
"The Last Dance": le reazioni di LeBron James e dei giocatori NBA alle puntate n°7 e n°8
Quarto appuntamento con le nuove due puntate di The Last Dance - la serie disponibile su Netflix e a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q: un appuntamento per i giocatori NBA di oggi, pronti a commentare e rivivere emozioni e ricordi legati agli episodi della carriera di MJ. A partire da LeBron James, incollato davanti alla TV...

Particolarmente attento questa volta è stato LeBron James, che alle 21 orario USA - nel momento esatto dell'inizio della 7^ puntata - ha twittato: "It's Time". The Last Dance insomma è diventato un appuntamento imperdibile anche per lui

Un altro dei passaggi commentati dal n°23 dei Lakers è la decisione di Jordan di ritirarsi dopo la morte di suo padre: il miglior giocatore del mondo che, all'apice della sua carriera, smette di giocare a pallacanestro: "Avevo 9 anni quel giorno e mi misi a piangere", spiega LeBron
IL RITIRO DI MJ: "NON CI SARÁ MAI PIÚ UN ALTRO COME LUI"
É uno dei temi ricorrenti della serie, uno dei posti preferiti da MJ: il Madison Square Garden, l'arena dove l'allora n°45 dei Bulls dimostra nel marzo 1995 di essere ancora il miglior giocatore al mondo dopo 18 mesi d'assenza. ""Non c'è niente come il MSG", commenta LeBron: i Knicks un sorriso lo avranno fatto dopo questo tweet...
QUANDO JORDAN TORNÓ A ESSERE JORDAN: I 55 PUNTI AL GARDEN
Non poteva mancare anche un commento di James sulla serie tra Bulls e Magic del '95, quando MJ decise di cambiare numero e tornare al 23 dopo la sconfitta in gara-1 contro Orlando: "Questo è leggendario", commenta LeBron neanche fosse Barney Stinson

Non solo LeBron, ma tanti altri giocatori sono rimasti letteralmente incollati davanti la TV: a partire da DeMar DeRozan, che apprezza lo stile del più grande giocatore di sempre

"The Last Dance" è un prodotto riuscito anche per questo: "Non si può che provare affetta dopo tutto questo", sottolinea il n°10 degli Spurs
A LEZIONE DI LEADERSHIP DA MICHAEL JORDAN
Evan Fournier al termine della visione delle due puntate non ha dubbi: "Come si può pensare di dire che Jordan non sia il migliore di sempre?"

Trae Young invece cita il fax più famoso della storia della pallacanestro: quello con cui Jordan nel marzo 1995 comunicò il suo ritorno in NBA. Soltanto tre parole, entrare nella storia: "I'm back"

Il rookie dei Golden State Warriors invece non perde occasione per scherzare e fare battute sul suo allenatore Steve Kerr, protagonista in più di un'occasione nelle nuove due puntate della serie
KERR: "NON SONO ORGOGLIOSO DELLA SCAZZOTTATA CON JORDAN"
Paschall parla anche della risata di Jordan, quella fatta in maniera pronunciata dopo la visione di un video in cui Gary Payton diceva di averlo messo in difficoltà con la sua difesa durante le Finals 1996: una risata che è subito diventata virale

Cosa fa la differenza nella mentalità di Jordan rispetto a tutto ciò che lo circonda? La capacità di trovare motivazioni in ogni singola piccola cosa, come sottolinea Kevin Knox
TRANQUILLO: "LA PRESENZA DI JORDAN ERA IMMANENTE"
La partita al Madison Square Garden contro i New York Knicks - una di quelle che restano nella storia del gioco, grazie ai 55 punti di un Jordan capace di dimostrare di essere ancora lui il migliore
LA STORIA DI QUELLA PARTITA DI JORDAN AL MADISON SQUARE GARDEN
Il passaggio dedicato all'esperienza di MJ nel baseball non è passato inosservato neanche per Donovan Mitchell, che avrebbe tanto desiderato seguire un allenamento di Jordan in quel frangente

Un altro dei grandi appassionati di "The Last Dance" è Jamal Crawford, che sottolinea come non dimenticherà mai il momento in cui Jordan decise di ritirarsi la prima volta nel 1993

Uno dei passaggi più toccanti dell'intera serie, in cui Jordan spiega quale sia il suo approccio al gioco, alle sfide e alla capacità di trovare motivazione, lo porta fino alla commozione - tanto da chiedere una pausa dalle riprese. Un "Break" che vale più di mille altre parole

Isaiah Thomas invece dispensa consigli a chi si ritrovava ad affrontare un talento del genere: difficile immaginare di non essere spaventati dinanzi a un giocatore di quella caratura