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NBA, Damian Lillard cambia idea: “Il torneo play-in è la soluzione migliore”

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©Getty

Le parole del n°0 di Portland hanno fatto discutere nelle ultime ore: una presa di posizione contro la necessità di tornare in campo “senza avere le garanzie di potersi giocare l’accesso ai playoff”, con tanto di minaccia di restare seduto in panchina. Lillard ha spiegato a ESPN di essere stato frainteso e che le ultime opzioni proposte potrebbero far felici anche i Blazers

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Da Yahoo Sports a ESPN è un attimo, giusto il tempo di aggiustare il tiro, cambiare versione e spiegare che forse la sua presa di posizione è stata fraintesa. Damian Lillard è tornato a parlare della possibilità di ripartenza della stagione NBA, sottolineando come l’idea di un torneo play-in - ossia far scontrare le squadre fuori dalle otto che hanno l’accesso ai playoff tra loro per poi permettere alla vincente di sfidare le ultime due qualificate e giocarsi così l’accesso alla post-season - a lui non dispiaccia. Anzi, sarebbe l’ideale: “Una soluzione del genere sarebbe perfetta, perché nel nostro caso ad esempio siamo lontani dall’ottavo posto a Ovest [3 partite e mezza di distanza da Memphis, ndr], ma mancano ancora abbastanza partite da giocare che ci permetterebbero in linea teorica di farcela. Al tempo stesso, pensare di passare direttamente ai playoff, lasciandoci così fuori dalla contesa, mi lascerebbe davvero amareggiato. Certo, quando la stagione è stata sospesa era chiaro che non fossimo una delle migliori otto squadre a Ovest e quindi accetterei quella decisione. Ma se dovessimo semplicemente tornare a giocare qualche partita, sarebbe inutile per noi scendere in campo”. Un’intervista rilasciata a ESPN che serve quindi a spiegare in parte quel “senza senso” pronunciato dallo stesso Lillard e rilanciato con forza da Yahoo Sports nelle scorse ore: “Quella storia è stata scritta mettendo le mie parole fuori dal contesto giusto, perché è stata una conversazione informale e non un’intervista. Era un mix di parolacce e lamentele poco velate, di certo non un comunicato ufficiale. Ho solo detto che dopo due mesi così strani, ritornare a giocare senza avere un obiettivo sarebbe assurdo. Dopo uno stop del genere è molto alto il rischio di infortuni, oltre a quello di essere esposti al contagio: tornare sul parquet deve essere dunque motivato da una forte spinta competitiva e i playoff lo sono. È ovvio che i giocatori vogliono tornare in campo, è ciò che più amiamo fare al mondo, ma deve esserci l’opportunità di giocarsi qualcosa. È estate e di solito noi siamo in vacanza, ma all’idea di inseguire il titolo NBA sono convinto che nessuno vorrà farsi lasciar scappare l’occasione. Basterà solo dare a tutti la possibilità di farlo: questo era ciò che intendevo”.