Ha solo 32 anni ma è già stato nello staff della nazionale italiana con Ettore Messina e per quattro anni assistente allenatore a Gonzaga in uno dei programmi più vincenti del college basket. Oggi Riccardo Fois è approdato nella NBA, ai Phoenix Suns: lo speciale in onda su Sky Sport e disponibile on demand
Un viaggio a Phoenix, quello fatto dalle telecamere di Sky Sport e da Alessandro Mamoli, sulle tracce di Riccardo Fois, un ragazzo italiano oggi sulla panchina dei Suns, come “Director, player development” per coach Monty Williams. Un ragazzo che dalla Sardegna in cui è nato ha tentato presto la carta americana, prima in California, al college di Pepperdine, poi per quattro anni nello stato di Washington, assistente allenatore a Gonzaga University, per poi approdare proprio in Arizona ed entrare nel mondo NBA. Non dalla porta principale, non può permetterselo, ma è proprio per questo che lo speciale che lo ritrae (in onda su Sky Sport NBA e disponibile on demand) si chiama proprio “Backdoor – Riccardo Fois”. “Trentadue anni, di Olbia, Sardegna: uno che ha avuto la fortuna di lavorare nel mondo della pallacanestro”, si racconta così Fois, che confessa di aver sempre avuto un debole proprio per quella squadra dei Phoenix Suns con Mike D’Antoni in panchina e Steve Nash in campo: “Caspita, pensa te: sono finito proprio qui”, dice. A lavorare “con i migliori atleti al mondo”, un ruolo che Fois si è guadagnato grazie a una qualità che si riconosce: la voglia di non mollare mai. “Crederci, perché è successo”. Un viaggio quindi che è anche un invito per tanti ragazzi italiani a puntare sempre in alto, anche a obiettivi che potrebbero sembrare irrealizzabili. Oggi Riccardo Fois – partito dalla sua Sardegna, sua e di Gigi Datome, che ai microfoni di Sky Sport racconta l’amicizia che li lega da anni – allena e sviluppa future star come Devin Booker e Deandre Ayton, lavora con Monty Williams, vive da vicino il mondo NBA, dopo avere per anni recitato da protagonista al fianco di coach Mark Few a Gonzaga a livello collegiale. Perché la NBA parla sempre più italiano, non solo con Danilo Gallinari, Marco Belinelli e Nicolò Melli in campo, ma anche per la presenza sulle panchine (Fois) o nei front office (Gianluca Pascucci, assistente gm a Minnesota) di altri rappresentanti della nostra pallacanestro. Una bella storia, tutta da scoprire.