Una tormentata telefonata nella notte all'allenatrice delle Lynx Cheryl Reeve: così Cecilia Zandalasini ha dovuto abbandonare il sogno di tornare negli Stati Uniti e disputare con Minnesota la stagione WNBA, che ha da poco annunciato la ripartenza. Troppi i dubbi e le incognite, e già tantissime (e importanti) le giocatrici europee che hanno dato forfait
Alla fine ha detto no. Per il secondo anno consecutivo Cecilia Zandalasini non disputerà il campionato WNBA con le sue Minnesota Lynx con cui — nel 2017 — si era laureata campionessa. Un successo nel quale aveva recitato un ruolo minore, ma che segnava l’inarrestabile progressione iniziata con gli ottimi Europei 2017 in maglia azzurra (e l’inclusione nel primo quintetto della manifestazione) e poi continuata anche oltreoceano, dove nel 2018 si era ritagliata uno spazio sempre più importante nelle Lynx, fino all’ingresso in quintetto. Poi il salto nel basket europeo di altissimo livello con il Fenerbahçe, in Turchia, ma anche un infortunio alla caviglia che ne andava a pregiudicare il rendimento agli Europei 2019 e che soprattutto le faceva dire di no una prima volta alla WNBA. Quest’anno oltreoceano il suo ritorno era attesissimo, dalle Lynx e dalla lega tutta — perché nel frattempo Zandalasini si era definitivamente affermata come una delle giocatrici internazionali più forti (primo quintetto Eurolega con il Fener, nella stagione poi sospesa per la pandemia di Covid-19), uno di quei nomi capaci di innalzare il prestigio della lega americana. E anche se Minnesota non è più forse squadra con ambizioni da titolo (senza Maya Moore, la sua superstar assoluta), l’azzurra di tornare in America aveva grande voglia, convinta di poter avere spazio e minutaggio per compiere anche oltreoceano quel salto di qualità definitivo che l’avrebbe consacrata una superstar WNBA. Proprio in queste ore, invece, è maturata la decisione di rinunciare all’avventura USA, anche alla luce di un ritorno in campo della lega americana in dubbio fino all’ultimo per il timore coronavirus (si giocherà in una “bolla” isolata alla IMG Academy di Bradenton, in Florida) e sicuramente in tono minore (solo 22 gare di stagione regolare e in generale meno risorse a disposizione).
Tanti forfait da tutto il mondo: la WNBA perde pezzi
“Non è stata una sorpresa”, ha dichiarato allo Star Tribune, il giornale locale di Minneapolis, l’allenatrice delle Lynx Cheryl Reeve. “Saremmo state ingenue a pensare che le ripercussioni della pandemia non avrebbero condizionato le decisioni di alcune giocatrici europee”. Quello di Zandalasini infatti è ben lungi dall’essere l’unico nome eccellente assente al via della prossima stagione: hanno già dato forfait la stella francese Marine Johannes (New York Liberty) ma anche la sua compagna di squadra Han Xu, oltre a Maria Vadeeva (Los Angeles Sparks), Temi Fagbenle (compagna dell’azzurra a Minnesota) e alla coppia delle Atlanta Dream Maite Cazorla e Renee Montgomery. Un brutto colpo per la WNBA, ma anche uno specchio di come la stagione — ridotta — che andrà a cominciare non nasce sotto i migliori auspici.
Cos’ha portato alla decisione di Zandalasini
Inizialmente la WNBA aveva offerto alle proprie giocatrici soltanto il 60% degli stipendi dovuti, proposta fortemente criticata che aveva prontamente portato la lega femminile ad assicurare l’intero corrispettivo dovuto. Anche di fronte alla certezza di incassare il 100% del proprio salario, le condizioni di svolgimento della nuova stagione presentavano però per le giocatrici ancora parecchi dubbi: c’è l’aumento del numero di contagi in Florida (che infatti preoccupa anche la NBA), le difficoltà legate all’allestimento di una “bolla” in sicurezza, l’evidente downgrade in alcuni dettagli (i pasti saranno preconfezionati) oltre a un training camp molto breve cui far seguire un calendario invece molto fitto. Per molte giocatrici — e Zandalasini non fa eccezione, attesa com’era a un minutaggio importante — si sarebbe trattato di un rischio fisico notevole, a maggior ragione dopo quasi tre mesi di stop. Da qui la decisione dell’azzurra di rinunciare, a malincuore — con una sofferta telefonata nella notte all’allenatrice delle Lynx — all’avventura WNBA: probabile invece un trasferimento anticipato a Istanbul, forse già a metà agosto, per preparare con tutta calma una stagione europea che può vederla nuovamente protagonista ad altissimi livelli.