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NBA, Atlanta non torna in campo, Vince Carter chiude la carriera: il grazie di Trae Young

NBA
©Getty

Con l'attesa decisione che vedrà solo 22 squadre riprendere il campionato 2019-20, gli Atlanta Hawks torneranno in campo soltanto la prossima stagione, ma lo faranno senza Vince Carter, che aveva già annunciato il ritiro a fine campionato. E il leader degli Hawks Trae Young è il primo a tributargli un meritato omaggio pubblico

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L’ufficialità arriverà solo nelle prossimo ore, ma è ormai certo: gli Atlanta Hawks (20-47 il loro record) sono una delle otto squadre che sicuramente non riprenderanno a giocare quando la NBA tornerà in campo, non avendo più niente da chiedere alla stagione. Gli Hawks torneranno in campo per la stagione 2020-21 ma uno di loro però non lo farà: Vince Carter, che aveva annunciato il ritiro di questo campionato. Si chiude quindi ufficialmente la carriera di un giocatore leggendario, entrato nell’immaginario di tutti con il soprannome di “Air Canada” e con la vittoria alla gara delle schiacciate del 2000 a Oakland ma poi diventato uno dei veterani più rispettati e ammirati in giro per la lega. Ammirazione che traspare facilmente dal messaggio che il suo compagno ad Atlanta Trae Young ha voluto dedicargli su Twitter, riconoscendo la grandezza del n°15 degli Hawks, entrato nella lega con il Draft del 1998 e protagonista di 22 stagioni sui parquet NBA: “Non avrei mai voluto veder arrivare questo giorno, OG”, scrive Young, dove OG sta per Original Gangster, termine di gergo NBA con cui riferirsi ai grandi vecchi della lega. “22 anni di pallacanestro giocati al più alto livello possibile è qualcosa di pazzesco… ma tu fratello ce l’hai fatta. Tutti i ricordi e le chiacchierate in spogliatoio resteranno con me per sempre!! GRAZIE”, scrive il giovane talento degli Hawks, che poi però torna su Twitter dopo una mezz’oretta per aggiungere: “E comunque: nessuno al mondo a parte me può dire di aver regalato l’ultimo canestro della sua carriera a Vince Carter, e questo è quanto!”, affermazione fatta seguire da una emoji divertita. Ed è proprio così: col punteggio sul 136-128 per i Knicks, negli ultimi 15 secondi del tempo supplementare di una gara poi comunque persa da Atlanta, Young ha fornito l’assist proprio a Carter per una tripla frontale che ha sancito il punteggio finale (136-131) e soprattutto messo il punto esclamativo su una carriera strepitosa da oltre 1.500 partite (di sola regular season) e più di 25.000 punti che lo ha visto vincere il premio di rookie dell’anno nel 1999, la medaglia d’oro olimpica a Sydney l’anno seguente (con la celebre schiacciata in testa a Frédéric Weis) e ottenere per otto volte la convocazione all’All-Star Game.