Coronavirus in NBA, i dirigenti temono per allenatori e staff over-65
CORONAVIRUSIn attesa di trovare una soluzione per tornare a giocare, alcuni dirigenti della lega si chiedono se sia giusto coinvolgere le persone più a rischio, tra cui gli over-65 come Popovich o D'Antoni e membri dello staff. Rimane incertezza poi su chi sia da considerare "essenziale"
Mentre la NBA studia soluzioni per tornare a giocare e concludere la stagione 2019-20, si comincia a immaginare chi dovrà far parte delle persone definite come “essenziali” per concludere la stagione. Tra queste, i dirigenti delle franchigie si stanno chiedendo se sia giusto includere tra queste persone anche quelle più a rischio, tra cui quelle di età superiore ai 65 anni o quelle (ad esempio appartenenti a uno staff) con pregressi problemi di salute. Per fare un esempio concreto: i San Antonio Spurs o gli Houston Rockets dovrebbero permettere a Gregg Popovich (71 anni) o a Mike D’Antoni (68) di allenare le proprie squadre, esponendoli al rischio di essere contagiati? Il Centro di controllo e prevenzione delle malattie negli Stati Uniti dice che tutti gli adulti sopra i 65 anni sono maggiormente a rischio di contrarre il COVID-19, e già diversi dirigenti hanno espresso a ESPN la loro preoccupazione per loro. “Con le informazioni che abbiamo oggi, probabilmente le persone sopra i 60 o con precedenti condizioni non possono andare, indipendentemente dal loro titolo” ha detto un GM. “Che sia il padre di un giocatore o il General Manager della squadra, non può essere presente”.
La preoccupazione dei trainer: chi è essenziale e chi no?
Un altro dei temi ancora da dibattere è come definire la presenza di un membro dello staff come “essenziale” oppure no. Tra i general manager c’è un certo consenso che la maggior parte dello staff medico e atletico debba essere presente in caso di ritorno in campo, ma un trainer di lungo corso interpellato da ESPN ha espresso la preoccupazione dei suoi colleghi. “Quando si comincia a definire una lista di persone essenziali e non essenziali, quale può essere la reazione di un proprietario? Sarebbe ingenuo pensare che non voglia farsi dare quella lista e dire: ‘Abbiamo davvero bisogno di tre stagisti nella dirigenza per fare i caffè?’. Ci saranno persone ritenute non essenziali che potrebbero perdere il loro lavoro in un periodo di tagli come questo”. Una risposta potrebbe arrivare direttamente dalla NBA a riguardo, ma con molti contratti in scadenza al 30 di giugno non è detto che tutti vengano rinnovati anche in caso di ritorno sul parquet. La situazione è complicata e si aggiunge alle tante a cui la lega dovrà dare prima o poi una risposta in una settimana in cui è prevista la riapertura di alcuni campi di allenamento.