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NBA, Michael Porter Jr. stella di Denver: due doppie doppie da 30 punti in fila

IL PROTAGONISTA
©Getty

I Denver Nuggets privi di tre titolari avevano bisogno di trovare protagonisti attorno a Nikola Jokic. Il rookie Michael Porter Jr. si è fatto trovare pronto firmando due doppie doppie consecutive da almeno 30 punti, la terza matricola a riuscirci negli ultimi 20 anni dopo Blake Griffin e Trae Young. E coach Malone si toglie un sassolino dalla scarpa

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Fino a questo momento la bolla di Orlando non è stata particolarmente favorevole ai Denver Nuggets. Presentatisi con il terzo miglior record nella Western Conference, la squadra di coach Michael Malone ha dovuto subito fare i conti con le pesanti assenze di tre titolari come Jamal Murray, Will Barton e Gary Harris, perdendo di 20 lunghezze la prima partita contro i Miami Heat. In quella occasione Michael Porter Jr. chiuse con 11 punti e un solo rimbalzo, passando il resto della serata a mandare messaggi al suo allenatore implorandolo di avere fiducia e che avrebbe giocato meglio. Malone, anche per mancanza di alternative, lo ha accontentato e ne ha immediatamente raccolto i dividenti: nella partita successiva MPJ ha firmato il suo massimo in carriera da 37 punti aggiungendo anche 12 rimbalzi nel successo al supplementare contro OKC, e non si è fermato neanche contro San Antonio. Il rookie infatti ne ha messi altri 30 con 15 rimbalzi (nuovo massimo in carriera), firmando le prime tre triple della partita e ben 12 punti nel quarto finale, tra cui due triple decisive (5/9 dall’arco alla fine). 

Due doppie doppie da 30 punti in fila: MPJ nella storia

I 67 punti in due partite consecutive sono il massimo realizzato da una matricola nella storia dei Denver Nuggets, e per ritrovare un altro giocatore capace di firmare due doppie doppie da 30 punti consecutive al suo primo anno coi Nuggets bisogna tornare a Dikembe Mutombo. Negli ultimi 20 anni, invece, solo Blake Griffin e Trae Young hanno realizzato due doppie doppie da 30 punti consecutive nel loro anno da rookie come fatto da Porter Jr., che dopo un anno passato in infermeria per un’operazione alla schiena, ora sembra pronto a diventare uno dei pilastri dei Nuggets insieme a Nikola Jokic e Jamal Murray. Almeno è quello che pensa il suo allenatore: “Nikola è il nostro miglior giocatore e rende migliori tutti i suoi compagni, indipendentemente da chi ci sia. Ma Michael è importantissimo sia per il nostro presente che per il nostro futuro. Prima troveranno la chimica in campo e meglio sarà per la nostra franchigia. Sono due pilastri del futuro”. 

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Eppure anche lo stesso Malone ci ha messo del tempo a fidarsi del rookie, tenendolo in panchina per le prime quattro gare di regular season e concedendogli più di 20 minuti in campo solo in due occasioni fino a metà gennaio. “La sfida per qualsiasi giocatore giovane e talentuoso come Michael è la continuità. Sei in grado di portare lo stesso livello di energia ogni singola sera?” ha detto Malone, che poi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa con i media. “Hanno detto che dopo la sconfitta con Miami gli avevo dato tutte le colpe, ma non è vero. Io ho dato la colpa a noi. Poi in questi giorni ripensavo a una cosa divertente: Michael Porter Jr. non è stato selezionato per giocare al Rising Stars quest’anno. Mi state prendendo in giro?” ha concluso alzandosi dalla conferenza stampa e andandosene. Forse se gli avesse concesso qualche minuto in più anche il resto della lega avrebbe potuto accorgersi del talento di MPJ, ma come si suol dire in questi casi, meglio tardi che mai.

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