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NBA, LeBron James: “Il Black Lives Matter non è un movimento, ma uno stile di vita”

le parole
©Getty

Il n°23 dei Lakers chiude con 12 punti e 5 assist in 16 minuti la prima amichevole nella bolla di Orlando e nel post-partita si unisce al coro e alle voci che chiedono giustizia per Breonna Taylor: “Chiediamo che vengano arrestati i poliziotti che l’hanno ammazzata”. E poi l'attacco al presidente Trump

La sua è la voce più importante dell’intera NBA, l’opinione che più fa notizia, la dichiarazione che merita sempre la prima pagina. Per tutte queste ragioni, LeBron James non si è tirato indietro e al termine della prima partita dei Lakers nella bolla di Orlando - amichevole persa 108-104 contro Dallas - ha schivato un paio di domande riguardo il suo stato di forma, la difesa su Doncic e l’esordio di JR Smith, riportando al centro la questione che più sta a cuore ai giocatori NBA: la giustizia sociale negli Stati Uniti. “Molte persone pensano che il Black Lives Matter sia un semplice movimento di protesta. No, non è soltanto quello. Essere nero non vuol dire appartenere a un movimento. È uno stile di vita. Possiamo sederci e fare un’analisi definendolo come un moto di protesta, ok. Ma a quel punto dovremmo chiederci: "quando finirà?”, oppure dire “Non fermate il movimento”. No, è una marcia per la vita, molto di più. A me non piace la parola “movimento” perché sfortunatamente in questo Paese e nella nostra società, non c’è nessuno che pensa ai nostri interessi. Non c’è mai stato”. Parole chiare, dirette, come quando è lo stesso James a riportare al centro del discorso il caso di Breonna Taylor: “Ci tengo a tenere i riflettori puntati su questa storia, continuiamo ad ascoltare la sua famiglia e a capire come evolverà la situazione. Noi vogliamo che i tre poliziotti che l’hanno ammazzata vengano arrestati. Parlo come leader di questa lega per far sapere alla famiglia Taylor che noi pretendiamo giustizia tanto quanto loro. Questa situazione appare assurda ai nostri occhi e sono certo che lo sia per il mondo intero. C’è bisogno di video in cui sparano brutalmente a Breonna per capire la gravità di quanto accaduto?”, facendo chiaro riferimento al caso di George Floyd. Sensibilizzare quindi, a prescindere dalle immagini, per far sì che le gente conosca le storie di violenza, le faccia sue e combatta per cambiare le cose. Proprio come fa LeBron James.

Le parole contro Trump: "Con lui non siamo andati avanti, anzi"

Una situazione diventata esplosiva anche a causa della pessima gestione politica e amministrativa da parte di Donald Trump, come sottolineato ancora una volta da James - come la stragrande maggioranza dei giocatori della lega contro il presidente a stelle e strisce. In una fase così delicata ci sarebbe bisogno di mediazione, di vicinanza tra le parti e non una forza divisiva come quella rappresentata da Trump: “Fino al 2016, Barack Obama era il nostro presidente. Il nostro rappresentante. Ora tutti sappiamo bene cosa sta accadendo alla Casa Bianca. Volete farmi credere che ci sono stati dei progressi? Penso di poter affermare con estrema certezza e a nome di tutti che negli ultimi anni non siamo andati avanti in alcun modo, anzi”. Più chiaro di così.

 

[testo di Zeno Pisani e Sheyla Ornelas]