NBA, da Curry a CP3: le maglie autografate in una lotteria per raccogliere fondi
coronavirusOltre 115 atleti di 20 sport differenti hanno già aderito al progetto "Athletes for relief", una lotteria cui tutti possono partecipare con una donazione minima di 25 dollari per vincere un oggetto speciale messo in palio dalla propria superstar preferita
Oltre 115 atleti — con tanti protagonisti della NBA in primo piano — hanno scelto di donare un proprio oggetto personale per una lotteria denominata Athletes for relief organizzata con l’intento di raccogliere fondi da destinare alla lotta contro il Covid-19. Il nuovo progetto (che si sviluppa online qui) richiede a ogni partecipante una donazione minima di 25 dollari, da effettuare indicando lo specifico atleta per il quale si vorrebbe partecipare all’estrazione dell’oggetto messo in palio: entrambi i fratelli Curry — sia Steph di Golden State che Seth, ai Dallas Mavs — hanno offerto una loro canotta firmata (quella del n°30 degli Warriors ha già raggiunto oltre 2.500 dollari di donazioni, ed è al momento nella top 5 degli oggetti più desiderati), così come hanno fatto anche Trae Young degli Atlanta Hawks, Chris Paul degli Oklahoma City Thunder, Devin Booker dei Phoenix Suns, Tyler Herro dei Miami Heat e Rudy Gay dei San Antonio Spurs, oltre ad alcune protagoniste della WNBA, da Elena Delle Donne a A’ja Wilson. C’è un intero mese per donare (la raccolta fondi, infatti, si chiuderà soltanto il 1 maggio) e per adesso il programma ha già raccolto 63.000 dollari. Come detto da David Schwab — il vice presidente dell’agenzia sportiva Octagon, ideatore di questo progetto — la lotteria vuole essere il modo più semplice per rispondere alla domanda fatta spontaneamente da tantissimi atleti davanti all’esplosione della pandemia: “Cosa posso fare per aiutare?”. Tutti i fondi raccolti saranno devoluti al fondo espressamente destinato alla lotta al Covid-19 del Center for Disaster Philanthropy, che normalmente interviene nella gestione delle fasi di recupero a un disastro o una calamità naturale: “Ma questa volta non possiamo aspettare: bisogna intervenire ora”. E più di 115 atleti, di oltre 20 sport diversi, hanno subito risposto presente.