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Coronavirus negli USA, NBA: "Monitoriamo la situazione". McCollum: "Non firmo autografi"

NBA
©Getty

In un comunicato la NBA ha annunciato che continuerà a monitorare la situazione legata alla diffusione del Coronavirus negli Stati Uniti, anche se in nessuna delle tre leghe professionistiche è attualmente previsto di cancellare o rinviare partite. Il primo giocatore NBA a parlare del virus è stato CJ McCollum dei Blazers: "Prendo una pausa dalla firma degli autografi"

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Il primo caso di vittima legata al Coronavirus a Washington ha portato anche le leghe professionistiche statunitensi a fare i conti con il COVID-19. Secondo quanto riportato dai mezzi di comunicazione americani, tutte le tre leghe attualmente in corso — NBA, NHL di hockey e MLB di baseball, mentre la NFL è in pausa — sono in comunicazione costante con il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, anche se attualmente non è in programma di cancellare o rinviare partite come sta succedendo in Europa e in particolare nel calcio italiano di Serie A. “La salute e la sicurezza dei nostri impiegati, squadre, giocatori e tifosi è di primaria importanza” ha detto la NBA in un comunicato. “Ci siamo coordinando con le franchigie e siamo consultando con il centro di controllo, nonché con specialisti sulle malattie infettive, e continueremo a monitorare attentamente la situazione”.

McCollum: “Per il momento non firmo autografi”

Il primo giocatore NBA a parlare pubblicamente della situazione legata alla diffusione del Coronavirus è stato C.J. McCollum, guardia dei Portland Trail Blazers. “Il Coronavirus è ufficialmente arrivato in Oregon, più specificamente a Lake Oswego” ha scritto su Twitter. “Fate in modo di lavarvi le mano col sapone per almeno 20 secondo e copritevi la bocca quando tossite. Prendo ufficialmente una pausa dalla firma degli autografi fino a nuova comunicazione”. Il giocatore ha poi condiviso diversi articoli per aumentare la sensibilità sul tema e la prevenzione con i suoi followers.

NHL e MLB: “Non consideriamo di cancellare partite”

Sin da quando il virus si è diffuso in Cina nel mese di dicembre le leghe professionistiche americane hanno messo in preventivo che la situazione potesse degenerare, ma attualmente non c’è nessun piano di cancellazione delle partite — almeno stando a quanto detto dal commissioner della NHL Bill Daly. “Siamo in costante comunicazione con i nostri club e abbiamo raccomandato di seguire tutte le pratiche quotidiane necessarie per prevenire la diffusione del virus” ha scritto. Lo stesso stanno facendo nel baseball, la cui stagione comincerà tra circa un mese.