NBA, Mike Muscala vince la partita ma OKC perde una prima scelta al Draft
LA STORIALa vittoria in rimonta da -22 nell’ultimo quarto contro Miami non ha solo assicurato a OKC il primo turno di playoff contro Houston, ma è anche valso uno dei primi dieci record nella NBA. Per questo motivo i Thunder dovranno cedere una prima scelta al Draft ai Philadelphia 76ers, ma la franchigia non ne è preoccupata
La tripla decisiva di Mike Muscala ha suggellato una rimonta incredibile da parte degli Oklahoma City Thunder, capaci di recuperare 22 lunghezze di svantaggio e di vincere contro i Miami Heat. Un successo che ha permesso loro di assicurarsi almeno il quinto posto nella Western Conference e quindi una serie di primo turno dai mille significati contro gli Houston Rockets, con Chris Paul che affronta il suo recente passato (con cui non si è lasciato benissimo) e sia James Harden che soprattutto Russell Westbrook (seppur in dubbio per un infortunio al quadricipite) contro la franchigia che li ha scelti al Draft. E proprio in ottica Draft c’è un effetto collaterale imprevisto della rimonta assurda di OKC: con questa vittoria i Thunder si sono infatti assicurati anche uno dei primi dieci migliori record della lega, che nell’ordine inverso utilizzato per definire le posizioni di scelta al Draft significa un posto dalla numero 20 in poi. Per via di un complicato giro di scambi cominciato ben quattro anni fa, la loro prima scelta al Draft 2020 sarebbe rimasta nelle loro mani solo se fosse caduta tra la numero 1 e la numero 20, altrimenti sarebbe finita ai Philadelphia 76ers. La tripla di Muscala ha avuto quindi proprio l’effetto di far scalare la classifica ai Thunder e quindi di consegnare il pick ai Sixers, che il prossimo ottobre potranno così selezionare un giocatore dalla 20 in poi con la scelta ottenuta da OKC.
Come la scelta è arrivata nelle mani dei Sixers
La prima scelta 2020 dei Thunder ha avuto un percorso tortuoso per arrivare ai Sixers. Tutto è cominciato il 16 novembre 2016 quando proprio Philadelphia ha ceduto Jerami Grant a OKC in cambio di Ersan Ilyasova e quella famosa prima scelta. Nella notte del Draft 2017 i Sixers hanno poi ceduto quella pick a Orlando in cambio della 25^ scelta al Draft utilizzata per chiamare il centro Anzejs Pasecniks, che dopo due anni in cui non è mai sceso in campo è stato tagliato (ora è sotto contratto con Washington). Due anni dopo Philadelphia ha poi “recuperato” l’ormai famigerata prima scelta di OKC nello scambio che ha portato Markelle Fultz a Orlando e Jonathon Simmons a Philly. Da lì è poi rimasta in loro possesso anche se nemmeno loro avrebbero potuto aspettarsi che Oklahoma City chiudesse con uno dei primi dieci record della lega, visto che a inizio stagione erano attesi a un’annata da Lottery: se i Thunder avessero tenuto la loro pick, avrebbero dovuto cederne due di secondo giro (quindi decisamente con un valore minore) nel 2022 e nel 2023.
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Perché a OKC perdere la scelta non pesa più di tanto
I Thunder comunque non dovrebbero mangiarsi le mani più di tanto. Innanzitutto già quest’anno sceglieranno al primo giro grazie alla scelta ricevuta da Denver in cambio (ironia della sorte) di Jerami Grant, che aveva dato il via a tutto il giro della scelta finita a Philadelphia in quel modo rocambolesco. E poi perché l’ultima cosa che manca a OKC sono le scelte future al Draft: in base ai risultati di Heat, Clippers e Rockets nei prossimi sette anni, i Thunder potrebbero arrivare ad avere fino a 15 scelte al primo giro da qui al 2026. Insomma, scegliere al Draft un giocatore a costo controllato che può dare una mano alla rotazione è sempre positivo (come dimostrano i miglioramenti del rookie Darius Bazley, scelto alla 23 lo scorso anno e molto positivo nelle partite della bolla), ma con il tesoretto di scelte più ricco di tutta la lega, perdere una pick in un Draft considerato di basso livello non pesa più di tanto.