allenatori poi mi ha mostrato le immagini e ho capito l’errore”. Bogdanovic in realtà si è sbracciato non poco verso Jacyn Goble – l’arbitro che seguiva da vicino l’azione – senza ricevere però alcuna risposta. “In quel momento stavo guardando cosa accadeva in campo – prosegue LeBron – ho visto Caldwell-Pope correre per liberarsi, colpire Mitchell e cadere a terra. Ero pronto a passargli il pallone e il mio cervello avrà pensato che io lo avessi già fatto. C’è stato un cortocircuito, un malfunzionamento”. Una frase ripetuta anche verso i tifosi a bordocampo e intercettata dai microfoni della TV dei Lakers: “Una delle peggiori della mia carriera”. Una decisione che non ha avuto alcun tipo di impatto sulla gara, ma immagini che James sa bene colpiranno anche gli arbitri e daranno spazio all’idea che ci sia da parte loro un occhio di riguardo quando si tratta di fischiare contro il n°23 dei Lakers: “Mi sento in colpa anche nei confronti dei direttori di gara, non è una cosa piacevole”.