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NBA, Joel Embiid e la trasformazione post-All-Star Game che fa sperare Philadelphia

NBA

Francesco Bonfardeci

©Getty

Un cambiamento riassumibile in una formula semplice: più punti, meno tiri da tre, più spesso in lunetta. Passano da qui, da un Embiid meno proclami e più sostanza, le ambizioni dei Sixers al ritorno in campo, ma fondamentale è anche il ruolo di Ben Simmons. Che coach Brown ha provato da ala grande...

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Affascinanti e inaffidabili. Sono i Sixers e nessuno sa di cosa siano davvero capaci. Un investimento ad alto rischio legato al rendimento di Embiid e Simmons: pregi evidenti, difetti evidenti. Per cercare di limitare quelli di Simmons — capace di sedurti e tradirti nello spazio di due azioni — coach Brown ha deciso di fare qualche esperimento. Dato che l’ex Louisiana State è del tutto privo di tiro da fuori, in allenamento ha provato a farlo giocare in posizione di ala grande. L’alchimista Brown procede per tentativi, Embiid si è detto entusiasta della decisione del suo allenatore. Già, Joel Embiid. Potenziale da MVP, ma a volte sembra che sia più interessato a vincere le battaglie su Twitter. Qual è quello vero? Brown si augura soprattutto che sia quello che è tornato in campo dopo la pausa per l’All Star Weekend. Una manciata di partite prima dello stop, sì, ma probabilmente la strada da seguire è questa: più punti, più spesso in lunetta, meno tiri da tre. Il problema – lo abbiamo detto – è che nessuno sa di cosa siano davvero capaci i Sixers. Philadelphia tira poco da tre e non tira bene da tre. In generale, attacca male: è appena 18^ per efficienza offensiva. Un dato inquietante. La squadra è profonda, il talento abbonda, eppure fai fatica a capire dove possano arrivare. Dappertutto o da nessuna parte? Affascinanti e inaffidabili.

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