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NBA, Karl-Anthony Towns shock: "Mia madre in coma indotto, respira con un ventilatore"

NBA

In un toccante video pubblicato sui suoi canali social, il lungo dei Timberwolves accetta di raccontare la sua storia personale "per mettere in guardia tutti a non sottovalutare il coronavirus: questa malattia è reale, può colpire tutti, ed è qualcosa di davvero serio, al punto da poter essere mortale", avverte l'All-Star di Minnesota 

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Ho deciso di fare questo video perché la mia storia può aiutare tutti a non sottovalutare la gravità del coronavirus”. Inizia così — con un Karl-Anthony Towns visibilmente affranto — il video che l’All-Star dei Timberwolves ha affidato ai suoi account social per rendere pubblica la lotta nella quale è impegnata la madre, attualmente in coma indotto e dipendente da un ventilatore per poter respirare. In un toccante video di circa 5 minuti, Towns accetta di raccontare la propria esperienza fin dall’inizio, da quando cioè lui e sua sorella vengono a conoscenza dei primi sintomi (febbre e malessere) da parte dei loro genitori e scelgono immediatamente di ricorrere alle cure ospedaliere. Il padre fortunatamente viene presto dimesso mentre per la madre dell’All-Star di Minnesota le cose peggiorano in fretta: “Aveva sempre febbre alta, 39.4° che a volte scendeva un po’ ma restava comunque sempre superiore ai 38°. Dopo un momento in cui ho pensato che stesse migliorando, che avesse svoltato e che le cose si sarebbero messe per il meglio, la situazione invece è peggiorata, giorno dopo giorno. Speravo che questa o quella medicina sarebbe stata quella giusta, che il mix di farmarci avrebbe fermato questa malattia, invece le condizioni dei suoi polmoni sono sempre peggio, faceva fatica a respirare, l’ho vista scivolare in uno stato confusionario fino a che i medici non hanno scelto di ricorrere al como indotto [uno stato di coma provvisorio, uno stato profondo dell’inconsapevolezza, causato da una dose controllata di farmaci, ndr]. Oggi è attaccata a un ventilatore, io voglio continuare ad avere un atteggiamento positivo che è quello che per primo ho avuto con lei: ho provato a parlarle, le ho detto che la amo, lei mi ha detto cose che non volevo sentire e che per questo ho cercato addirittura di rimuovere. Mia madre è sempre stata il boss a casa nostra, una donna fortissima, le ho chiesto di restare a sua volta positiva. Continueremo a lottare, batteremo questa malattia, io per primo non mollerò di certo in questa battaglia, ma questo video è perché la gente capisca che questa malattia è reale, può colpire tutti, ed è qualcosa di davvero serio, al punto da poter essere mortale”. Nella speranza, ovvia, che non lo sia almeno per la madre del coraggioso All-Star dei Timberwolves.