
NBA, risultati della notte: Lowry punisce i Lakers, Warren pazzesco da 53 punti
Kyle Lowry con 33 punti guida i Raptors al successo in volata sui Lakers, tenuti al minimo stagionale per percentuale in attacco. Clamorosa prestazione da 53 punti di TJ Warren dei Pacers nella vittoria sui Sixers, a cui non bastano i 41 di Joel Embiid. Clippers a valanga sui Pelicans (8 punti per Melli), nella serata italiana passano anche i Thunder di Gallinari sui Jazz e gli Heat sui Nuggets

TORONTO RAPTORS-LOS ANGELES LAKERS 107-92 | “C’è un motivo se i Raptors sono campioni in carica: non è stato tutto merito di Kawhi”. Sono le parole di LeBron James al termine della partita a ricordare al mondo che i Raptors non sono venuti a Orlando per recitare da comparse. I canadesi hanno infatti vinto la sfida con i gialloviola scappando via nel finale con un parziale di 21-5
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Protagonista assoluto del match è stato Kyle Lowry, autore di 33 punti (8/16 dal campo, 5/9 da tre e 12/15 ai liberi) a cui ha aggiunto anche il massimo in carriera con 14 rimbalzi, accompagnato dai 23 di OG Anunoby che ha chiuso i conti chiudendo un alley-oop alzato da Fred VanVleet (13 punti e 11 assist). Doppia cifra anche per Pascal Siakam con 15 punti e 9 rimbalzi: l’unico a non raggiungerla è stato Marc Gasol con 8+7, il “peggiore” del quintetto con +18 di plus-minus. Toronto si conferma bestia nera dei gialloviola, che battono ininterrottamente dal 2014-15
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I Lakers hanno faticato soprattutto a livello offensivo, registrando il minimo stagionale per percentuale al tiro (35.4%) e assist (solo 17) complice soprattutto un tremendo 10/40 dalla lunga distanza, pur arrivando comunque punto a punto fino all’ultimo quarto. LeBron James ha chiuso con 20 punti, 10 rimbalzi e 5 assist, ma Anthony Davis è stato poco coinvolto (14 punti con 2/7 al tiro) e solo altri tre giocatori hanno chiuso in doppia cifra (Kuzma 16, Caruso 11 e Waiters 12, tutti uscendo dalla panchina)

INDIANA PACERS-PHILADELPHIA 76ERS 127-121 | Vittoria importante dei Pacers, che pur senza Domantas Sabonis (piede) e Malcolm Brogdon (collo) battono una diretta concorrente come i Sixers, su cui si assicurano il tie-breaker in caso di arrivo a pari record. La squadra di coach McMillan può contare su Victor Oladipo, sceso in campo nonostante i dubbi delle ultime settimane e autore di 15 punti con 6/14 al tiro, gli stessi di Aaron Holiday che ha aggiunto anche 10 assist
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Se i Pacers hanno vinto, però, è per merito quasi esclusivo della prestazione impressionante di TJ Warren, che si è regalato la serata della vita chiudendo con 53 punti (ovviamente massimo in carriera) frutto di un clamoroso 20/29 al tiro (69%) di cui 9/12 dalla lunga distanza e soli 4 liberi a segno. Una prova mostruosa per un giocatore noto soprattutto per la sua capacità di fare canestro, ma mai fino a questo livello
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I Sixers erano riusciti a toccare il massimo vantaggio sul +10 nel corso dell’ultimo quarto, grazie soprattutto al dominio nel pitturato (68 punti contro i 44 degli avversari) fornito da un eccellente Joel Embiid da 41 punti e 21 rimbalzi con 15/23 al tiro e 10/12 ai liberi, accompagnato dai 19+13 di Ben Simmons al suo fianco
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Nei 34 minuti in cui Embiid è stato in campo i Sixers hanno vinto di 21 lunghezze, segno che nei restanti 14 sono stati disastrosi (come testimonia il -26 di Al Horford in meno di 23 minuti). A tenere in piedi i Sixers non è riuscito neanche Tobias Harris, che ha avuto bisogno di 29 tiri (di cui 12 a segno) per segnare 30 punti, a cui ha aggiunto anche 8 rimbalzi

L.A. CLIPPERS-NEW ORLEANS PELICANS 126-103 | Non c’è davvero storia tra Clippers e Pelicans, con i losangeleni che fanno piovere triple sulla debole difesa dei Pelicans. Sono ben 16 quelle andate a segno sulle 24 tentate in un primo tempo da 77 punti segnati, chiudendo poi a fine gara con il record di franchigia con 25 a segno. I Clippers hanno chiuso i primi tre quarti avanti di 27 lunghezze, controllando la partita pur avendo solo tre giocatori in doppia cifra
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Meglio dei 24 punti di Kawhi Leonard ci sono stati solo i 28 di un incandescente Paul George, che dopo le sei triple contro i Lakers all’esordio ne ha firmate altre 8 su 11 tentativi, accompagnato dai 15 con 8 assist di Reggie Jackson. Il tutto ovviamente senza poter contare su Lou Williams e Montrezl Harrell: “Nella prima partita non eravamo noi. Ora stiamo cercando di ritrovare l’identità che avevamo scoperto appena prima della pandemia” ha detto PG13, che si è goduto l’ultimo quarto comodamente in panchina con gli altri titolari

Questa volta i Pelicans non avrebbero vinto neanche se Zion Williamson avesse giocato tutti i 48 minuti, cosa che ovviamente non è successa. Anzi, complice una pericolosa distorsione alla caviglia (mettendo il piede su quello di un avversario avvicinandosi a canestro), il rookie dei Pelicans è rimasto in campo per 14 minuti, chiudendo con 7 punti e 5 rimbalzi a referto

Sono 8 invece quelli firmati da Nicolò Melli, che ha litigato con il tiro (2/9 dal campo con 0/6 da tre punti e 4/6 ai liberi) pur distribuendo 3 assist per i compagni nei 25 minuti a disposizione, quasi tutti arrivati dopo la metà del terzo quarto quando la sfida era ormai decisa. Per i Pelicans sono cinque i giocatori in doppia cifra guidati dai 15 di Nickeil Alexander-Walker in pieno garbage time
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OKLAHOMA CITY THUNDER-UTAH JAZZ 110-94 | Debutto vincente nella bolla di Orlando per OKC, che batte nettamente Utah. Ottima prestazione per Danilo Gallinari, che gioca un primo quarto stellare da 11 punti per poi chiudere a quota 15. Ottimo impatto anche per Chris Paul, Steven Adams e Shai Gilgeous-Alexander. Utah è apparsa scarica dopo la vittoria al debutto e ha pagato un terribile 8 su 31 dall'arco
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DENVER NUGGETS-MIAMI HEAT 105-125 | Vittoria netta degli Heat sui Nuggets: protagonisti Jimmy Butler e Bam Adebayo, migliori marcatori dell'incontro con 22 punti a testa. Per Denver, condannata anche dalle troppe palle perse e dall'assenza pesante di Jamal Murray, si salva un Nikola Jokic da 19 punti e 7 rimbalzi
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IL CASO JIMMY BUTLER | I giocatori nella bolla di Orlando hanno la possibilità di scegliere una maglia di gioco con uno slogan legato al 'Black Lives Matter' o una classica con il proprio nome. La stella degli Heat aveva detto di voler scegliere una terza via: una maglia senza scritto nulla, "per tornare a quando nessuno mi conosceva" aveva spiegato. L'ok della NBA però non è arrivato e Butler, che si è presentato sul parquet contro Denver con una maglia neutra, è stato mandato dagli arbitri a cambiarla con una con sopra il suo nome
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