
NBA, risultati della notte: Giannis travolge gli Spurs, Doncic battuto all’OT
Antetokounmpo segna 32 punti in 29 minuti nel successo di Milwaukee su San Antonio (Belinelli 7 punti). Dallas cade in casa al supplementare contro Charlotte nonostante la tripla doppia da 39 punti di Luka Doncic. Gallinari ne segna 19 nel successo di OKC a Cleveland, dove scoppia il caso Kevin Love. Tutti i risultati e gli highlights delle dieci partite della notte

MILWAUKEE BUCKS-SAN ANTONIO SPURS 127-118 | Prosegue la marcia trionfale dei Bucks, che battono anche San Antonio, si prendono il quinto successo in fila e si confermano la miglior squadra NBA con un record di 32-5. Un attacco come sempre in questa regular season ben oltre i 100 punti segnati per Milwaukee - la 61esima partita in fila in tripla cifra, eguagliata la striscia record NBA degli ultimi 20 anni fissata dai Rockets nel 2016-17. Dopo il passo falso di Natale tutto è andato per il verso giusto per la squadra del Wisconsin
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Giannis Antetokounmpo firma a modo suo il successo dei Bucks: 32 punti in 29 minuti giocati, 19 dei quali arrivati nel solo terzo quarto. Un concentrato di energia, talento e canestri, in un match chiuso con 7/12 dal campo, otto rimbalzi e ben 18 viaggi in lunetta (15 dei quali hanno portato in dote punti). Fare fallo sul numero 34 greco però non sembra essere l’antidoto migliore, visti i risultati raccolti da San Antonio
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Marco Belinelli segna 7 punti in 19 minuti in uscita dalla panchina: tre canestri, tre rimbalzi, tre assist, una tripla. A guidare gli Spurs come al solito sono i 26 punti di DeMar DeRozan e i 16 di LaMarcus Aldridge, ma la sostanza per San Antonio non cambia: 20° ko stagionale e sorpasso da parte dei Blazers all’ottavo posto a Ovest - il momento più complicato degli ultimi 20 anni dell’era Gregg Popovich
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DALLAS MAVERICKS-CHARLOTTE HORNETS 120-123 OT | Una gara pazza, molto divertente, piena di colpi di scena e vinta con merito da Charlotte - al secondo successo in fila dopo una striscia di sei sconfitte. Una sfida in altalena, in cui gli Hornets hanno toccato anche le 20 lunghezze di vantaggio nel primo tempo, per poi essere letteralmente ribaltati nel terzo quarto (40-23 il parziale) e costretti a rimontare 12 punti nell’ultimo quarto. Missione compiuta grazie ai canestri di Terry Rozier arrivati sia al termine dei regolamentari (6-0 Charlotte negli ultimi 60 secondi di gioco) che nei cinque minuti supplementari
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L’ex riserva dei Celtics infatti firma la tripla del 117-114, sorpasso definitivo dopo 52 minuti di battaglia in una partita da 29 punti, 10/15 dal campo e 5/8 dall’arco. Bersagli a cui si aggiungono i 27 e 13 assist di Devonte’ Graham a guidare un quintetto tutto in doppia cifra (19 con 9/12 dal campo per PJ Washington). Segnali importanti e una vittoria perfetta per rovinare la festa dei 20 anni di proprietà Mavs da parte di Mark Cuban
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Luka Doncic le ha provate davvero tutte per celebrare al meglio la ricorrenza: 39 punti, 12 rimbalzi, 10 assist, 5 triple, tante responsabilità e diversi errori costati cari nel finale. Il numero 77 sloveno infatti si fa carico dell’intera squadra - ancora senza Kristaps Porzingis e Tim Hardaway Jr. - e firma così la sua decima tripla doppia stagionale, diventando in un colpo solo recordman nella storia dei Mavs (Jason Kidd era arrivato al massimo a nove) e primo under 21 per partite da almeno 30 punti e 10 assist. Una piacevole abitudine, nonostante resti la delusione per la terza sconfitta nelle ultime quattro gare
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Da segnalare in casa Mavericks i 24 punti di Maxi Kleber – suo nuovo massimo in carriera – secondo violino di Dallas, vista la lunga lista di assenti e uno dei sei giocatori in doppia cifra. Per il tedesco classe ’92 un convincente 8/14 dal campo in uscita dalla panchina, con 6/12 dall’arco, quattro rimbalzi e una valida alternativa in attacco al fianco di Doncic

CLEVELAND CAVALIERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 106-121 | Continuano a vincere gli Oklahoma City Thunder che conquistano a Cleveland il quinto successo in fila, il nono delle ultime dieci, l’ottavo lontano da casa nelle 11 partite più recenti. Numeri da grande squadra, ben diversi da quanto pronosticato soltanto qualche mese fa. Merito di un gruppo coeso e variegato, guidato da un veterano come Chris Paul (7 punti e 10 assist), oltre che dai canestri di Shai Gilgeous-Alexander - 20 punti e una costanza di rendimento invidiabile - e di Dennis Schroder a gara in corso (22 con 9/15 dal campo, il migliore per OKC contro i Cavs)
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Altra pedina fondamentale è Danilo Gallinari, autore di 19 punti con 5/11 dall’arco: tutti i canestri più pesanti arrivati dall’arco portano la sua firma. Il numero 8 azzurro aggiunge anche 5 rimbalzi e 3 assist in un match che permette ai Thunder di consolidare il proprio settimo posto a Ovest. Se Gallinari è alla ricerca di una squadra per giocare la post-season, potrebbe averla trovata senza dover per forza di cose cambiare maglia
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A tenere banco in casa Cavs invece è la furiosa reazione di Kevin Love, che in mattinata durante la sessione di tiro di Cleveland ha gridato contro il GM Koby Altman ed è rimasto evidentemente frustrato durante tutto il match. Per il numero 0 sono 12 punti e tre triple a segno, uno dei quattro giocatori in doppia cifra dietro i 30 punti di Sexton, i 22 di Osman e i 20 di Garland. Loro sono il futuro dei Cavs, Love invece sempre più il passato (lontano) da Cleveland
SCOPPIA IL CASO KEVIN LOVE: URLA CONTRO IL GM
WASHINGTON WIZARDS-DENVER NUGGETS 128-114 | Massimo in carriera da 32 punti per Ish Smith, alla guida dei rimaneggiati Washington Wizards che battono a sorpresa i ben più quotati Nuggets. Dopo la vittoria di Miami, i capitolini fanno il bis nel giro di una settimana, godendosi anche un Troy Brown da 25 punti w 10/12 dal campo (altro carneade, diventato fondamentale in casa Wizards dopo che la lista degli infortunati si è allungata). La forza della squadra di Scott Brooks è soprattutto in panchina: ben 92 punti arrivano da giocatori entrati a gara in corso, a differenza dei “soli” 32 messi a referto dalle riserve di Denver
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Ai Nuggets invece non basta un Jamal Murray che parte piano nei primi 12 minuti e poi esplode nel resto del match: ben 39 punti a bersaglio dopo il primo quarto, arrivati con un ottimo 13/19 dal campo e 10/10 ai liberi. Chirurgico contro una difesa che concede molto, nonostante il suo compagno di merende Nikola Jokic non vada oltre i 14 e 10 rimbalzi. Le riserve di Denver infatti vengono travolte da Washington (Michael Porter Jr. compreso), che condanna così gli ospiti alla seconda sconfitta nelle ultime tre trasferte: un giro lontano dal Pepsi Center che proseguirà con le sfide di Atlanta e poi Dallas, a cui continuerà a partecipare anche Bol Bol – per la prima volta in stagione aggregato al gruppo
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ATLANTA HAWKS-INDIANA PACERS 116-111 | Giovani e ogni tanto vincenti gli Atlanta Hawks, che battono in casa i Pacers al termine di una sfida da 14 sorpassi in testa al match. Una prova di forza necessaria per la squadra della Georgia, la peggiore dell’intera NBA per record e soltanto alla quarta vittoria casalinga a fronte di ben 12 sconfitte incassate. A fare in parte la differenza i 43 punti segnati nel solo primo quarto dagli Hawks, che si fanno rimontare nel secondo tempo e sono costretti a vincere in volata grazie al layup del +4 di Young a poche decine di secondi dalla sirena
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Protagonista come al solito è Trae Young, autore di 41 punti – 30 dei quali arrivati nel primo tempo, al termine di una gara da 12/23 dal campo, 12/14 ai liberi e 5 triple a segno. Altre quattro le realizza Kevin Huerter – secondo violino necessario nella ripresa e autore di 26 punti, nuovo massimo in stagione. Sono loro due a guidare gli Hawks che hanno dovuto rinunciare a John Collins dopo il brutto colpo alla schiena subito nella gara con Boston
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Continua il momento difficile dei Pacers, sconfitti in quattro delle ultime cinque gare nonostante i 25 punti e 11 rimbalzi di Domantas Sabonis (abbonato alle doppie doppie) – guida di un quintetto tutto in doppia cifra, con 17 punti di TJ Warren e 16 e 6 assist di Aaron Holiday. Suo fratello Justin ne aggiunge 18 con 6/9 al tiro in uscita dalla panchina, ma la sostanza non cambia per un gruppo che continua ad aspettare con ansia il ritorno sul parquet di Victor Oladipo

Dopo essere diventato il primo giocatore della storia NBA a essere sceso in campo per ben 22 stagioni, Vince Carter raggiunge un altro storico traguardo: i suoi 18 minuti chiusi con 1/7 al tiro e tre punti resteranno impressi come la prima volta di un atleta in grado di giocare in quattro decadi differenti. Ennesimo traguardo di un campione sempre più eterno

CHICAGO BULLS-BOSTON CELTICS 104-111 | Dopo il passaggio a vuoto contro gli Hawks (2/16 dal campo), Jayson Tatum ritrova il ritmo e la mira con Chicago, chiude con 28 punti a referto una gara da 12/15 al tiro e 7 rimbalzi e regala così a Boston il terzo successo in fila; l’ottavo nelle ultime nove. Merito anche dei 24 punti di Gordon Hayward, dei 19 di Jaylen Brown e dei 17 con 12 rimbalzi in uscita dalla panchina di un convincente Enes Kanter. Contributo fondamentale da parte di tutti per non far pesare l’assenza di Kemba Walker, ancora alle prese con un’influenza non meglio specificata
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Chicago le prova tutte per restare aggrappata al match, a lungo a un solo possesso di distanza nel quarto periodo, ma non riesce mai a mettere il naso avanti negli ultimi 20 minuti. Zach LaVine chiude con 35 punti, 11/21 dal campo e 5 triple – leader di un quintetto tutto in doppia cifra e di una rotazione che coinvolge soltanto otto giocatori. Un metodo di coach Boylen di responsabilizzare i suoi, non riuscendo però a invertire la tendenza e il risultato finale
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BROOKLYN NETS-TORONTO RAPTORS 102-121 | I Toronto Raptors si rialzano dopo la peggior prestazione offensiva della stagione (76 punti contro Miami) grazie alle prestazioni delle sue guardie. Fred VanVleet ha guidato i canadesi con 29 punti e 11 assist, seguito dai 26 di Kyle Lowry e i 21+12 di Serge Ibaka per tornare al successo contro i Nets, che hanno battuto in 17 delle ultime 18 occasioni in cui si sono incontrati
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Quinta sconfitta in fila invece per i Nets, a cui non sono serviti i 16 punti di vantaggio accumulati a inizio secondo quarto (quasi tutti sfumati già prima dell’intervallo) e i 23 di Spencer Dinwiddie, mentre Caris LeVert — al rientro dopo 24 partite saltate — ne ha messi 13 in 16 minuti uscendo dalla panchina. Troppo poco per sopperire alle 24 palle perse, come sottolineato da coach Atkinson: “Non abbiamo gestito bene la loro pressione e la loro difesa soffocante”

ORLANDO MAGIC-UTAH JAZZ 96-109 | Utah allunga nel quarto periodo e vince la decima gara nelle ultime 11 giocate guidata da un Donovan Mitchell da 32 punti (10 dei quali arrivano nell’ultimo quarto), 14/21 al tiro, 4/7 dall’arco e sei assist. Giocate e canestri a cui si aggiungono quelli di un sorprendente Georges Niang, secondo violino d’eccezione con i suoi 15 punti a referto in 16 minuti arrivati a gara in corso. Il classe 1993 è uno dei cinque giocatori in doppia cifra alla sirena finale, sintomo di come i Jazz abbiano trovato la giusta chimica di squadra
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I Magic se la sono giocata per più di mezz’ora, riuscendo anche a mettere il naso avanti nel terzo quarto sul 75-74 grazie a un paio di triple di Terrence Ross, ma trovare con continuità il fondo della retina nel finale. Il n°8 di Orlando segna 24 punti, seguito dai 22 e 13 rimbalzi di un Nikola Vucevic sempre più solo sotto canestro. Nonostante la sconfitta, i Magic restano all’ottavo posto a Est – virtualmente ai playoff. Il roster però deve fare ben altro per dimostrare di poter crescere e diventare competitivo

GOLDEN STATE WARRIORS-DETROIT PISTONS 104-111 | Dopo tre sconfitte in fila tornano a vincere i Pistons, che si affidano a un Derrick Rose da 22 punti (e in campo fin all’inizio del terzo quarto) per superare i Golden State Warriors. Andre Drummond, al centro delle voci di mercato, ha chiuso con 14 punti e 18 rimbalzi prima di uscire per limite di falli, mentre il rookie Sekou Doumboya è rimasto in campo per ben 38 minuti chiudendo con 16 punti e 10 rimbalzi. Segno che i Pistons vogliono andare in una nuova direzione, in attesa che il mercato faccia il suo corso
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Per Golden State si tratta della quarta sconfitta in fila per compensare le quattro vittorie della scorsa settimana, con l’unico contributo di rilievo arrivato da un Alec Burks in grande spolvero con 27 punti, 7 rimbalzi e 5 assist uscendo dalla panchina. Draymond Green ha chiuso con 2 punti, 6 rimbalzi e 3 assist in meno di 22 minuti di gioco, venendo espulso per due tecnici in rapida successione nel terzo quarto: “Nelle ultime due gare mi è sembrato stanco” ha detto coach Kerr. “È l’ultimo sopravvissuto del gruppo che ha fatto cinque finali in fila: ho provato a dargli qualche serata di riposo, è esausto mentalmente e fisicamente”

SACRAMENTO KINGS-NEW ORLEANS PELICANS 115-117 | Finale pazzo tra Kings e Pelicans, con gli ospiti che la spuntano dopo aver quasi buttato via del tutto una vittoria già scritta. È servito infatti un raro sottomano mancino di JJ Redick a 1.1 secondi dalla fine per dare il successo a New Orleans, il quinto nelle ultime sei gare, con la guardia che ha chiuso con 18 punti. Meglio di lui solo i 24 con 10 assist di Lonzo Ball e i 19 di Jrue Holiday per un quintetto tutto in doppia cifra, con Nicolò Melli ancora tenuto in panchina per 48 minuti
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I Pelicans hanno rischiato di buttare via una vittoria già fatta quando — sopra di 4 lunghezze a 6 secondi dalla fine — hanno lasciato spazio a Nemanja Bjelica, che ha approfittato di una distrazione di Brandon Ingram per prendersi il contatto e mandare a segno il gioco da quattro punti per il pareggio. Anche per i Kings ci sono cinque giocatori in doppia cifra guidati dai 30 di Harrison Barnes, le tre doppie doppie di Bjelica (12+10), Richaun Holmes (13+12) e Buddy Hield (24+12) e i 17 di De’Aaron Fox

L.A. CLIPPERS-MEMPHIS GRIZZLIES 114-140 | Prestazione super convincente dei Grizzlies, che fanno gara di testa per tutta la sera contro i Clippers (senza Paul George e Patrick Beverley). Per Memphis quattro giocatori oltre quota 20 (27 per Jae Crowder, 24 per Jaren Jackson Jr., 22 a testa per Ja Morant e Dillon Brooks), sono tre quelli di L.A. (Kawhi Leonard, Lou Williams e Montrezl Harrell)
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