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NBA, Kevin Love racconta il ritorno agli allenamenti: "Una botta di dopamina"

CORONAVIRUS
©Getty

Nella giornata di venerdì i Cavaliers e i Blazers hanno riaperto i campi di allenamento. A raccontare il "primo giorno" è stato Kevin Love: "È stato strano, ma dobbiamo abituarci alla nuova normalità" ha spiegato il lungo di Cleveland

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Che la giornata fosse particolare, a Cleveland, Kevin Love deve averlo capito dal fatto che a inizio maggio sul suo SUV si è ritrovato addirittura della neve. La voglia di tornare a giocare a pallacanestro, seppur semplicemente tirando a un canestro, ha però superato qualsiasi cosa: “Non avevo mai passato così tanto tempo senza tirare” ha raccontato Love a ESPN. “Perciò non mi importava di nulla: volevo solo fare due tiri”. I Cleveland Cavaliers sono stati la prima squadra a riaprire i propri campi di allenamento insieme ai Portland Trail Blazers per workout su base volontaria, e Love ha raccontato come è andato il suo “primo giorno di scuola”. “Prima di entrare mi hanno misurato la temperatura e mi hanno fatto qualche domanda, seguendo tutte le linee guida non solo della NBA ma dello stato”. Love ha raccontato di aver portato le scarpe da casa ma di aver trovato due cambi e due palloni dedicati esclusivamente a lui in uno spogliatoio dedicato; in campo invece i due campi sono stati divisi equamente (uno a ciascun canestro) con Larry Nance Jr., Cedi Osman e Ante Zizic, anche loro rimasti a Cleveland negli ultimi mesi. Ogni giocatore aveva un tavolo dedicato con disinfettante, snack, asciugamani e acqua, mentre un assistente allenatore con mascherina e guanti li aiutava nei workout. “Nel prossimo futuro il nostro modo di vivere cambierà, non solo nelle interazioni tra le persone ma in ogni aspetto” ha detto Love. “È stato strano? Sì, certo. Decisamente strano. Così come dover rimanere a più di tre metri di distanza dagli altri, ma bisogna fare in modo che nessuno possa essere contagiato”. Ai giocatori era possibile accedere solo al campo e alle sale pesi, mentre le docce (essendo in comune) erano off-limits, costringendoli a cambiarsi e a tornare a casa. “Non l’ideale, visto che sono uno che suda tanto” ha detto Love sulla conclusione del suo primo ritorno in campo. Ora il programma è di ripetere questa routine tre o quattro volte a settimana: “Tutti noi abbiamo bisogno di qualcosa che ci riporti a un qualche tipo di normalità, tornando a fare ciò che amiamo. Per me, che gioco a pallacanestro da circa 25 anni, non era mai passato così tanto tempo senza toccare un pallone. Ed è una cosa che davvero amo fare. È stata una botta di dopamina, è stato bello tornare a tirare e ad allenarmi fuori da casa. Mi ha risollevato il morale".