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Coronavirus in NBA, i dirigenti temono per allenatori e staff over-65

CORONAVIRUS
©Getty
HOUSTON, TX - MAY 11: Gregg Popovich of the San Antonio Spurs shakes hands with Mike D'Antoni of the Houston Rockets after the game during Game Six of the Western Conference Semifinals of the 2017 NBA Playoffs on May 11, 2017 at the Toyota Center in Houston, Texas. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2017 NBAE (Photo by Jesse D. Garrabrant/NBAE via Getty Images)

In attesa di trovare una soluzione per tornare a giocare, alcuni dirigenti della lega si chiedono se sia giusto coinvolgere le persone più a rischio, tra cui gli over-65 come Popovich o D'Antoni e membri dello staff. Rimane incertezza poi su chi sia da considerare "essenziale"

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Mentre la NBA studia soluzioni per tornare a giocare e concludere la stagione 2019-20, si comincia a immaginare chi dovrà far parte delle persone definite come “essenziali” per concludere la stagione. Tra queste, i dirigenti delle franchigie si stanno chiedendo se sia giusto includere tra queste persone anche quelle più a rischio, tra cui quelle di età superiore ai 65 anni o quelle (ad esempio appartenenti a uno staff) con pregressi problemi di salute. Per fare un esempio concreto: i San Antonio Spurs o gli Houston Rockets dovrebbero permettere a Gregg Popovich (71 anni) o a Mike D’Antoni (68) di allenare le proprie squadre, esponendoli al rischio di essere contagiati? Il Centro di controllo e prevenzione delle malattie negli Stati Uniti dice che tutti gli adulti sopra i 65 anni sono maggiormente a rischio di contrarre il COVID-19, e già diversi dirigenti hanno espresso a ESPN la loro preoccupazione per loro. “Con le informazioni che abbiamo oggi, probabilmente le persone sopra i 60 o con precedenti condizioni non possono andare, indipendentemente dal loro titolo” ha detto un GM. “Che sia il padre di un giocatore o il General Manager della squadra, non può essere presente”. 

La preoccupazione dei trainer: chi è essenziale e chi no?

Un altro dei temi ancora da dibattere è come definire la presenza di un membro dello staff come “essenziale” oppure no. Tra i general manager c’è un certo consenso che la maggior parte dello staff medico e atletico debba essere presente in caso di ritorno in campo, ma un trainer di lungo corso interpellato da ESPN ha espresso la preoccupazione dei suoi colleghi. “Quando si comincia a definire una lista di persone essenziali e non essenziali, quale può essere la reazione di un proprietario? Sarebbe ingenuo pensare che non voglia farsi dare quella lista e dire: ‘Abbiamo davvero bisogno di tre stagisti nella dirigenza per fare i caffè?’. Ci saranno persone ritenute non essenziali che potrebbero perdere il loro lavoro in un periodo di tagli come questo”. Una risposta potrebbe arrivare direttamente dalla NBA a riguardo, ma con molti contratti in scadenza al 30 di giugno non è detto che tutti vengano rinnovati anche in caso di ritorno sul parquet. La situazione è complicata e si aggiunge alle tante a cui la lega dovrà dare prima o poi una risposta in una settimana in cui è prevista la riapertura di alcuni campi di allenamento.