NBA, Anunoby segna il buzzer beater e non esulta: "Io mi aspetto sempre di fare canestro"
IL CASOIl canestro allo scadere di OG Anunoby ha già fatto il giro del mondo, ma a far notizia è stata anche la sua reazione impassibile mentre il resto dei compagni lo circondava per esultare: "Quando prendo un tiro mi aspetto che entri, non tiro per sbagliare. Per questo non ero sorpreso "ha detto dopo la partita, come se nulla fosse
All’inizio della sua carriera, OG Anunoby è stato paragonato spesso a un “primo Kawhi Leonard”, un difensore perimetrale di grande stazza e ottima versatilità, oltre a uno con un atteggiamento piuttosto freddo e distaccato sul campo da basket. Anunoby e Leonard, che hanno anche condiviso lo spogliatoio lo scorso anno, non sono allo stesso livello come giocatori, ma neanche uno come Kawhi avrebbe avuto una reazione come quella dell’inglese dopo il canestro della vittoria in gara-3 contro Boston. Anzi, in tanti si ricordano la sua posa “accovacciata” con la lingua di fuori mentre osservava il pallone rimbalzare sul ferro quattro volte prima di entrare in gara-7 contro Philadelphia, lasciandosi poi andare a un urlo liberatorio mentre veniva abbracciato dai compagni e mostrando tutta la sua emozione. Anunoby, invece, non ne ha mostrata nemmeno una: dopo aver realizzato il canestro sulla sirena per battere i Celtics, si è semplicemente girato verso i suoi compagni rimanendo impassibile — come se avesse segnato il canestro del -20 invece di quello del +1 che ha salvato la loro stagione.
VanVleet: "Classico OG: segna il tiro più importante della sua vita e si comporta come niente fosse"
Quando gli è stato chiesto come avesse fatto a rimanere così freddo dopo un canestro del genere, Anunoby in conference call ha risposto semplicemente: “Quando prendo un tiro mi aspetto che entri, non tiro per sbagliare. Per questo non sono rimasto sorpreso”. Una risposta davvero Leonardiana che è destinata a rimanergli appiccicata a lungo, ma che racconta bene il suo carattere. A spiegare un po’ delle sue sensazioni è stato allora Fred VanVleet, il primo che è corso ad abbracciarlo dopo il canestro: “Sono certo che fosse emozionato, ma questa è la sua natura. A volte non si sa come reagire a determinate situazioni: lui non è il tipo che si mette a correre per il campo, non è il suo carattere. Il vero OG è quello che mette il tiro più importante della sua vita e si comporta come niente fosse. Tutti noi eravamo più emozionati e orgogliosi di quanto lo fosse lui”. Cosa gli è rimasto allora, del tiro più importante della sua carriera? Una botta, a quanto pare. “È stato bello, ma qualcuno mi ha colpito sul naso. Non so chi è stato, ma è successo” ha detto, lasciandosi scappare un mezzo sorriso. Forse dietro quella maschera impassibile c’è davvero un ragazzo che si emoziona.