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29/30: Khris Middleton, "l'altra" superstar dei Bucks chiede la vostra attenzione

FOCUS NBA
©Getty

Troppo spesso dimenticato all'ombra del prodigioso talento di Giannis Antetokounmpo, Khris Middleton si è meritato la convocazione agli ultimi due All-Star Game e anche un posto nella nazionale USA la scorsa estate. Con lui in squadra Milwaukee può puntare al titolo e a trattenere nel Wisconsin "The Greek Freak"

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Partiamo da un numero: 178. Sono i milioni di dollari per i quali ha firmato Khris Middleton la scorsa estate per restare ai Bucks per i prossimi 5 anni (sua la player option per una quinta stagione da 40 milioni di dollari nel 2023-24). Perché partiamo da qui? Perché si tratta del contratto più ricco di sempre mai firmato da un giocatore scelto al secondo giro (Draft 2012, n°39 per cortesia dei Detroit Pistons). Serve a ricordare che in pochi — forse nessuno — erano pronti a scommettere che il giocatore in uscita da Texas A&M potesse diventare un due volte All-Star (convocato per la prima volta nel 2019, ha bissato quest’anno). Una trasformazione — da brutto anatroccolo a bellissimo cigno — che racchiude tante altre trasformazioni, su tutte quella del Middleton attaccante, che nasce come macchina da canestri che eccelle nel mid-range game (arriva da lì il 29% dei suoi punti al suo primo anno ai Bucks) quando però proprio quel mid-range game inizia ad andare pericolosamente fuori moda nella NBA. Middleton avrebbe i numeri dalla sua, perché chiude sopra i 18 a sera già nel 2016 e al termine della stagione 2017-18 scollina oltre i 20 a partita, affermandosi come uno dei migliori realizzatori della lega, nella top 25. Ma in estate a Milwaukee arriva Mike Budenholzer, che sa di avere in Giannis Antetokounmpo una superstar generazionale e quindi capisce in fretta di dover disegnare l'attacco dei Bucks attorno alle caratteristiche del greco. Vale a dire: necessità di aprire il più possibile il campo per le scorribande del suo n°34 — e per far questo chiede ai suoi compagni (vecchi e nuovi) prima di tutto tiro da fuori. Detto, fatto: Middleton potrebbe opporre una certa resistenza (in fondo giocare come ha finora sempre giocato stava dando i suoi frutti) ma non lo fa. In una sola stagione la percentuale dei suoi punti ottenuta dal mid-range passa dal 27.1% del 2017-18 al 15.4% del 2018-19, il primo anno con coach Bud in panchina. I 454 tiri tentati dalla media distanza diventano 248 (su 1.148 totali), mentre lo stesso giocatore che al suo debutto in maglia Bucks tirava tre volte e mezza a partita da tre punti arriva a farlo più di sei volte a sera, sfiorando un 38% che quest’anno — su un numero solo leggermente inferiori di tiri, 5.8 a sera — è perfino migliorato fino ad attestarsi vicino al 42%.

Una prima data

Ora invece facciamo un passo indietro e partiamo da una data: il 17 luglio. A Charleston, South Carolina, è il "Khris Middleton Day". Lo ha deciso il sindaco John Tecklenburg, nel giorno in cui al suo liceo — la Porter-Gaud High School —  hanno anche ritirato la sua n°22 dei Cyclones. È lì che l’ala oggi ai Bucks ha iniziato a mettere in mostra il suo talento, due volte giocatore dell’anno dello stato (da junior e da senior). È lì che si è fatto ricordare anche per particolari meno glamour ma che forse raccontano ancora meglio il personaggio, capace di segnarne 27 in una gara del torneo statale dopo aver rimesso tre volte nel viaggio in bus verso l’arena. Da ragazzino non lo si vedeva mai fermo — dal rollerblade (!) al baseball ha provato tutto — ma quando coach John “J.P.” Pearson gli ha dato le chiavi della palestra della scuola per allenarsi anche nei weekend non c’è stata più storia. Sul parquet stava meglio che in qualsiasi altro posto e ogni tiro, qualsiasi fosse la distanza da quel ferro a 3.05 da terra, trovava sempre il fondo della retina. Il jumpshot di Khris Middleton è nato qui, e da quel luglio 2019 il giocatore dei Bucks — dopo le chiavi della palestra — ha anche le chiavi della cittadina.  

Una seconda data (e un maledetto tiro)

C’è anche una seconda data: l’11 marzo. Ovvero quando la NBA si ferma. Una beffa per molti, dai tifosi ai giocatori. Una beffa forse ancora più grande per Khris Middleton. Cinque giocatori nella storia NBA hanno chiuso una stagione non solo con la celebre tripletta 50/40/90 (le percentuali al tiro dal campo, da tre e dalla lunetta) ma segnando anche contemporaneamente almeno 20 punti di media. Ci sono riusciti soltanto Steph Curry, Kevin Durant, Dirk Nowitzki e Larry Bird (due volte). Quando la NBA sospende il campionato, il n°22 di Milwaukee sta viaggiando a 21.1 punti di media, con il 90.8% ai liberi, il 41.8% dall’arco e… il 49.9% dal campo. Ha tirato 850 volte, dalla prima palla a due: avesse segnato 425 tiri sarebbe il quinto giocatore di sempre a vantare quel primato statistico. Ne ha segnati 424. Difficile che Middleton stia a guardare questi numeri, più interessato sicuramente a quelli di squadra: alla testa di serie n°1 che i Bucks si sono virtualmente già assicurati a Est; al rating difensivo che si conferma il migliore della lega; allo scarto medio (un impressionante +11.3) con cui Milwaukee strapazza ogni avversario.

Attaccante cinque stelle

Spesso dimenticato all’ombra di un Antetokounmpo leggendario, Khris Middleton però è oggi diventato le-git-ti-ma-ta-men-te un All-Star NBA. Lo confermano anche le statistiche più avanzate: in difesa regge più che dignitosamente (un ottimo 99.6 il defensive rating dei Bucks con lui in campo, dato che è sì influenzato dall’ottima difesa di squadra ma che sale a 100.5 quando Middleton è in panchina) mentre in attacco ha numeri da capogiro. Tra i giocatori di volume (più di 1.000 possessi giocati) il n°22 di Milwaukee è quarto in tutta la NBA per efficienza offensiva (1.113 punti a possesso), dietro soltanto a Damian Lillard, Anthony Davis e TJ Warren, sorprendentemente primo. Nessuno invece fa meglio di lui quando deve ricevere e tirare, senza mettere palla per terra: manda a referto 1.386 punti per possesso, davanti a due tiratori purissimi come Seth Curry e Trae Young. Eccellente anche il suo rendimento quando i Bucks esplorano giocate in hand-off, ovvero col passaggio consegnato: meglio di Middleton — sempre per punti per possesso — fanno soltanto Duncan Robinson e Kyle Korver, due tra i migliori tiratori della lega. Questo per dire che dietro alla cavalcata trionfale che vede i Milwaukee Bucks da due anni a questa parte essere la miglior squadra NBA (affermazione non necessariamente in contrasto con il titolo festeggiato a Toronto lo scorso giugno…) non c’è solo Giannis Antetokounmpo. E anzi, l’emergere di una seconda superstar in Wisconsin è forse la notizia migliore tanto per le speranze di titolo NBA che per quelle — fronte mercato — che vorrebbero vedere il greco giurare amore eterno ai Bucks.