La superstar dei Lakers ha rifiutato un'estensione da 146 milioni di dollari per 4 anni dai Lakers, ma questo non vuol dire che voglia andar via da Los Angeles. Ecco le tre opzioni sul tavolo del n°3 gialloviola, e le scelte che andranno a influenzare il suo futuro
Le voci attorno al futuro di Anthony Davis fanno sempre discutere: se non sembra in dubbio la sua permanenza a Los Angeles, la struttura salariale del suo attuale contratto (e il rifiuto di firmare l’estensione da 4 anni e 146 milioni di dollari propostagli dai Lakers) lasciano aperte almeno tre opzioni sulla sua prossima mossa al tavolo delle trattative.
Opzione n°1: Cosa fare della player option | Veniva considerata marginale fino a un paio di mesi, perché la convinzione comune era che Davis avrebbe rifiutato la player option da oltre 28.750.000 dollari per l’ultimo anno del suo contratto coi Lakers (2021-22) per diventare free agent già quest’estate. Poi però è arrivata la pandemia, lo stop al campionato, e la possibilità più che reale che il salary cap veda una contrazione che possa andare a influire (al ribasso) sui futuri contratti. Se l’entità di questo ribasso fosse davvero considerevole, Davis potrebbe scegliere di “accontentarsi” degli oltre 28 milioni di dollari per la prossima stagione e poi ridiscutere il contratto nell’estate 2022 a crisi (si spera) superata.
Opzione n°2: massimo salariale | Davis rinuncia effettivamente alla sua player option, diventa free agent e sceglie di firmare al massimo salariale un nuovo contratto con i Lakers, che gli possono offrire il miglior accordo possibile: 205 milioni di dollari per cinque anni, a una media oltre i 40 milioni di dollari a stagione. Un contratto che legherebbe però Davis ai Lakers fino al termine della stagione 2024-25, ovvero ben oltre la finestra di permanenza di LeBron James (la cui player option lo impegna al massimo fino al 2022). E quali Lakers saranno senza il n°23?
Opzione n°3: contratto più breve | Come sopra, alla rinuncia alla player option segue un nuovo accordo con i Lakers ma stavolta di durata più breve, triennale con il terzo anno contraddistinto da una player option. Una scelta che permetterebbe al giocatore di essere nuovamente padrone del suo destino all’età di 29 anni, nell’estate 2022 — quella, non a caso, in cui terminerebbe anche il contratto di LeBron James ai Lakers se il giocatore esercitasse la player option nell’estate 2021