Secondo quanto filtrato da Orlando, per il numero uno dell'associazione giocatori Michele Roberts c'è una chance che la prossima stagione inizi tra fine gennaio e inizio marzo (rispetto alla data attualmente prevista del 1 dicembre). Tutti i motivi di un possibile posticipo che andrebbe a influire pesantemente anche sulle Olimpiadi di Tokyo spostate nell'estate 2021
Addirittura “tra fine gennaio e l’inizio di marzo”: secondo quanto filtrato da un incontro tenuto dal capo dell’associazione giocatori Michele Roberts con diversi gruppi di giocatori, la NBPA non esclude che la prossima stagione — il cui inizio al momento è fissato alla data del 1 dicembre — possa invece venire rimandato. Tanti sono i temi — tutti legati alla pandemia che continua ad affliggere il mondo e gli Stati Uniti in particolare — che potrebbero concorrere a una decisione di posticipare il via della stagione NBA 2020-21. Su tutti la speranza che, più avanti si va, maggiori siano le chance di poter avere i tifosi sugli spalti, senza dover così rinunciare a una componente (anche economica) fondamentale per gli equilibri della lega. Certo, servirebbe un vaccino, e al momento certezze sulle date non ce ne sono. Neppure è certo — a fronte degli eventi accaduti negli ultimi mesi, a dir poco impronosticabili — che l’attuale accordo collettivo tra NBA e associazione giocatori sia attrezzato a gestire un panorama economico completamente mutato.
Per questo — scrive Henry Abbott da Orlando — Roberts è convinta che si vada verso l’uscita dall’attuale accordo collettivo (che sarebbe andato a naturale scadenza solo nel 2024, con l’opzione per entrambe le parti di anticiparla di un solo anno). Come? Sfruttando l’articolo XXXIX (“Term of Agreement”), Sezione 5 (“Termination by NBA / Force Majeur”) che prevede di poter terminare l’attuale accordo collettivo se gli eventi “rendono economicamente impraticabile per la NBA tener fede agli obblighi previsti da questo accordo”. Roberts però si dice “fiduciosa” che un nuovo accordo possa essere presto negoziato, e nelle nuove negoziazioni rientra anche la data di inizio del prossimo campionato, che potrebbe essere spostata a fine gennaio o addirittura fino all’inizio di marzo (compromettendo in questo caso certamente la partecipazione degli atleti NBA alle Olimpiadi di Tokyo 2021).
approfondimento
“Yes I can, Michelle Roberts” in onda su Sky Sport
Scenari futuri
Sul come poi la NBA sceglierà di tornare in campo per la prossima stagione, al momento ci sono solo congetture. Certo, la “bolla” fin qui ha dimostrato di funzionare, ma le squadre da gestire saranno 30 e non 22 e non solo per pochi mesi, ma anche per tutta la durata di un’intera stagione. Ecco allora l’ipotesi di ricorrere a “multiple bolle”, in diverse aree del Paese, ma anche questa squadra porta con sé parecchie questioni: Adam Silver ha dichiarato che il campus NBA organizzato a Orlando (per circa tre mesi) è costato oltre 150 milioni di dollari, e replicarlo altrove non farebbe che moltiplicare anche le spese della lega. Sostenibili? Al momento probabilmente no. Ed è per questo che Silver, Roberts e non solo sono già al lavoro per delineare i profili della prossima stagione.