NBA, soldi, ricchezza, prospettive future: chi sta meglio e chi peggio nell'era post-Covid
Il sito "The Athletic" ha individuato le 11 franchigie le cui prospettive economiche sono cambiate maggiormente negli ultimi mesi, quelli segnati dalla pandemia e dallo stop dell'attività sportiva. Solo tre (su undici) guardano al futuro con ottimismo: per otto invece sembrano esserci all'orizzonte non pochi problemi
LA SITUAZIONE ECONOMICA GENERALE | Che la pandemia avrà un (forte) impatto sul business NBA è ormai una certezza. Ci sono però proprietà che durante gli ultimi mesi si sono addirittura arricchite e altre che invece hanno sofferto non poco. Quest’analisi — effettuata da The Athletic — si concentra sulle 11 franchigie che hanno visto i cambiamenti più drastici da marzo a oggi, anche in chiave futura. Ecco le prospettive di ognuna di queste squadre, alcune positive, tante negative
PROSPETTIVE NEGATIVE: GOLDEN STATE WARRIORS | La totale proprietà del nuovissimo Chase Center doveva essere la chiave per permettere ai GSW di continuare a vincere, non solo in campo ma sul mercato. Invece il mondo si è fermato: niente più partite, concerti, eventi. In più gli Warriors sono ancora vincolati a un pessimo contratto televisivo locale firmato prima dell’avvento della nuova proprietà. E il roster costa (con 4 star e oltre 130 milioni di dollari già impegnati). Su un mercato ricco come San Francisco si dovrebbe però tornare presto a macinare guadagni
PROSPETTIVE NEGATIVE: HOUSTON ROCKETS | Il proprietario Tillman Fertitta deve la sua ricchezza al mondo della ristorazione, ma non solo (anche alberghi, casinò, parchi divertimenti) — tutti settori tra i più colpiti dalla crisi post-Covid. Per questo ha implorato il presidente Trump di prendersi a cuore la questione, ottenendo un prestito con interessi però molto alti. E se l’economia non dovesse ricominciare a girare in fretta, a Houston potrebbero essere guai
PROSPETTIVE NEGATIVE: OKLAHOMA CITY THUNDER | Il mercato è piccolo, e il settore energetico su cui si basano gli interessi economici della proprietà è in grave difficoltà (la Chesapeake Energy che dà il nome all’arena ha dichiarato bancarotta). Si guarderà al futuro affidandosi ai giovani, poco costosi (15 prime scelte fino al 2026), ma ovvio che Billy Donovan — o Chris Paul, o Danilo Gallinari — non vogliano avere nulla a che fare con un progetto del genere, che non può avere ambizioni nell’immediato
PROSPETTIVE NEGATIVE: MIAMI HEAT | Sembra una franchigia perfetta, dal punto di vista sportivo, ma il proprietario — Micky Arison — è l’uomo che ha in mano più di due-terzi del traffico di crociere navali del mondo. Un traffico che con la pandemia ha fermato le sue navi e, di conseguenza, i guadagni
PROSPETTIVE NEGATIVE: SACRAMENTO KINGS | Come i Thunder sono in un piccolo mercato (Sacramento), come gli Warriors contavano molto su un’arena (quasi) nuova, il Golden 1 Center (chiuso per mesi). E il n°1 dei Kings Vivek Ranadivé ha una bellissima storia personale ma non uno dei patrimoni più ricchi tra quelli dei proprietari NBA
PROSPETTIVE NEGATIVE: INDIANA PACERS | Il proprietario è Herb Simon, che del suo Simon Property Group — grandi centri commerciali — ha letto recentemente questo giudizio finanziario: “Non c’è modo di far sì che il 2020 abbia anche solo un riflesso positivo per gli azionisti del gruppo”. Vale anche per Indianapolis quanto già detto su Sacramento e Oklahoma City: mercato piccolo, che non potrà neppure godere dell’All-Star Weekend 2021, già rimandato/cancellato
PROSPETTIVE NEGATIVE: NEW YORK KNICKS | In primavera le azioni della Madison Square Garden Company — settore entertainment, di cui fanno parte i Knicks ma anche i Rangers della NHL — sono crollate, e se è vero che New York è il mercato dei sogni, è anche vero che i Knicks attirano tanti soldi ma ne costano altrettanti (se non di più). In più il management dei bluarancio non ha mai brillato, ultimamente
PROSPETTIVE NEGATIVE: TORONTO RAPTORS | Vale quanto detto per New York: la Maple Leaf Sports & Entertainment controlla diverse squadre sportive professionistiche dell’area di Toronto (i Maple Leafs dell’NHL, i Raptors nella NBA, i Toronto FC nelle MLS, più la Scotiabank Arena, campo di casa di Lowry e compagni), realtà ovviamente tutte fortemente impattate dallo stop imposto dalla pandemia
PROSPETTIVE POSITIVE: CLEVELAND CAVALIERS | Le aziende del proprietario Dan Gilbert (tutte operanti nel ramo della concessione di prestiti online, come la Quicken Loans che dà il nome all’arena) hanno visto le proprie quotazioni impennarsi, portando il suo patrimonio personale vicino ai 50 miliardi di dollari. Si parla di altre acquisizioni, di un mercato in espansione: la liquidità monetaria non è certo un problema per i Cavs
PROSPETTIVE POSITIVE: BROOKLYN NETS | Il business online è tra quelli che ha sofferto di meno (anzi, a volte ha visto moltiplicarsi i guadagni) durante i mesi di lockdown. E Joe Tsai è uno dei fondatori del colosso dell’online cinese Alibaba. Il suo patrimonio personale (quasi 14 miliardi di dollari) garantisce ai Nets tutta la liquidità necessaria
PROSPETTIVE POSITIVE: L.A. CLIPPERS | Se si parla di patrimoni personali — oltre 71 miliardi di dollari! — sono in pochi (al mondo) a battere il proprietario dei Clippers Steve Ballmer. E l’ex CEO di Microsoft ha appena iniziato il processo di relocation della franchigia, che la vedrà giocare in una nuova, futuristica arena a Inglewood. Lontano dai Lakers, per prendersi definitivamente il mercato di Los Angeles