È quanto sostiene il lungo campione NBA con i Cavs nel 2016: "Dicono che oggi segnerebbe 50 punti a sera. No, non lo farebbe: lo raddoppierebbero tutti", sostiene. Preferendogli LeBron James, "perché se contano solo gli anelli vinti allora il più grande di tutti i tempi sarebbe Bill Russell"
Channing Frye è conosciuto per non aver problemi a esprimere opinioni e assumere posizioni spesso fuori dal coro. A volte però perfino troppo: intervenuto a un podcast radiofonico, l’ex campione NBA con la maglia dei Cavs si è spinto fino a negare — con parole abbastanza forti — la grandezza di un Michael Jordan nella NBA attuale: “Il suo compito era uno: quello di segnare. E lo ha fatto benissimo. Però non penso che il modo in cui vinceva le partite al suo tempo si possa adattare bene alla NBA di oggi. Molti giocatori non vorrebbero giocare con lui”, ha sostenuto Frye, capace anche di mettere in dubbio le doti di sopraffino realizzatore del n°23 dei Bulls: “La gente sostiene che nella NBA attuale segnerebbe 50 punti di media. No, non lo farebbe: lo raddoppierebbero tutti”. Frye forse dimentica che fior di difese — dai “Bad Boys” di Detroit fino ai Knicks di Pat Riley — hanno tentato in tutti i modi (e con poca fortuna) di fermare MJ, giocando fisicamente e di certo non facendogli mancare i raddoppi. Ma gli anni ’90 sono gli anni ’90, sostiene l’ex Cavs — e oggi il panorama è diverso: “Jordan è stato il più forte della sua era, capace di battere alcune delle più grandi squadre che la lega abbia mai visto — ammette — ma oggi il suo gioco non funzionerebbe. Guardate James Harden: per un mese ha viaggiato a 50 punti di media [43.6, in realtà, il dato esatto, ndr] eppure la gente neppure ci faceva caso: ‘Oh, i suoi sono brutti tiri’, diceva”. Frye sembra però dimenticarsi che Jordan ha chiuso la sua carriera NBA tirando il 49.7% dal campo, anche quando - su un tweet successivo - torna a perorare la sua posizione: "Non sono uno innamorato di Jordan. Resto convinto che tirare dal mid-range in post nella NBA di oggi non funzionerebbe".
LeBron James (non Jordan) il più grande di sempre
Non contento poi, ma qui forse influenzato dal suo trascorso a Cleveland, l’atipico lungo proveniente da Arizona ha ribadito la convinzione che sia LeBron James (e non Jordan) il miglior giocatore di tutti i tempi, “perché se bisogna contare soltanto gli anelli allora quel titolo spetterebbe a Bill Russell”. Insomma, se l'intenzione di Frye era di sollevare un gran polverone, ce l'ha fatta: anche se non tutti, a partire da Jamal Crawford, sono convinti che l'ex giocatore dei Cavs pensi realmente tutto quello che ha detto.