Ospite del podcast di JJ Redick, lo specialista difensivo di coach Doc Rivers rivela chi è il giocatore che più lo mette in difficoltà tra tutti i grandi attaccanti NBA (e quello che lo ha costretto a modificare la sua preparazione fisica)
È l’incubo di moltissimi attaccanti NBA, un’autentica peste difensiva capace di condizionare scelte e soluzioni offensive di giocatori solitamente abituati a prendersi qualsiasi tipo di conclusione. Patrick Beverley si è costruito un ruolo (e una reputazione) nella NBA proprio in virtù di un’aggressività difensiva che lo rende uno dei preferiti tra i tifosi dei suoi Clippers ma anche uno dei giocatori più detestati dai fan (e a volte dagli stessi giocatori) avversari. Anche uno come Beverley però ha recentemente confessato — ospite del podcast di JJ Redick — di soffrire particolarmente un giocatore NBA, e quel giocatore risponde al nome di Damian Lillard: “Dame è stata la ragione per cui ho iniziato a darmi da fare di più in sala pesi”, ha confessato la guardia di coach Rivers. “Ho sentito il bisogno di essere più veloce lateralmente, perché quando gioco contro di lui non sento di esserlo abbastanza. Non reggo la sua velocità. Non sapevo se la soluzione era perdere peso, diventare più forte fisicamente, assumere un nuovo trainer o cos’altro ancora, ma sapevo di dover diventare più rapido nei movimenti”. Alle indubbie doti tecniche di Lillard, che lo rendono una marcatura molto difficile per qualsiasi difensore NBA, secondo Beverley si sommano anche le caratteristiche dello stile di gioco adottato da coach Stotts a Portland, che lasciano il n°0 dei Blazers libero di prendersi praticamente qualsiasi tiro, da ogni distanza possibile. “Lui tira da centrocampo con la fiducia con cui io faccio un layup o mi prendo una tripla smarcato dall’angolo: e quando un giocatore è così pericoloso anche da quelle distanze le dinamiche per prepararsi a marcarlo sono completamente diverse”.