Il lungo di Detroit ha rischiato di perdere la gara messicana contro Dallas per via di un gonfiore agli occhi nato da un'allergia all'avocado. Una stranezza soprattutto per un giocatore attentissimo a quello che mangia e (soprattutto) beve: 6 litri d'acqua e una birra al giorno
Prima della partita prevista a Città del Messico tra i suoi Pistons e i Mavericks, Andre Drummond era dato in dubbio per una motivazione particolare: un’allergia all’avocado (utilizzato con abbondanza nella cucina messicana) che gli aveva causato un fastidioso gonfiore attorno agli occhi. Poi il lungo di coach Casey è sceso comunque in campo, e la sua mira al tiro – 10/14 per lui, autore di 23 punti con anche 15 rimbalzi – ha definitivamente fugato ogni dubbio su eventuali problemi di vista. Un’allergia – quella all’avocado – curiosa anche per la tempistica della notizia, arrivata all’indomani della pubblicazione di un lungo articolo su GQ in cui Drummond ha raccontato proprio dell’estrema cura all’alimentazione e alla sua dieta che concerta ogni giorno con il proprio chef personale e con il nutrizionista dei Pistons. “La mattina, a colazione, ho bisogno di grassi e proteine, senza riempirmi troppo”, svela il centro di Detroit. “Poi a metà mattina mangio una omelette con patate e verdure varie, qualsiasi verdura tranne le zucchine, che proprio detesto. Assieme bevo tanta acqua”. Ecco, quella dell’acqua è una particolare fissa del giocatore dei Pistons, ammessa dal diretto interessato: “Io sono quello con la borraccia sempre in mano. Arrivo a bere fino a 6 litri d’acqua al giorno”. Ma non disdegna una birretta. “C’è stato un momento in cui ne bevevo una al giorno – solitamente una Miller Lite o una Corona – per avere le calorie di cui ho bisogno. Soprattutto in estate è anche piacevole, adesso però non sono più così regolare”. Costante, invece, nel togliere sempre più spesso dalla sua alimentazione la carne rossa: “Mangio molto più pesce e verdure a foglia larga. Caffè sì – con zucchero e latte – ma non prima della partita. Lì i miei zuccheri arrivano principalmente dalla frutta e da una barretta cucinata ad hoc dal mio chef che è pazzesca, con cioccolato e burro d’arachidi”. Insomma, tutto tranne le zucchine e – ora l’ha scoperto anche lui – l’avocado. Il risultato sono 17.7 punti e 16.6 rimbalzi di media, cifre che lo vedono al massimo in carriera e che ne fanno anche il miglior rimbalzista NBA. Un successo che passa anche dalla sua dieta quotidiana.